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Favoletta bucolica
Camminava nei campi, l'erba secca
che le faceva i dispetti ai polpacci
nudi; guardava le costellazioni
di lucciole, gli ulivi a sonnecchiare
sul colle come se fosse un cuscino.
Nel silenzio vibrante della notte
respirava profondo e si perdeva
in quel contatto corporeo, sensuale
con la natura. Assaporava l'aria
-rapita di lontano col respiro-
che la rendeva davvero partecipe
del paesaggio e che uscendole fuori
contaminata di lei, la spargeva,
la disperdeva tra gli ulivi e l'erba:
era seduta lì, sotto al ciliegio
ed al contempo era ovunque. Scendeva
giù dal dirupo planando sul vento,
di capriola in capriola rotolava
fino alla valle, aria, spazzando boschi
e città. Si sentiva respirata
dalle piante, dal cane che uggiolava
in un qualche cortile, dalla gente
nella città distesa sulla piana
e anche da lui che era là o chissà dove
forse a guardare, con la sigaretta
appesa in bocca, quella stessa luna
che illuminava lei. Lo penetrò,
frugandogli dentro, aria, percorrendo
il suo circuito intricato di vene,
lo carezzò dall'interno, con avida
dolcezza lo esplorò in ogni suo anfratto.
Inspirò: l'aria ritornava, gravida;
spalancò i bronchi e trattenne il fiato,
a lungo se lo fece penetrare
in ogni cellula. Poi soffiò l?aria
via, dolcemente, e si sentì di nuovo
respirata a sua volta. Per un po'
restò così, a respirarlo e a farsi
respirare, facendoci l'amore
come lo fanno i pollini nel vento.(perdonate la leziosità, mi sono vergognata a postare subito quelle un po' disperate e personali, comunque, salve a tutti e piacere di essere tra voi)
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Gradevolissima davvero!
Benvenuta Diana sul ForumGt e ... complimenti, sei già su google
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addirittura su google asd
Ti ringrazio del commento...
Ovviamente faBoletta è un errore -.-'
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Preferisci Fiaboletta ?
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LOL
[LEFT]*Ora che ho cancellato il tuo odore *[/LEFT]
[LEFT]di fumo e borotalco dal mio letto[/LEFT]
[LEFT]e il tuo numero dalla mia rùbrica,[/LEFT]
[LEFT]ora che ho posto chilometri e birre[/LEFT]
[LEFT]e birre e uomini e mesi tra noi,[/LEFT]
[LEFT]ora che con un tiepido sollievo[/LEFT]
[LEFT]scopro che non mi cresce dentro un figlio[/LEFT]
[LEFT]e che di te non mi resta più nulla;[/LEFT]
[LEFT]*ora, vorrei poter dire piangendo [/LEFT]
[LEFT]“**sì, sì con te sarei stata felice” * [/LEFT]
[LEFT]*ma mi è tristemente chiaro invece *[/LEFT]
[LEFT]che se ti avessi avuto mai, di certo[/LEFT]
[LEFT]anche con te sarei stata distratta[/LEFT]
[LEFT]anche con te sarei stata lontana[/LEFT]
[LEFT]anche con te sarei stata annoiata.[/LEFT]
[LEFT]*Felicità pura: neanche il rimpianto *[/LEFT]
[LEFT]di non averla me la fa sentire,[/LEFT]
[LEFT]ma la mancanza, sì, la sento forte.[/LEFT]
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Ciao Diana, ti faccio i miei complimenti..
le tue parole mi colpiscono..le mancanze lasciano sempre un grande vuoto ma l'esperienza forse riesce a dimezzarlo. Forse la felicità pura è un' utopia ma le piccolezze, le infinitesimali carezze di tutti i giorni ce la fanno sfiorare.
Non ti devi vergognare i sentimenti sono belli perchè ci rendono veri e umani. Nel campo della poesia le emozioni sono i motori portanti e le parole i mezzi per esternarle.
Sarebbe bello e costruttivo ricevere altre tue poesie e magari sentire la tua spiegazione.
Dafne
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Ciao Dafne, ti ringrazio molto...
Non so come spiegare la poesia meglio di così uhm...Forse che sono una volpe un po' diversa da quella della fiaba? Che al grappolo d'uva riesce magari ad arrivarci ma che quando lo ha fra i denti se lo sente acerbo...E allora preferisco davvero il grappolo così in alto che non può essere raggiunto, perchè da qua posso illudermi che sia perfetto. Ma questa folle legge dell'infelicità è degenerata ancora ed è come se ora, con veramente idiota fierezza, guardassi quel grappolo sprezzante e dicessi "guarda che lo so benissimo che se anche ti avessi scoprirei quanto sei acerbo".
