• User Newbie

    diffamazione a scuola quesito di estrema gravita'

    Gentile Avvocato e gentili forumisti buongiorno
    desideravo un parere legale per un episodio verificatosi nell'ambito della scuola media che mio figlio sta attualmente frequentando.
    I fatti: il 5 gennaio il papa' di una figlia frequentante la 2 media di quell'istituto accusa mio figlio (sempre frequentante la 2 media ma un altra sezione) innanzi alla Preside di avergli venduto un cellulare di probabile provenienza furtiva .Dopo alcuni giorni la Preside appura
    che nell'ambito della scuola non si e' verificato alcun furto di cellulare e per quanto riguarda la sua giurisdizione scolastica la ''pratica'' viene chiusa senza accuse ad alcuno ed ovviamente senza provvedimenti disciplinari.
    In questo modo verrebbero a mancare i presupposti per l'incriminazione di mio figlio per l'accusa di ricettazione o furto almeno nell'ambito scolastico, ma il genitore dell'accusatrice ribadisce il contrario accanendosi contro mio figlio che so per certo non ha compiuto il reato contestatogli. Desideravo un vostro parere se posso adire ad una querela per diffamazione nei confronti del genitore e della figlia accusatrice chiedendo eventuali danni per la profonda prostrazione psicologica che questo fatto ha generato in mio figlio portando ad una totale chiusura nei confronti della scuola e con propositi insani.
    Premetto che ho tentato una conciliazione ''amichevole'' per chiudere la questione perlomeno pretendendo le scuse ''ufficiali'' avanti alla Preside da parte dell'accusatrice ed il suo papa' ma con esito negativo.
    Per inciso La ragazzina ha ''asportato'' all'insaputa del genitore 100 euro necessari all'acquisto del cellulare (parole del padre) ed usando lo stesso per un mese finche' in padre se ne e' accorto.
    Gentilmente desideravo chiedere se l'inizio di una ''pratica'' come quella di una querela e' particolarmente onerosa poiche' in famiglia non abbiamo grosse risorse finanziarie a disposizione ( sono un modesto operaio monoreddito) ma nel contempo vorrei tutelare il buon nome di mio figlio riabilitandolo cosi' agli occhi dell'intera scuola che ormai l'hanno gia' tristemente ''schernito e deriso'' ogni momento anche a costo di ipotecare la casa se necessita!
    cornelio62


  • User Attivo

    Se suo figlio frequenta la 2° media ritengo abbia non più di 13 anni, quindi non imputabile secondo le leggi vigenti.
    Il "procedimento disciplinare" delle autorità scolastiche non ha alcun rilievo all'esterno.
    Se l'accusa è falsa effettivamente almeno una querela per diffamazione potrebbe starci e il costo della querela è zero.
    Basta presentarsi al comando carabinieri o polizia e dichiarare di voler querelare tizio (la figlia, se minore di anni 14, non può essere querelata) e spiegare che l'offesa è fatta in nome del figlio su cui si esercità la patria potestà.
    Il resto avviene d'ufficio da parte del PM. L'unico problema è che queste cose hanno bisogno di tempo (di solito non si chiude tutto prima di due anni) e, se si vuole un risarcimento, serve comunque un avvocato per la costituzione di parte civile.
    Se le sofferenze comportano problemi che necessitano l'intervento di uno specialista, allora lo specialista interpellato deve poi essere chiamato a testimoniare e bisogna che fatturi le prestazioni per chiederle come risarcimento danni.
    In Italia esisterebbe il gratuito patrocinio, ma i requisiti per l'ammissione sono in realtà molto tirati. Bisogna controllare.


  • User Newbie

    @Giberavv said:

    Se suo figlio frequenta la 2° media ritengo abbia non più di 13 anni, quindi non imputabile secondo le leggi vigenti.
    Il "procedimento disciplinare" delle autorità scolastiche non ha alcun rilievo all'esterno.
    Se l'accusa è falsa effettivamente almeno una querela per diffamazione potrebbe starci e il costo della querela è zero.
    Basta presentarsi al comando carabinieri o polizia e dichiarare di voler querelare tizio (la figlia, se minore di anni 14, non può essere querelata) e spiegare che l'offesa è fatta in nome del figlio su cui si esercità la patria potestà.
    Il resto avviene d'ufficio da parte del PM. L'unico problema è che queste cose hanno bisogno di tempo (di solito non si chiude tutto prima di due anni) e, se si vuole un risarcimento, serve comunque un avvocato per la costituzione di parte civile.
    Se le sofferenze comportano problemi che necessitano l'intervento di uno specialista, allora lo specialista interpellato deve poi essere chiamato a testimoniare e bisogna che fatturi le prestazioni per chiederle come risarcimento danni.
    In Italia esisterebbe il gratuito patrocinio, ma i requisiti per l'ammissione sono in realtà molto tirati. Bisogna controllare.

    Gentile Giberavv la ringrazio per la risposta esauriente postata.Senz'altro mi rechero' presso un posto di P.s. o CC per sporgere la querela ed eventualmente per l'assistenza di un legale faremo ulteriori sacrifici in famiglia onde evitare un onta maggiore di quella che stiamo subendo.Purtroppo duole dirlo che e' vero che le chiacchiere sono peggio della ''spada'' ed in un ambiente scolastico trovano terreno fertile.
    cornelio62


  • User Attivo

    Tenga presente che, finchè non si arriva al giudizio, il legale non è necessario. L'importante è indicare chiaramente, nella querela, chi sono i soggetti che hanno assistito alla scena (nome e cognome, se possibile la residenza) in modo tale che il PM possa sentirli come persone informate sui fatti, poi anche come testimoni.
    Altro accorgimento, ove possibile, sarà quello di andare a verificare, ogni 4-6 mesi, a che punto è il procedimento, affinché, ove ci siano problemi con le notifiche, non si perda il diritto alla costituzione di parte civile (bisogna recarsi presso la procura della repubblica competente e presentare una richiesta ex art. 335 c.p.p. in qualità di persona offesa dal reato).
    Quando inizia il processo è necessario prendere un avvocato e costituirsi parte civile.