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- Lavoro all'estero, tasse in Italia?
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Se avessi la casa, l'auto, la moglie in italia, risiedere in italia per piu di 183 giorni
MA
ltd inglese, clienti inglesi, lavoro svolto in inghilterra (servizi), pagato in cc inglese
dove devo versarle le tasse?
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Buonasera,
vi espongo brevemente la mia situazione:- Residente in Italia con prima casa di proprietà (agevolazioni prima casa)
- Lavoro dipendente all'estero per tutto l'anno vivendo in affitto
- Conto corrente italiano su cui mi faccio versare il reddito estero
- sostituto di imposta italiano (impresa familiare) grazie a contratto progetto annuale
- torno in Italia ogni due settimane in media per il weekend
Il datore di lavoro estero mi trattiene le tasse da versare allo stato estero, poi io dichiaro il reddito estero nel 730 italiano, assieme agli altri redditi e immobili italiani e pago la differenza.
Secondo voi sono in regola?
A fronte della nuova circolare dell'Ade sul "rientro dei cervelli in fuga" pensate che ho diritto alle agevolazioni? In fin dei conti ho conseguito una laurea estera e lavoro per un datore di lavoro estero. Il fatto di essere residente in Italia non dovrebbe precludermi le agevolazioni. Voi cosa pensate?
Saluti.
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Buonasera a tutti i membri del Forum!
Prima di tutto, vorrei ringraziare tutte quelle persone che mettono a disposizione di tutti le loro conoscenze in materia fiscale e amministrativa, aiutandoci a districarci nella quotidiana giungla burocratica!
E ora vengo alla mia questione: vivo e lavoro stabilmente in Svizzera da un anno (ho il permesso di dimora "B") ma non ho ancora proceduto all'iscrizione all'AIRE; vorrei sapere cosa prevede la legge italiana in materia di tassazione, tenuto conto che:-In Italia non percepisco alcun reddito e risulto residente nella casa dei miei genitori
-Non possiedo beni immobili di alcun tipo
-Possiedo un'automobile regolarmente re-immatricolata in Svizzera e radiata dal Pubblico Registro Automobilistico italiano
-Il "centro dei miei affari" è effettivamente in Svizzera e torno in Patria per brevissimi periodiGrazie in anticipo a chiunque voglia condividere la sua esperienza e/o conoscenza in materia!
Saluti svizzeri!
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Buonasera,
sono Paolo, ingegnere libero professionista. Da anni collaboro con una società di consulenza. Su loro richiesta da febbraio sto gestendo il nuovo ufficio della società negli Stati Uniti, sono giovane (33 anni) ma hanno molta fiducia in me. Ho accettato ma ad oggi non ho ancora sciolto un grosso dubbio fiscale. Negli Sati Uniti devo risultare dipendente, in Italia ho la partita iva. I primi mesi di lavoro li sto fatturando in Italia, ma da luglio dovrò essere pagato negli USA. Fiscalmente come mi devo comportare? Essere dipendente qua deriva dalla tipologia di visto che ho ottenuto (lavoro temporaneo). Gli USA ti tassano in quanto il reddito è prodotto qua, l'Italia perchè residente. Come mi devo comportare? Mi dispiacerebbe chiudere la partita iva.Grazie Paolo
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@criceto said:
Wango, la Ltd inglese è una società di capitali, paga le tasse (se dovute ... dato che la legislazione è oltremodo favorevole) in UK, i soci (se italiani) pagheranno le tasse in italia (non è proprio esatto ma ci siamo vicini).
Ovviamente i soci di una Ltd possono benissimo essere anonimi (uno dei motivi per cui si apre) per cui trai le dovute conclusioni ..he he he ...Ciao criceto, ho capito il discorso dei soci anonimi, ma io cmq avendo una casa, auto e moglie e dei figli che vanno a scuola in italia, dovro' produrre un reddito da qualche parte in italia, altrimenti il fisco italiano potrebbe dirmi in qualunque momento 'da dove paghi le tue bollette?'
resto confuso...:?
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ho letto tutti i post riguardanti la discussione e non capisco sinceramente questo dettaglio sempre inerente all'auto con targa italiana o casa di proprieta' italiana. Vivendo all'estero mica vuol dire che non abbiamo nulla. Posso pure avere un auto inglese ed una italiana e una casa di proprieta' in italia non esclude mica un contratto di affitto all'estero, mica dormiamo sotto i ponti quando non siamo in italia. Quindi vorrei capire come fa lo stato italiano a decidere la nostra residenza solo in base ad un auto.
