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							Bukowski: La mia prima poesia al computerA me piace soprattutto la narrativa di Charles Bukowski. E in questo senso la sua poesia nasce con quella e non il contrario. 
 Ma la potenza narrativa della sua penna ha forza di poesia.E con questa "dicitura" è stata edita anche in Italia. Questa che segue è raccolta in Spegni la luce e aspetta, edito da Minimum fax in traduzione italiana. Chi conosce un po' l'autore sa che ha avuto successo solo da vecchio, dopo una vita di lavori saltuari e una collezione di eccessi fisici ed emotivi. Ma ha avuto molto successo negli USA, e giustamente. La poesiola mi sembrava potesse rappresentare (entro i suoi limiti volutamente semplici) l'incontro tra il "vecchio poeta" - la Poesia (una delle prima arti?) - con un universo del tutto nuovo e inesplorato, Internet e l'era della comunicazione digitale (veicolata ed espressa dal computer). In questi termini la poesiola ha un suo valore, penso, al di là della sua apparente semplicità. La mia prima poesia al computer Mi sto avviando sulla strada della mortifera morte? 
 Sarà questo attrezzo ad assestarmi il colpo finale
 dopo che non ci sono riuscite le sbronze, le donne,
 la povertà?
 Forse Whitman ride di me dalla sua tomba? 
 Forse a Creeley gliene frega qualcosa?
 E queste righe saranno mese bene? 
 e io?
 Ginsberg farà risuonare il suo urlo? 
 Dammi conforto! 
 Rendimi felice! 
 Rendimi buono! 
 Rendimi attivo! 
 Sono di nuovo vergine. 
 Un verginello di settant'anni.
 O macchina, ti prego, non fottermi 
 oppure fottimi.
 Tanto a chi importa. 
 Parlami, o macchina! 
 Possiamo berci qualcosa insieme. 
 Possiamo divertirci un po'.
 **Penso a tutta quella gente che mi odierà perchè ho questo ** 
 computer.
 Vorrà dire che li metteremo nel mucchio 
 insieme agli altri
 e andremo avanti.
 Insomma questa non è 
 la fine,
 è l'inizio.
 
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Di Bukoswi ho letto solo alcune splendide poesie...meravigliosa quella sui gatti egizi e la magia nascosta, inascoltata del mondo. La ricerco e la posto. Questa francamente mi sembra un po' forzata, mi pare anche che ci sia un po' il vanto dell'essere poeta maledetto. 
 
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							Si, è forzata. Ma del resto molte delle sue "poesie" (almeno secondo gli editori) non sono altro che brani ripresi dai suoi racconti. Si anche alla tua seconda affermazione. Trovo che Bukowski spesso abbia volutamente sottolineato i suoi eccessi. E vantandosene anche. L'ho postata per l'associazione tra l'elemento "poesia" e l'elemento "computer", piuttosto rara e piuttosto inerente al "luogo" in cui ci troviamo a scrivere.  Concordo con te sul fatto che non presenta una musicalità particolarmente suggestiva, sembra più che altro un pensiero privato. Adesso ne cerco qualcuno più significativa. Se trovi quella sui gatti egizi postala senza alcuna pietà.  
 
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							Non mi piace troppo, ha detto lui, l'aspetto della gente 
 il suono della musica, il modo in cui si scrivono
 le parole.
 non mi piacciono affatto, ha detto, tutte le cose che ci
 insegnano, tutti gli amori che inseguiamo, tutte le morti
 che moriamo, tutte le vite che viviamo,
 non mi stanno molto bene,
 non mi stanno bene neanche un po',
 le vite che viviamo
 una dopo l'altra,
 ammucchiate là come se fossero storia,
 la rovina della specie,
 il frantumarsi della luce e il modo in cui lo fa,
 non mi piace troppo,
 non mi piace affatto,
 ha detto.credi che non lo sappia?, ho 
 risposto.mi sono allontanato dallo specchio. 
 era mattina, era pomeriggio, era
 seranulla è cambiato 
 tutto era lì immobile.
 qualcosa ha brillato, qualcosa si è rotto, qualcosa è rimasto
 com'era.sono sceso per le scale 
 che portano dentro.
 
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in other words the egyptians loved the cat 
 were often entombed with it
 instead of with the women
 and never with the dogbut now 
 here
 good people with
 good eyes
 are very fewyet fine cats 
 with great style
 lounge about
 in the alleys of
 the universeabout 
 our argument tonight
 whatever it was
 about
 and
 no matter
 how unhappy
 it made us
 feelremember that 
 there is a
 cat
 somewhere
 adjusting to the
 space of itself
 with a delightful
 gracein other words 
 magic persists
 without us
 no matter what
 we may try to do
 to spoil it.gli egiziani adoravano i gattispesso ci si facevano seppellire insieme 
 invece che con le donne
 e mai con i canima ora 
 qui da noi
 scarseggiano
 i sapienti
 di tal fattabenchè ottimi gatti 
 ozino ancora
 in grande stile
 nei vicoli
 dell'universocirca 
 la nostra discussione di stasera
 a proposito di
 non so più che,
 non importa
 quanto infelici
 ci ha fatti
 sentirericorda piuttosto 
 che da qualche parte
 c'è un
 gatto
 che trova
 il suo spazio
 con grazia
 deliziosain altre parole 
 la magia persiste
 fuori di noi
 per quanto
 ci sforziamo
 di spezzarlaLa trovo bellissima 
 
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							E' hai decisamente ragione. Anche il testo originale inglese meritava lettura. Grazie di aver condiviso questo Bukowski gattofilo e profondo. Io sono un devoto della razza felina. 
 E penso, con il poeta, che ogni gatto
 sia detentore di una bellezza e di un fascino trascendente,
 ineluttabilemente proteso verso la perfezione, verso l'estasi.Chi non ha mai convissuto con un gatto difficilmente 
 può capire quell'ammaliante odore dolciastro di pelo,
 e apprezzarne pienamente morbidità e sapore.
 E la grazia nel portamento, la fierezza negli sguardi,
 l'ostentata superiorità morale.Qui Bukowski, grazie a Diana, ci ricorda quanto sia ineluttabile la bellezza, 
 quanto la magia della vita fluisca indipendentemente
 dal cinismo con la quale la viviamo.Ringrazio la mia gattina che mi dona la sua magia  e Diana per avermi ricordato il motivo per cui coltiviamo 
 la bellezza.
 E a lei questa rosa, quindi.
 
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Molto galante, grazie. 
 Spalanchiamo occhi, naso, bocca, pelle per cogliere il bello che ci viene offerto gratuitamente ogni giorno. Che davvero verità è bellezza, bellezza è verità...