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Al Limine..
Aspetto che il tempo appoggiato
ad una meridiana ne cambi l'ombra.
Il corteo si trascina per la via,
una giostraia vestita da zingara
pronuncia il suo Eterno,
il mio è profano.
Sono un'accompagnatrice,
da soli può sembrare il proprio.
In veste scomoda
mi approprio senza diritto
dell'umana compassione.
Ossequi senza volto,
stretta nelle mie carni
mi sento viva.
E l'ombra avanza,
a render certa l'ora
ai miei occhi.Dafne
Difronte all morte rimaniamo gelidi quanto il corpo che vita più non ha.
E quando siamo parte di un corteo senza conoscere colui per cui preghiamo ci sentiamo scomodi. E nella compassione dei passanti ci vediamo viscidi, poichè i nostri occhi lucidi sono solo un immaginarsi al posto del defunto e ringraziare che nella bara ci sia lui.
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Ciao Dafne,
perché gli altri non rispondono?Tutto vero e scritto molto poeticamente. Felice la spiegazione in prosa che mette allo stesso livello poeti e profani, come me.
Gli altri risponderanno, col tempo, col tempo che passa e ci avvicina sempre più allo scheletro con il Montgomery mentre imbrandisce la falce .
Finché non sapremo la verità.
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Beh, Stefano, io volevo gustarmela qualche ora... prima di seguire completamente la nostra Dafne, qui poetessa nuda e cruda.
BRAVA. Si capisce e si segue tutto il percorso narrativo, sintetico ma assolutamente denso di "cose".
Partecipare al funerale di uno sconosciuto (e chi non lo è?).
Con trasporto emotivo - si immedesima perfino col protagonista.
Ma allo stesso tempo con distacco - è "profana" e si appropria della compassione altrui, mentre si compiace [fino ad un certo punto, è combattuta] del suo essere decisamente viva.Insomma ci regala uno sprazzo di "sensazione" che mi sembra estremamente realistica; diremo quasi di esserci capitati tutti in una situazione analoga.
La "prosa" non è meno calibrata.
Lì è viscida, scomoda... ma piange per il cadavere di uno sconosciuto.
Si abbandona superbamente ad una sana anarchia sentimentale, dove si piange e si ride quando accade, e qualsiasi feretro non è null'altro che uno specchio che ci ricorda l'immediatezza delle nostre carni, la loro caducità sconvolgente.
E forse solo un funerale "per caso" può proiettarci in quella dimensione crepuscolare che Dafne, tutto sommato, voleva evocare.
Ce lo diceva dal titolo.
Uno sguardo poetico che calca quel "confine" confuso che separa il giorno dalla notte (il crepuscolo appunto).
La vita dalla morte.
Che è meno intuitiva come "terra di confine", me ne rendo conto.
Ma rende l'idea della "vita consapevole della propria finitezza", che contempla la sua fine nelle cose dell'oggi, ma con occhi vivi.
Come Dafne che sbircia le bare altrui per inumidirsi l'occhio, fino a vergognarsi della sua inadeguata e bellissima vitalità.E per sorvegliare la Meridiana, naturalmente.
Per sfida o per rispetto, come si vuole.
Ma uno sguardo in direzione della Falce non fa mai male.Per stasera, però, la cosa più tagliente qui non è la lama dell'Estrema Falce, pur ragguardevolmente raffigurata con vivide immagini.
Stasera è la penna della nostra amica Dafne che ha letteralmente squarciato il "velo di Maia" della poesia GT.
Vera perla estiva questa tua, cara mia.
Per pochi e raccolti ospiti, ma ... 'sto 3d lo si uppa fino a settembre secondo me... a costo di andare a farmi un giro al Verano [cimitero di Roma] per postare qualche epitaffio copiato come scusa per riportarlo in auge... []
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L'aspetto dell'osservare da lontano un funerale e sentirsene distaccati...
L'anaffettività, il riso soppresso, l'ipocrisia sono la vera morte, non la morte.
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Ciao a tutti,
sono sconvolta dalla capacità critica di WWW ( e dalla sua enorme bontà, oltre a quella di Stefano). Eccelle in finezze e ingigantisce il valore della mia poesia, mai critico più amato!
Questa poesia è stato uno sfogo, in realtà spesso penso alla morte..
( naturalmente non come un "emo" che si taglia le vene, perchè la vita lo nausea)
Oggi l'ultimo passo è visto come un tabù, un tempo era la pornografia ora è la morte.
Quasi inconsciamente siamo convinti che non ci sfiori, facciamo di tutto per non darle peso. Impegnamo il tempo vuoto dei i nostri giorni per non pensare, forse a esorcizzarne la paura.
Senza sapere che la morte è una fase della vita e che la coscienza della sua esistenza ci porta a vivere più serenamente e ad accettare le morti vicine.
Il mio non riuscire pienamente ad accettarla mi porta a viverla attraverso uno sconosciuto...
(( vabbè, detta così ora sembro pazza :o...))Dafne
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Apprezzo i toni crepuscolari, amica Dafne.
Per limiti anagrafici conosco poco l'universo "emo" [ai miei tempi c'erano i "dark" :D].
Ma .... cerco di tenermi aggiornato e capisco perfettamente il gusto "oscuro" che possiamo voler coltivare in certe occasioni.
Ma le tue tinte fosche sono chiaramente legate a "prospettive artistiche" fuori dal tempo, ed è ovvio che non sei suscettibile a questo genere di "mode" più o meno attuali, più o meno superficialmente approfondite.