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Ciao Wango,
la casa di proprietà in Italia e l'auto con targa italiana sono solo degli indizi che, in presenza di altri elementi, potrebbero portare il fisco a presumere che la residenza effettiva del soggetto cancellato dall'Aire sia in Italia e dunque qui debba dichiarare i propri redditi (oltre che nel paese estero). Ma si tratta solo di elementi indiziari ed è sempre ammessa la prova contraria da parte del contribuente. Quindi è perfettamente lecito possedere questi beni in Italia, ci mancherebbe altro!
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@marco.commercialista said:
Ciao Wango,
la casa di proprietà in Italia e l'auto con targa italiana sono solo degli indizi che, in presenza di altri elementi, potrebbero portare il fisco a presumere che la residenza effettiva del soggetto cancellato dall'Aire sia in Italia e dunque qui debba dichiarare i propri redditi (oltre che nel paese estero). Ma si tratta solo di elementi indiziari ed è sempre ammessa la prova contraria da parte del contribuente. Quindi è perfettamente lecito possedere questi beni in Italia, ci mancherebbe altro!ah ok, perche' leggendo qua e' la sembra quasi che devi tagliare qualsiasi legame con l'italia e dare fuoco all'auto
insomma penso che Aire o non Aire posso pure avere una casa di proprieta' in Italia o un'auto per quando vado a trovare i miei genitori in Italia, ma vivo cmq all'estero, ho un contratto di affitto in casa estera, una possibile auto all'estero etc.
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Ciao a tutti,
un ulteriore quesito: le convenzioni bilaterali (es. Italia - Gran Bretagna) prevedono l'esenzione dei redditi per dottorati per 2 anni, se al termine dei due anni ci si trasferisce in un altro paese conseguendo lo stesso tipo di reddito è possibile avere altre 2 anni di esenzione oppure dovranno essere pagate le imposte nello stato in cui si è vissuto per 183 giorni?
grazie
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Salve a tutti,
spero possiate aiutarmi, ho cercato su internet ma non ho trovato risposta a questa domanda.
La mia situazione è questa:lavoro come italian seo writer per una società americana, con sede in America. Io lavoro dall'Italia. Normalmente, quando lavoro con società italiane, faccio una ritenuta d'acconto e la cosa finisce li (tenendo conto di limiti di questa formula di ricevuta ovviamente).
Il mio dubbio però è questo: ricevendo soldi (via paypal) dall'America, immagino già tassati li dalla società, devo ulteriormente pagare le tasse anche qui in Italia? o valgono quelle pagate da loro in USA?
Grazie mille a tutti per l'aiuto che potrete darmi
Francesco
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@wippo said:
Buon giorno a tutti.
Vorrei contribuire con l'esperienza vissuta sulla mia pelle al problema della tassazione per i residenti italiani all'estero.
Premetto che quanto vi segnalo deve essere preso con prudenza verificando nel paese in cui vivete le regole applicate e le modalità di tassazione e convenzioni attuali esistenti.
Parlo di una famiglia con figli minori, se i figli sono maggiorenni o frequentano l'università o non si vogliono trasferire le cose sono differenti.Ad ogni modo ci sono 3 (tre) punti chiave da considerare per essere considerati residenti all'estero e devono essere tutti e TRE RISPETTATI.
1- Iscrizione AIRE : se conviventi o con moglie/marito e figli, l'iscrizione deve essere effettuata da tutti i membri della famiglia, la mancata iscrizione anche solo dei figli non fa decadere lo status ma vi complica la vita, ed in ogni caso il comune di residenza dovrebbe farlo d'ufficio per i figli minorenni, idem per la moglie.
2- Lavorare all'estero per più di 182 giorni +1 - ad ogni modo se lo fate solo per un anno e poi rientrate vi consiglio di valutare la possibilità di considerarvi con doppia residenza che è cosa un po diversa.
