• User Attivo

    Una grande soddisfazione

    "Uso legittimo delle armi", così recita il Codice Penale inquadrando le situazioni in cui gli agenti di Polizia Giudiziaria possono usare la pistola (rapina a mano armata, omicidio volontario, sequestro di persona a scopo di estorsione e altri).

    Quando allo stadio c'era una partita di calcio, molti vigili urbani venivano impiegati per la viabilità e per l'ordine pubblico (avevano anche loro la qualifica di Polizia Giudiziaria): ovviamente nell'area circostante (dentro c'erano solo gli Agenti di Polizia).

    Il vigile Starano s'era annoiato mortalmente, s'era letteralmente rotto le scatole: durante la partita per strada non c'era nessuno. Tranne loro, i vigili urbani.
    Si guardava intorno nella speranza di vedere qualcosa di nuovo ma... cavolo, c'erano quattro brutti ceffi che stavano sollevando di peso una cinquecento, di quelle piccole e vecchie che avevano ancora il cambio non sincronizzato, per portarla fuori dalla fila.
    Il vigile Starano corse subito verso di loro: di fronte a lui non si poteva rubare, per la miseria.
    Erano in quattro, belli robusti: decise di estrarre la pistola d'ordinanza a scopo intimidatorio.
    «Fermi tutti! Lasciate quell'auto!»
    «Che vuoi tu, non puoi usare quell'arma!»
    Caspita, pensò Starano, questi sono pratici di leggi penali, non sono certo delle scolarette.
    «Ho detto di lasciare quell'auto» urlò Starano senza abbassare la pistola.
    Al ché si avvicinò un vecchio maresciallo che stava ad una ventina di metri.
    «Che succede qua?»
    «Maresciallo, questi volevano rubare la cinquecento!»
    Il maresciallo lo guardò poi guardò i quattro.
    «Metti dentro al fodero quell'arma.» Poi disse rivolto ai quattro:
    «Scusatelo, non ha capito.»
    «Ma...» stava per dire il vigile.
    A questo punto intervenne subito uno dei quattro.
    «Maresciallo, quello ha cacciato la pistola, non poteva farlo!»
    Il graduato era visibilmente imbarazzato.
    «Lasciatelo stare, è nuovo e non ha esperienza.»
    I quattro si allontanarono con la loro auto non senza commentare che lo potevano anche denunciare; la cinquecento fu lasciata in mezzo alla fila, nonostante questa sporgesse per la metà.
    «Maresciallo, ma mi volete spiegare?»
    «Starano, è usanza.»
    «Che cosa, rubare?»
    «Non hai capito niente: quelli volevano solo prendere il posto della cinquecento per mettere la loro auto. Era per andare a vedere la partita, non per rubare, e tu non potevi certo usare la pistola!»
    Il vigile Starano pensò al rischio di essere denunciato e di fare addirittura una causa penale: si poteva considerare fortunato, altro che eroe...
    Però una soddisfazione se l'era tolta: estrarre la sua pistola.
    Fu la prima e l'ultima volta.


  • User Attivo

    Ciao Stefano,
    interessante racconto, sembra perfino sfiorare lo specchio dei nostri tempi..
    L'uomo che chiude un occhio davanti agli sgarri incrociando le dita e sperando che non accada certo a lui.. sì, hai colpito nel segno: oggi viviamo in un epoca in cui il più grosso ha la meglio!
    Il giusto in buona fede ha le ore contate o la bocca tappata..ma bisogna credere nella giustizia e continuare ad impugnare "l'arma" per espugnare la feccia..per noi, per i nostri figli: abbatterci o chiudere un occhio sarà come "spostare la macchina senza permesso".. io credo ancora: la speranza è poca ma è l'unica che c'è rimasta e duramente ci abbandona..io egoisticamente la tratterò fino al mio ultimo respiro!
    Dafne


  • User Attivo

    Sono completamente d'accordo. Oggi la cultura (non quella accademica ma quella del popolo) premia l'illegalità e, insieme a questa, anche il consumismo sfrenato (anche le famiglie povere hanno due o tre televisori, computer, cellulari, i-pod...), la supeficialità, la perdita di valori (l'impegno politico ma anche un'assenza di una spiritualità anche non religiosa).
    La musica è spesso frenetica o insulsa (tranne eccezioni, fortunatamente): molti brani - per mancanza di fantasia e di innovazione - si rifanno a pezzi degli anni '60 e '70.
    Un particolare: la storia non è una metafora: ero io quel vigile e tutto è dettagliatamente vero. Poi sono diventato tecnico e non ho mai più usato quell'arma (che ho dovuto restituire insieme al distintivo e al tesserino).
    Ciao
    Stef


  • User Attivo

    Ciao Stefano,
    quindi era autobiografica, pensavo avessi dato il tuo cognome per semplicità..
    Beh, non posso che complimentarmi per la legalità che hai dimostrato..
    poche persone l'avrebbero fatto e tu hai avuto grande coraggio.
    un abbraccio
    Dafne


  • User Attivo

    A me fa profondamente ridere il ricordo ma nello stesso tempo mi imbarazza ricordarlo.