• User Newbie

    Sia su questo post che altri in giro per il web vedo solo persone che affrontano problemi che sono opposti al mio.
    Io sono iscritto all'AIRE da vari anni (+/- 😎 e vivo a Panama (considerata black list per lo stato Italiano). In tutti questi anni avro passato in Italia non piu di 5 settimane (in due vacanze) e qui non ho niente, assolutamente niente se non qualche amico.
    Adesso dopo tanti anni di lavoro mi trovo con qualche soldino e la voglia di comprare un piccolo immobile (o in alternativa una polizza assicurativa) per invertire quei soldi e prepararmi per un eventuale ritorno in Italia (con mia moglie che vive con me a Panama) se ne avessi voglia.
    Posso portare questi soldi in Italia per comprare la casa o la polizza? Posso essere perseguitato dal fisco o burocrazia varia? non ritengo dover pagare nessuna tassa in Italia in quanto le tasse sono state abbondantemente pagate in Panama. Ho mi sbaglio? Qualcuno ha gia avuto simili esperienze?
    Grazie per l'aiuto


  • User

    @Inshar said:

    Questo il testo dell'art. 15

    "1. Salve le disposizioni degli articoli 16, 18 e 19, i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un'attività dipendente sono imponibili soltanto in detto Stato, a meno che tale attività non venga svolta nell'altro Stato contraente. Se l'attività è quivi svolta, le remunerazioni percepite a tal titolo sono imponibili in questo altro Stato."

    A me sembra piu' una regola di esclusione, che esclude cioe' la sovranita' fiscale nazionale in presenza del criterio territoriale di produzione del reddito, in visrtu' appunto della convenzione. Se non vi fosse convenzione invece i residenti italiani che abbiano per ipotesi pagato anche all'estero potrebbero detrarre il relativo credito d'imposta.

    Anche io mi trovo nella tua medesima situazione (solo che il paese estero è il Regno Unito) ed anche io ho interpretato nella tua stessa maniera le disposizione della rispettiva Convenzione contro le doppie imposizioni: inoltre, posso assicurarti di aver cercato in lungo in largo la retribuzione convenzionale per un MEDICO ALLERGOLO ma non ho trovato l'inquadramento!

    Dopo aver chiesto a ben 4 colleghi molto più esperti di me, il risultato è stato quello di NON dichiarare nulla in UNICO 2010: inutile dirti che chiedere personalmente delucidazioni all'Agenzia delle Entrate non ha portato a risposta alcuna.

    Con la speranza che qualche luminare del forum ci conforti nelle nostre scelte, vi mando un gran saluto!


  • User Newbie

    Ho letto con interesse le tante informazioni qui riportate.

    Io sono nella seguente situazione:

    • Lavoro dipendente in UK da due anni, pago le tasse in UK
    • Immobile affittato in regola in Italia, pago le tasse in Italia
    • Residente in Italia a carico dei miei genitori
    • Mai iscritto all'AIRE

    Mi pare di capire che AIRE e posizione fiscale non sono molto collegati.

    Mi pare di capire che l'AIRE serve a garantire al cittadino servizi nel paese in cui spende vive.

    Mi pare di capire che per il fisco valgono piu' i legami con l'Italia (famiglia, beni mobili, conti bancari, etc..) per decidere se tassare un citttadino.

    Io non mi sono mai iscritto all'AIRE in quanto torno spesso in visita in Italia quindi posso usufruire dei servizi nella mia citta' italiana di residenza. Vivo pero' in UK a tempo pieno con lavoro dipendente. Credo tutto sommato di essere in regola con le tasse visto che non moglie/figli/beni mobili in italia, anche se chiaramente mantengo un conto bancario (anche per percepire gli affitti dell'immobile italiano).

    **La mia domanda e': se non mi iscrivero' mai all'AIRE, quindi per tutta la vita saro' stato residente in Italia come disoccupato a carico dei genitori, cosa succedera' quando cerchero' di portare in Italia i contributi pensionistici versati all'estero?

    Corro il rischio che NON vengano riconosciuti in quanto mai ho dichiarato la mia residenza e lavoro all'estero?

    Insomma, in una previsione a lungo termine, cosa e' meglio fare per essere sicuri che una eventuale pensione venga riconosciuta correttamente?