3- risiedere effettivamente all'estero (prova eventuale fatture bollette ricevute d'affitto etc.) e rientrare sporadicamente in Italia (van bene le ferie Natale e Pasqua ma non per 5 mesi... tanto per intenderci), cioè il centro vitale (famiglia, lavoro, scuola dei figli) è all'estero e non in Italia.Tanto per intenderci se io sono all'estero ma la mia famiglia e rimasta in Italia e la mia casa di proprietà è in Italia e all'estero sono solo in affitto, e rientro ogni 15 giorni in Italia ,non sono residente estero ma avrò la doppia residenza che è una cosina un po differente da quanto stiamo trattando. In Italia si chiama domicilio.:o
Bene, fatto e capito questo vediamo cosa abbiamo in Italia di nostro:
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Conto corrente bancario - Chiudere il conto e aprirne uno come residente estero. Potete tenere attivo il vecchio cc per un po ma poi è d'obbligo farlo perchè non siete a posto con le trattenute fiscali e anche la banca non lo è.
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Titoli azioni BTP etc... - vanno girati tutti sul conto residente estero.
Se prima avevate i titoli depositati nel Monte titoli spa che provvedeva al pagamento e alle ritenute per vostro conto (conto amministrato), come residente estero dovrete dichiarare interessi dividenti plusvalenze sul modello unico e pagarci le tasse residue (conto dichiarativo).
Stesso importo andrà dichiarato nel paese di residenza estera con relativa quietanza di tassa già pagata da portare in detrazione ,per effetto dei limiti della doppia tassazione, vedere le convenzioni in atto. -
Proprietà immobiliari - la prima casa se acquistata ai sensi dell'art.67 TUIR continua ad essere prima casa se vi avevate stabilito la residenza prima di trasferirvi all'estero. Se durante il trasferimento all'estero l'affittate il reddito andrà dichiarato in Italia, cosi come andranno pagate IMU Tassa rifiuti etc.
Se non la affittate (per alcuni anche se l'affittate ma io andrei cauto) per l'Italia rimane la vostra prima casa per cui nulla cambia.
L'eventuale reddito per l'affitto andrà dichiarato anche nel paese di residenza estera e avrà lo stesso trattamento degli interessi sui titoli, si somma. -
Auto moto etc - il comune una volta che vi ha iscritti all'AIRE dovrebbe comunicare i dati alla motorizzazione la quale dovrebbe mandarvi a casa gli adesivi da applicare sul libretto e patente (per le vecchie in formato cartaceo), pagare bollo e assicurazione se non tenuta in box. Alcuni dicono che bisognerebbe richiedere anche la targa come escursionista estero ma non ho trovato sufficienti indicazioni in merito e continuo ad informarmi.
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Altre proprietà immobiliari continuano ad essere tassate come prima ma ricordatevi di denunciarne il reddito e o le plusvalenze in Italia(sotto vedremo cosa fare nel nuovo paese di residenza)
Bene adesso vediamo cosa comporta essere residenti esteri nel paese scelto: io sono in Canada e quindi parlo del Canada anche se in linea di principio le cose non sono poi così differenti (vedere sempre convenzioni doppie tassazioni)
Una volta ottenuto il permesso di soggiorno con visto lavorativo durata max 3 anni rinnovabile per altri 2 o ottenuto permesso di residenza definitiva, ci sono un paio di cose da fare subito. Trovarsi un alloggio, affitto o acquisto dipende da voi. Iscriversi all'assistenza malattie (come nostra ASL) fatelo subito perchè ci mette circa tre mesi ad arrivare la tesserina e se state male in Canada vi spennano completamente (pronto soccorso 750 $ca solo per farsi visitare e se devono ricoverarvi avete finito di vivere) Richiedere il numero di Assicurazione Sociale (attenzione a questo numero: è il vostro identificativo, va solo dato allo stato obbligatoriamente e a nessun altro. Se qualcuno s'impadronisce del vostro numero può praticamente fare tutto quello che fate voi solo che poi a pagare sarete solo voi, vi rubano l'identità... per cui OCCHIO!!!), aprire un conto in banca (per tutte le questioni riguardanti le linee di credito si rimanda a forum differenti), iscrivere i figli a scuola etc.etc.
Pensate sia tutto .....ebbene no.
Dovete sapere che per quanto riguarda le tasse il Canada (ma anche l'Italia) considera i suoi residenti tassabili per tutto quello che producono nel mondo.
Quindi anche voi.
Allora dovreste alla prima dichiarazione dei redditi dichiarare quali, quante e che valore hanno tutte le vostre proprietà lasciate in Italia, come se alla data della vostra partenza voi le aveste vendute sul suolo ITALIANO (anche se non è vero) e le aveste ricomprate il medesimo giorno ma come residente CANADESE.