Detto questo un paio di serate "dark" le ho fatte in passato ("in illo tempore"... so' passati 10 anni...) , e devo dire che mi sono veramente divertito (altro che culto della morte, sapessi che "botta di vita" quella sera.... :D).
Venissero anche degli "Emo" in piena regola sapremmo di certo come affrontarne le ambasce.
Comunque i miei complimenti erano legati ad un paio di considerazioni:
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la scelta della trama (il poeta che partecipa al funerale di uno sconosciuto è uno spunto narrativo tipico (leggi "topico") ma veramente complesso da sviluppare.)
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la forma. Un uso di parole cariche di senso ma al tempo stesso una sintesi che per me è semplicemente arte. Accostamento di immagini evocative senza perdita di continuità narrativa e senza lasciare troppo il lettore in preda della sua immaginazione (quasi non avrebbe bisogno di parafrasi, la tua poesia).
Insomma mi pare che il tutto generi un'immagine completa e nitida, senza lesinare in particolari ma anche senza indugiare troppo nella bozzettistica di genere macabro-sacrale.
Inoltre, pur trasparendo una sensibilità originalissima, evochi sensazioni del tutto universali. IMHO.
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@WWW said:
Per limiti anagrafici conosco poco l'universo "emo" [ai miei tempi c'erano i "dark" :D].
Venissero anche degli "Emo" in piena regola sapremmo di certo come affrontarne le ambasce.
Ciao WWW,
regola numero uno: mai confondere i dark con gli emo:D i primi sono decisamente migliori, te lo dice una goticona a regola d'arte...Comunque i miei complimenti erano legati ad un paio di considerazioni:
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la scelta della trama (il poeta che partecipa al funerale di uno sconosciuto è uno spunto narrativo tipico (leggi "topico") ma veramente complesso da sviluppare.)
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la forma. Un uso di parole cariche di senso ma al tempo stesso una sintesi che per me è semplicemente arte. Accostamento di immagini evocative senza perdita di continuità narrativa e senza lasciare troppo il lettore in preda della sua immaginazione (quasi non avrebbe bisogno di parafrasi, la tua poesia).
Insomma mi pare che il tutto generi un'immagine completa e nitida, senza lesinare in particolari ma anche senza indugiare troppo nella bozzettistica di genere macabro-sacrale.
Inoltre, pur trasparendo una sensibilità originalissima, evochi sensazioni del tutto universali. IMHO.
Grazie alla tua lampante critica, non avrei quasi da aggiungere, la forma con cui si scrive una poesia garantisce al 50 % il suo successo..
Cerco sempre di usare una forma ricercata ma senza cadere nell' ermetismo.. d'altronde se una poesia è troppo complessa dà due risultati
1 sei un genio e farai un gran successo
2 sei come me ( ossia una comune mortale) e la gente ci accenderà il caminetto...La trama..
diciamo che talvolta avviene come un mal di testa, per cui sento che se non la metterò in cartaceo mi scoppierà la testa:x
Alcune volte la vita ci mette difronte alla necessità di ragionare e la morte e l'introspezione in questa mi ha dato da riflettere..
Cerco sempre di evitare il lato religioso, troppe sono le diversità che ci accomunano e il messaggio diventerebbe univoco. E a dirla tutta non sono molto religiosa, la mia è una fede ad intermittenza..Grazie ancora per il tempo spesoci sopra, accetto anche critiche negative, e forse avresti molto da scrivere...
Dafne
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@dafne84 said:
Ciao WWW,
Cerco sempre di evitare il lato religioso, troppe sono le diversità che ci accomunano e il messaggio diventerebbe univoco. E a dirla tutta non sono molto religiosa, la mia è una fede ad intermittenza..
Grazie ancora per il tempo spesoci sopra, accetto anche critiche religiose, e forse avresti molto da scrivere...
Dafne
Non hai saputo del 14 ottobre!
Il 14 ottobre dovevano arrivare delle astronavi-madri nell'emisfero sud e rimanerci per tre giorni in rappresentanza di varie razze di extraterrestri che fanno parte della Federazione.
Insieme a loro ci dovevano essere anche molte apparizioni della madonna e il ritorno di Gesù sulla terra.
Come non credere quindi alla Madonna e a Gesù? (e quindi a Dio, gli angeli, i santi eccetera eccetera, per tutti i diavoli!).
Il fatto che non li abbiate visti è dovuto al fatto che di fatto sono venuti solo da me: io li ho visti.
Sono venuti la mezzanotte fra il 13 e il 14 precisi come orologi atomici al cesio.
Non è che noi di casa avessimo granché ma quel poco che avevamo lo abbiamo diviso, anzi, sono stati loro a "divedere" con un laser ad eccimeri ad alta potenza.
La carne è stata "divisa" in pezzi triangolari di assoluta precisione e se li sono mangiata contemporaneamente tutti, avidamente come dei mostri alieni assatanati.
Il fatto è che non si sono mangiati solo la carne ma anche i pezzi di piatto e di tavola che stavano sotto (ca**o, i piatti erano di ceramiche di Vietri e il tavolo della Scavolini).
Se li ho visti io vuol dire che esistono e, di conseguenza, anche la Madonna e Gesù, io credo.
Sapete che io non scherzo mai su argomenti religiosi.
Amen
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....da me invece sono venuti verso l'ora di pranzo....