• Super User

    anche La Stampa se n'è accorta!
    lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=1711&ID_sezione=138&sezione=Anteprime dagli Usa

    finalmente un pò di visibilità per questo mercato! 🙂


  • User Attivo

    Quello di cui ci si dovrebbe accorgere è come funziona anche la germania con il .de (al di la del .com che è globale).
    Passano di mano .de per cifre tra i 30.000 e 50.000 euro settimanalmente e non sono i premium assoluti, che girano invece intorno ai 400.000 euro.
    Vedasi anche i co.uk (fra l'altro complicati da scrivere)
    Forse questo confronto farebbe meglio al mercato italiano di quello con i .com sentiti come mondiali e non nazionali.
    Per i domainer questo stato di cose può essere anche vantaggioso (e in qualche caso questo è stato capito) potendo acquistare a prezzi molto bassi domini di grande valore.
    Ciao


  • User Attivo

    Questa sera ne ha parlato anche il TG5. Non ho sentito il servizio perchè ero al telefono e la tv senza volume, ma il titolo che scorreva in basso diceva "vende sito sulla pizza e guadagna oltre 2 milioni e mezzo di euro" :rollo:
    Se qualcuno vuole dare un'occhiata e trascriverne il contenuto ci dovrebbe essere online l'ultima edizione, io purtroppo sto uscendo :ciauz:


  • User Attivo

    @perslata said:

    Quello di cui ci si dovrebbe accorgere è come funziona anche la germania con il .de (al di la del .com che è globale).
    Passano di mano .de per cifre tra i 30.000 e 50.000 euro settimanalmente e non sono i premium assoluti, che girano invece intorno ai 400.000 euro.
    Vedasi anche i co.uk (fra l'altro complicati da scrivere)
    Forse questo confronto farebbe meglio al mercato italiano di quello con i .com sentiti come mondiali e non nazionali.
    Per i domainer questo stato di cose può essere anche vantaggioso (e in qualche caso questo è stato capito) potendo acquistare a prezzi molto bassi domini di grande valore.
    Ciao

    Certo, però bisognerebbe capire chi compra e perché lo fa. Spiegare perché uno spende 30, 50, 400 mila euro per un dominio. Qui ti rispondono : io con quella cifra comprerei links, pubblicità e posizionerei ottimamente il mio sito su Google, altro che dominio.

    Chi sono i domainers? Sono quelli che comprano solo per rivendere in futuro il dominio ad altri domainers? Non credo che sia tutto lì, dev'esserci una giustificazione matematica fondamentale che spieghi un investimento di quella portata. Quali vantaggi offre un buon dominio rispetto ad uno cattivo? Questi vantaggi sono quantificabili in 400.000 euro? Se si, Perchè?

    Perché un .de viene venduto a 400'000 euro e un .it se arriva a 20'000 é il massimo?


  • User Attivo

    Ecco un esempio di risposte sui domini date anche da chi s'intende di web e che da anni vi opera

    h t t p : / / w w w. finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=905782

    "nome a meno che non hai una cosa supercollegata a quello che vendi non conta + niente. Però vedo anche qui in azienda si preferisce semrpe coprire tutti i buchi disponibili"

    La notizia di pizza.com viene discussa sullo stesso forum qui

    h t t p : / / w w w .finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=905152


  • User Attivo

    Ci sono cose imponderabili nell'animo umano e l'economia è una di queste.
    Credo che il modello che più si avvicina al domainer è il collezionista; come si fa a resistere all'idea di possedere un nome come newyork.com o london.com o cars.com per soli 10M$ se un quadro del periodo meno ispirato di Picasso ne costa 50? Non posso credere che un collezionista che può spendere 140M$ per un Pollock non desideri possedere virtualmente la città in cui l'artista ha sviluppato il suo genio. Almeno per me è incomprensibile, il collezionismo vuole le rarità, non c'è nulla di più raro dei domini a questo mondo, ne esiste uno solo che esprime compiutamente il significato di una data parola sul web.
    Diciamo che sono il bene più esclusivo acquistabile sul mercato e quindi al di là della loro utilità economica sono un bene voluttuoso esattamente come una ferrari o un villa in costa smeralda.


  • User Attivo

    @perslata said:

    Ci sono cose imponderabili nell'animo umano e l'economia è una di queste.
    Credo che il modello che più si avvicina al domainer è il collezionista; come si fa a resistere all'idea di possedere un nome come newyork.com o london.com o cars.com per soli 10M$ se un quadro del periodo meno ispirato di Picasso ne costa 50? Non posso credere che un collezionista che può spendere 140M$ per un Pollock non desideri possedere virtualmente la città in cui l'artista ha sviluppato il suo genio. Almeno per me è incomprensibile, il collezionismo vuole le rarità, non c'è nulla di più raro dei domini a questo mondo, ne esiste uno solo che esprime compiutamente il significato di una data parola sul web.
    Diciamo che sono il bene più esclusivo acquistabile sul mercato e quindi al di là della loro utilità economica sono un bene voluttuoso esattamente come una ferrari o un villa in costa smeralda.

    sicuramente un punto di vista interessante. In pratica é possibile che fare informazione sui domini in forum di marketing e seo sia completamente sbagliato. Sarebbe più appropriato orientarsi verso un target di collezionisti e far nescere in loro la voglia di collezionare domini. L'espressione : "possedere virtualmente la città (o un bene qualsiasi)" acquistando il dominio corrispondente sia perfetta in questo senso. 🙂


  • User Attivo

    Ciao,
    beh questo accadrà autonomamente senza alcuna spinta e si affiancherà al mercato commerciale in senso stretto.
    Se poi vogliamo considerare discorsi puramente tecnologici essendo le tecniche seo, di programmazione ed il capitale diffusi ad un buon numero di persone (ma essendo il dominio newyork.com unico) in una serp con la key "newyork" in cui compaiano beutyfullny.com niceny.com nyservice.com e newyork.com le persone riversano su quest'ultimo un quantum di attendibilità che non associano agli altri.
    Insomma da qualsiasi punto la si osservi, collezionistico, tecnico, brand il risultato non cambia newyork.com ne esiste solo uno.
    Difficile trovare in natura un bene così poco disponibile.
    Nel momento in cui si decida di competere seriamente su questa key l'investimento restituirà il denaro speso (anche solo in immagine, vuoi mettere scrivere sul biglietto da visita "a @ newyork . com" sulla email, molto più cool che indossare un rolex da 70.000 euro ;).


  • User Attivo

    Sottoscrivo tutto quello che dici, però sul fatto che accadrà automaticamente c'é qualcosa da dire perché bisogna considerare i tempi che potrebbero essere lunghi in Italia. Il marketing insegna che si può favorire la crescita di certi bisogni mediante determinate iniziative e la giusta comunicazione.


  • User Attivo