Questo perchè il Canada pretende che eventuali plusvalenze introitate dopo il giorno della vostra nuova residenza le si paghino in Canada.
La complicazione deriva però dal fatto che non esiste in Italia (che io sappia) per i privati cittadini (discorso diverso per le società o ditte) nessun modello fiscale che mi permetta di trasferire dei beni dall'Italia all'estero senza farne una effettiva vendita.:?
Nemmeno il tanto fantomatico modello RW che nessuno compila, sbagliando. Attenzione ai trasferimenti di denaro dall'Italia all'estero etc. l'omissione del RW vi fa diventare automaticamente evasori.Allora che fare se non esiste un modello?
Ecco alcune indicazioni: Prima casa in Italia.
Procuratevi una stima certificata da un abilitato comprovante il valore della vostra casa alla data di partenza o il più vicino possibile. Se per caso la vendete, visto che in Italia non pagate plusvalenze se l'avete abitata per più di 5 anni e un giorno ( anche in Canada la prima casa non viene tassata ma dovete dichiarala), avrete la possibilità di dichiarare il valore della plusvalenza dalla data di residenza e non da quella di acquisto.(Anche se non dovreste però in ogni caso pagare imposte in Canada sulla prima casa italiana)
Seconda casa e titoli.
Visto che non esiste questo famoso modello dichiarativo procuratevi ugualmente una stima certificata (per i titoli o fondi o azioni basta la quotazione di borsa sui giornali alla data e - del cambio -) .
Se vendete, le plusvalenze andranno dichiarate e pagate in Italia.
Lle stesse calcolate dal giorno della nuova residenza in Canada dichiarate e pagate in Canada e allo stesso tempo porterete in detrazione" pro quota-data" quanto pagato in Italia facendo riferimento al valore delle stesse al giorno del vostro trasferimento ( un po complicato e poi voglio vedere chi mi certifica il pagato "pro quota-data", ma così è e cosi funziona):x
Bene per il momento è tutto. Consiglio: se vi trasferite e lo fate definitivamente vendete tutto e portate via tutto, vi complicate meno la vita.
Se non vi siete iscritti all'AIRE e la vostra famiglia e i vostri beni risiedono in Italia non dovete cercare di capire cosa sono i residenti estero ,perchè voi siete ancora residenti in Italia, quindi dovrete tassare i redditi percepiti all'estero in Italia e non il contrario.Wippo sto provando ad inviarti MP ma hai la casella piena
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Ciao a tutti , sono nuovo del forum,
volevo gentilmente chiedere lumi sulla mia situazione : attualmente sono lavoratore dipendente per una ditta italiana che vende e fornisce assistenza all'estero , il punto è che io vorrei passare a essere lavoratore autonomo e trasferirmi in Guatemala , continuando a dare servizio come faccio attualmente per la stessa ditta , mantenendo la residenza in Italia, mi pare di aver capito che non è necessario aprire una partita IVA estera (lavoro occasionale) . In parole povere , sarebbe quindi sufficiente aprire un conto corrente in Guatemala e farmi versare lo stipendio su quel conto e poi dichiarare i redditi in Italia o devo aprire una partita iVA e quali sarebbero gli svantaggi/vantaggi?
grazie mille
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Ciao Claudio,
la questione riguarda la doppia tassazione tra l'Italia ed il Guatemala, nel senso che attualmente non c'è un accordo tra le due Paesi, quindi potresti essere obbligato a pagare le imposte sia in Italia che in Guatemala. Comunque per fare le opportune valutazioni sarebbe opportuno chiedere una consulenza per valutare la tua situazione fiscale approfonditamente. Es. Se paghi le imposte in Italia ma vivi per un lungo periodo in Guatemala (superiori a 183 o 184 giorni a seconda che si tratti di anno bisestile o meno), potresti incorrere in sanzioni in Guatemala o viceversa (World Wide Taxation).
Claudio
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@ClaudioL said:
Ciao Claudio,
la questione riguarda la doppia tassazione tra l'Italia ed il Guatemala, nel senso che attualmente non c'è un accordo tra le due Paesi, quindi potresti essere obbligato a pagare le imposte sia in Italia che in Guatemala. Comunque per fare le opportune valutazioni sarebbe opportuno chiedere una consulenza per valutare la tua situazione fiscale approfonditamente. Es. Se paghi le imposte in Italia ma vivi per un lungo periodo in Guatemala (superiori a 183 o 184 giorni a seconda che si tratti di anno bisestile o meno), potresti incorrere in sanzioni in Guatemala o viceversa (World Wide Taxation).
