• Consiglio Direttivo

    Il Lonfo - Fosco Maraini (poesia metasemantica)

    Dedicato con simpatia a tutti gli amanti della poesia, della semantica e delle parole che scrivono qui. 🙂

    Quali sono gli "ingredienti" per fare poesia?

    La domanda è molto complessa; azzardo una lapidaria risposta (anche provvisoria) sostenendo che, tra le molteplici caratteristiche presentate in media dai testi poetici, quattro si elevano nettamente sopra le altre.

    • La voce del declamatore (meglio: l'oralità intrinseca dell'opera), che rende viva ogni poesia e la solleva dallo stato di languida prostrazione in cui versa quando resta troppo a lungo fissa sulla carta e non viene animata dal fiato di qualche parlante.

    • Lo stomaco - o la pancia - cioè l'impulso elementare, essenziale, viscerale all'espressione che muove il poeta e quasi lo costringe a far affiorare (a volte ad espellere con violenza) il suo sentire.

    • Il cuore, inteso come sensibilità spiccata, empatia acuita al massimo ed insolita capacità di percepire gli stimoli del reale o del pensiero, trasfigurandoli nel verso o riproducendoli, nudi e crudi, nell'opera di cui si fa creatore.

    • Il cervello, ovvero la tecnica e le conoscenze culturali, che garantiscono al pensiero una congrua forma espressiva ed una cornice di riferimenti, allusioni, citazioni appropriata.

    Le poesie, a ben vedere, presentano tutte - in proporzioni molto variabili e con livelli qualitativi più ondivaghi del clima di un luogo temperato - questi quattro elementi.

    Che cosa, accade, però, se uno prevale decisamente sugli altri?

    Il risultato, solitamente, non è troppo felice, perché lascia nella bocca e nella mente un retrogusto di perplessità: il lettore si accorge di stare contemplando qualcosa di sbilanciato (senza che ciò vieti una magnifica confezione o fama imperitura) e magari in fondo ne soffre.

    In rarissimi casi, però, emerge qualcosa di speciale e delizioso; come quando la voce, o meglio il suono, il gioco con la lingua e le sue assonanze si impongono sulla logica, sulle regole e su tutto il resto.

    A quel punto compare ad esempio "Il Lonfo", brevissimo componimento di Fosco Maraini (Firenze, 15 novembre 1912 ? 8 giugno 2004). Eccolo declamato da un fine dicitore d'eccezione: Gigi Proietti.

    IL LONFO

    Il Lonfo non vaterca né gluisce
    e molto raramente barigatta,
    ma quando soffia il bego a bisce bisce,
    sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
    È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
    arrafferia malversa e sofolenta!
    Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
    se lugri ti botalla e ti criventa.
    Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
    che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
    fa legica busia, fa gisbuto;
    e quasi quasi in segno di sberdazzi
    gli affarferesti un gniffo. Ma lui, zuto
    t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.

    F. Maraini

    Quanto appena riportato è un esempio di quella che lo stesso autore - celebre orientalista ed antropologo - chiamava poesia metasemantica: una creazione poetica, cioè, che si fonda sulla pura capacità dei suoni di evocare e suggerire immagini, pur se quei medesimi suoni ed effetti vocali non hanno alcuna relazione con parole dotate di significato.

    "Il Lonfo" è inserito nella raccolta "Gnosi delle Fànfole" (1978), piccola perla del non-sense ispirato e del gioco linguistico, semantico e lessicale.


  • Moderatore

    😄

    Fantastica 'sta cosa della poesia metasemantica.

    Poi Proietti la recita veramente alla grande... :lol:...

    Ho trovato questa "Ferlingesca", roba amatoriale ma meglio che niente.

    E' un immagine erotico-giuliva, che metasemanticamente vuol dire osè, o qualcosa del genere, direi... 😄


  • Super User

    .. vabè va hem ...

    Ferlingesca

    La riframba freuciava sul grafunzio
    sdrodolando e sdirlindandosi tra i blormi,
    dalla frubba rosinegna e di vermunzio
    sorvagiva valitando cantulireme.

    Drimulanti e virmigliate solegluncie
    le sue vere vircolavano sui girli
    vedegrevi come rine di grimunce
    marbelibero le dulbe nei vaporli.

    La sua vrigna vulpinarda e grodendra
    fra le malde globilunde e verlaganti
    sulguttuta la ventribola etroiondra
    vernisceva le sue vure sfervoranti.


  • Moderatore

    @Andrez said:

    .. vabè va hem ...

    Perdonami. 😄

    Riparo con "E gnacche alla formica", proprio di Fosco Maraini.

    "**Io t'amo o pia cicala e un trillargento
    ci spàffera nel cuor la tua canzona.
    Canta cicala frìnfera nel vento:
    E gnacche alla formica ammucchiarona!

    Che vuole la formica con quell'umbe
    da mòghera burbiosa? È vero, arzìa
    per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe
    col capo chino in mogna micrargìa.

    Verrà l'inverno si, verrà il mordese
    verranno tante gosce aggramerine,
    ma intanto il sole schìcchera gigliese
    e sgnèllida tra cròndale velvine.

    Canta cicala, càntera il manfrore,
    il mezzogiorno zàmpiga e leona.
    Canta cicala in zìlleri d'amore:
    E gnacche alla formica ammucchiarona!**"


  • Super User

    ** "** .. vabè va hem ... " non è un commento mio, ma lo dice il dicitore preparandosi a recitare la **Ferlingesca. **:giggle:


  • Consiglio Direttivo

    Interessanti contributi addizionali alla discussione, i due che ho trovato qui al risveglio.

    Per di più, con un eccellente equilibrio tra il dionisiaco della Felingesca e l'apollineo della variazione sul tema "La Cicala & la Formica".

    Sulla prima devo ancora un po' riflettere: qualche stimolo sensoriale non mi è del tutto chiaro... :mmm: :():

    Sulla seconda: l'espressione "col capo chino e in mogna micrargìa" è praticamente una foto, perfetta in ogni dettaglio; parimenti evocativa e immaginifica quella del sole che "schìcchera gigliese".

    Un bell'esordio - e naturalmente una storia d'amore - per l'anno che incede elegante nel mondo.

    E, solo per poche ore ancora, prima di tornare al lavoro, "gnacche alla formica ammucchiarona"! 😄


  • User Newbie

    Cercavo proprio il testo di questa poesia ed eccola qui: primo risultato.
    Sempre i migliori 🙂


  • Super User

    Bella discussione, complimenti :). Il "giocare con le parole" a partire dal suono è sempre un gran divertimento per chi scrive: come chi disegna, non si sa mai né come va a finire, né dove si va a parare.