E non so se sia davvero così (cioè non so se davvero, per forza, quel grappolo meno buono di quel che sembra), ma riguardo all'uomo di borotalco della poesia devo dire che tanto l'avevo sognato ma quando era lì, io ero distratta. E solo quando l'ho perso, cioè praticamente subito, ho ricominciato a volerlo veramente e più di prima...proprio nel momento in cui da difficile averlo diventata impossibile.
Oggi, anche se non pensando a lui, ho scritto tre versiciattoli che sono abbastanza attinenti:Felicità orizzonte irraggiungibile
e nel cammino costruisco strade
di delusione. Vivere a che serve?Tuttavia proprio oggi pensavo che proprio mentre teorizzo l'infelicità umana mi accorgo di non crederci veramente e comincio a pensare che sia destino dato a me (per colpa o per sfortuna) e non necessariamente a tutti. E guardo agli altri con invidia, come Sbarbaro alle bestiole, che solo loro gli pare possano voler bene veramente. (Qualcuno lo conosce Sbarbaro? Io lo adoro, come poeta e come uomo. Me lo sento veramente vicino in quanto a sentimenti).
E conoscendomi forse vi stupireste a trovarmi estremamente allegra e incapace di soffrire e amante delle cose e del mondo, fino alla commozione davanti al bello, ogni giorno. Io non sono triste; solo non sono felice, di quella felicità che ti fa sentire sul picco, che più su non c'è niente. Arrivata, SODDISFATTA, non mi sento mai.
Oioi, troppa prosa, perdono
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Cara diana,
L'illusione è ingrediente del nostro vivere, è bello pensare che la perfezione possa essere raggiunta ed è umano capire che è fantasia. Il sognare ad occhi aperti ci da la possibilità di aprirci alla razionalità, nel momento in cui giungiamo al pensiero che l'acerbo fa parte della maturazione. ( come sono contorta, scusami..)
A mio parere porsi il problema è uscire dalla fantasia perciò è essere con i piedi per terra: sicuramente meglio che dirsi: " non può che essere dolce e succoso" e poi accorgersi che si era in torto marcio.
Non porti il problema desiderare " l'uomo di borotalco" ed essere in dubbio sul volerlo è un dilemma di tutti.. mettere in gioco noi stessi è una grande sfida: "tempo al tempo" e vedrai che troverai la risposta.
Chi non conosce il grande Camillo? Montale lo definiva fanciullo giocoso e nutriva grande amicizia per lui..( vorrei postare alcune sue poesie, potremmo discuterci sopra)
Nessuno è veramente soddisfatto e forse tutto ciò ci porta inconsciamente a cercare il meglio, il cercare la felicità nelle piccolezze ti rende sensibile in un mondo privilegiato dalla routine e dai movimenti meccanici.
Dafne
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Postare qualche poesia di Sbarbaro mi sembra un'ottima idea...spero che sia come dici tu ( Chi non conosce il grande Camillo? ) e che lo conoscano in tanti, ma in realtà mi pare un poeta un po' bistrattato...Anche a livello editoriale (ormai da quello che ho capito è in commercio solo l'opera omnia di prosa e versi...volendosi comprare Pianissimo, insomma, ci si trova in difficoltà).
Ti ringrazio nuovamente per le opionioni e i commenti, confrontarsi su certe cose mi affascina sempre molto.
In quello che è ormai diventato il nostro spazio ti lascio un'altra poesiola, giusto qualche verso. E' sempre in endecasillabi anche se l'ho spezzata per un paio di ragioni metriche e per sottolineare alcuni termini. (A differenza vostra - vi vedo molto disinvolti e abili a scrivere - io sono ancora nella fase esercizi di stile - da cui tra l'altro non so bene se mi riuscirà mai di uscire-...sto cercando di familiarizzare con questa forma di espressione tanto bella quanto difficile e mi rendo conto bene che ancora caricarla di significati non mi riesce...sono come una bambina che prima di fare i temi deve imparare a disegnare le lettere).Come un vaso
giù
dal terzo piano,
cuore,
*esplode in un boato *
di schegge;*vaso *
che accolse
girasoli e rose,
*sul nero asfalto è *
*triste disordine *
*d’acquetta, *
*foglie *
e ceramica in pezzi.
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Ciao Diana,
io ho molta strada da percorrere, sono anch'io una bambina ai primi passi.
Per quanto rigarda la tua ultima poesia: è interessante la visione del vaso- cuore in frantumi..l'amore può regalare gioie ma anche dolori, siamo coscienti del rischio ma anche se sapessimo il suo fine non lieto saremmo in grado di tirarci indietro?
Non penso, anche se il vaso si è rotto..un giorno è stato il contenitore di stupende emozioni fiorite.
Il tempo rimedierà al triste dolore e renderà alla memoria i giorni felici.
Dafne