Claudio
Ok , ma la mia domanda cruciale era: posso lavorare per una ditta italiana che mi pagherebbe su conto estero senza aprire partita IVA e dichiarare i redditi sempre in Italia , o è necessario aprire partita IVA? grazie mille
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@claudio838 said:
Ok , ma la mia domanda cruciale era: posso lavorare per una ditta italiana che mi pagherebbe su conto estero senza aprire partita IVA e dichiarare i redditi sempre in Italia , o è necessario aprire partita IVA? grazie mille
Poichè ancora vivi in italia devi aprire partita iva in italia, una volta che tu sarai stabilito in guatemala allora si può pensare a procedere chiudendo la partita iva italiana e aprirne una in guatemala. Io se fossi il commercialista della ditta sconsiglierei di effettuare versamenti periodici in un conto corrente di un paese black list senza avere una adeguata documentazione a supporto ( fatttura/ricevuta estera).
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@ClaudioL said:
Poichè ancora vivi in italia devi aprire partita iva in italia, una volta che tu sarai stabilito in guatemala allora si può pensare a procedere chiudendo la partita iva italiana e aprirne una in guatemala. Io se fossi il commercialista della ditta sconsiglierei di effettuare versamenti periodici in un conto corrente di un paese black list senza avere una adeguata documentazione a supporto ( fatttura/ricevuta estera).
Quindi, per capirci, lei come "stabilito" intende, avendo spostato la residenza in Guatemala e non avendola quindi più in Italia?
Anche solo vivendo quindi in Guatemala ma mantenendo la residenza in Italia sarei obbligato ad aprire partita IVA in Italia per poter lavorare?
grazie mille
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Mi chiamo Salvatore, ed è la prima volta che scrivo in un forum. Scusamtemi il mio italiano, ma sono nato in Germania è non ho mai studiato la lingua italianan. Vivo dal 1997 in Italia. Mi occupo di progetti per impianti industriali.
Sto per accettare una proposta di una azienda con sede in svizzera. Io manterei la mia residenza in Italia (Treviso), quindi L?assunzione sarà con un contratto svizzero. Mi hanno già illustrato che percepisco un salario netto, già tassato secondo la legislatura svizzera, vuol dire sia le tasse per lo stato svizzero (1° pilastro), sia contributi per la pensione (2° pilastro). Inoltre con l?accordo bilaterale tra Italia e Svizzera posso mantenere la previdenza INAIL in Italia (tessera sanitaria, ecc) - ecco, non so se è vero questo. La mia domanda è la seguente: lo stipendio mi verrà corrisposto sul mio conto abituale in Italia, 1. devo dichiarare il reddito in Italia? 2. come verrà effettuato il calcolo della tassazione?
Ecco un?altro punto importante. Il mio lavoro lo svolgerò al 90 % presso i clienti, vuol dire RUSSIA, USA, CINA, in pratica tutto il mondo. Vado in Svizzera solo per riunione progetti, cmq poche volte.
Magari mi potete dare qualche aiuto per capire meglio la situazione.
Grazie mille
Salvatore
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Buongiorno ,
Il mio quesito è questo : io lavoro per una compagnia di navi crociera che battono bandiera portoghese (ibero cruiseros )
Sono residente in Italia ma lavoro per 8 mesi all'estero ... in Portogallo pago le tasse mentre in Italia mi hanno detto che non devo pagarle e quindi risulto disoccupato ... è realmente così ?
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@rosarioemanuele said:
Buongiorno ,
Il mio quesito è questo : io lavoro per una compagnia di navi crociera che battono bandiera portoghese (ibero cruiseros )
Sono residente in Italia ma lavoro per 8 mesi all'estero ... in Portogallo pago le tasse mentre in Italia mi hanno detto che non devo pagarle e quindi risulto disoccupato ... è realmente così ?Non risulti disoccupato in italia, risulti un lavoratore all'estero. In base agli accordi contro le doppie imposizioni vigenti tra Italia e Portogallo, l'art 15, sancisce che:
"...le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di navi o di aeromobili utilizzati in traffico internazionale sono imponibili nello Stato contraente nel quale è situata la sede della direzione effettiva dell'impresa."In poche parole se la tua azienda ha sede in Portogallo paghi per legge le tasse in Portogallo.