    **Grazie.

    Mart


  • L'ideale è maturare la pensione nello stato estero.


  • User Newbie

    Salve a tutti. Nuovo di questo forum, ho letto un po' di risposte ma non ho le idee chiare.
    Vi spiego il mio caso: lavoro in Albania fisso (quindi più di 183 giorni) dipendente di azienda locale (pago tasse e contributi esteri), iscritto AIRE, nessun reddito italiano, auto targa italiana, immobile di proprietà in italia. Devo dichiarare qualcosa in Italia.
    Grazie in anticipo per l'aiuto


  • User Newbie

    Cari tutti,
    grazie per le informazioni, mi avete confermato con casi specifici quello che avevo piu' o meno capito a livello normativo.
    Volevo farvi riflettere che cmq la legge e' logica: se MOGLIE, MOTO o AUTO immatricolate italiane, CASE, CONTO CORRENTE, RESIDENZA sono in Italia...perche' nn volete pagare le tasse in italia? Avete servizi e interessi in Italia, e' giusto pagarle in Italia. Peraltro, pagate solo la differenza tra tasse pagate all'estero (a credito) e quelle richieste in Italia.

    Io sono residente all'estero (zona Euro) ed ho tutto all'estero: pago le tasse, ho la residenza (iscritto all'AIRE e non ho diritto a nessun servizio in Italia), affitto all'estero (carissimo..), conto corrente estero e stipendio accreditato su conto estero, nessuna auto o moto intestata con targa italiana (non si deve vendere la moto, la si mantiene e si appone la targa del paese dove risiedete!anzi credo sia obbligatorio dopo alcuni mesi, credo 6 o 12), rientro in Italia saltuariamente per mare o montagna (proprio come uno straniero) e ho diritto solamente ai servizi sanitari del Paese dove lavoro, non in Italia, perche' e' all'estero che vivo e non in Italia.

    CONSIGLIO: se non si paga in Italia ma si la residenza, si e' evasori e la logica e' giusta: avete i servizi (es.sanitari, scuola dei figli), pagateli.
    Altrimenti, ed e' questo il mio SUGGERIMENTO prendete la residenza all'estero, non cambia nulla e vi levate da scomode situazioni...a PATTO CHE VIVIATE EFFETTIVAMENTE all'estero.

    Quello che vi chiedo e': con quali contratti si puo' essere inviati all'estero oltre al distacco (che ha durata limitata)?

    Saluti!


  • User Newbie

    Con le seguenti caratteristiche:

    -assunto d'azienda italiana ma trasferito all'estero
    -famiglia residente con me all'estero
    -due immobili sul territorio italiano
    -macchina in italia ma senza assicurazione (parcheggiata nel box)
    -iscrizione all'AIRE

    mi posso ritenere un residente fiscale estero e quindi pagare le tasse solo nel paese dove risiedo?

    Grazie per eventuali aiuti


  • User

    comunque ...

    anche ammesso che uno non sia iscritto all'aire (non lo e' circa il 70% dei residenti all'estero), e nella malaugurata ipotesi che ti becchino (come facciano non ho idea visto che hanno problemi a beccare i ben piu' rintracciabili artigianelli evasori fiscali di portata biblica tipo pittori, idraulici ecc.) vanno presi in considerazione i seguenti fatti:

    1 - gli anni di tassazione vanno in prescrizione dopo sei anni. Cioe' se hai lavorato all'estero nel 2005 a fine 2011 l'anno di contribuzione 2005 non e' piu' "indagabile". Quindi non e' che ti possono beccare a 80 anni.

    2 - con contratti di lavoro da 40 ore settimanali, bollette e contratti di locazione hai la possibilita' di provare la tua passata e presunta residenza all'estero.

    Se ci pensate l'aire di per se non e' una grande prova dato che ci si iscrive mandando un modulo a cui non si allega un bel niente (no contratto di lavoro o altra prova reale di residenza). Quindi se sono contenti dell'aire perche' non dovrebbero essere contenti dei un contratta di lavoro + un contratto di locazione + le bollette di british gas ecc ecc?

    Fonte: 2 commercialisti diversi che ho chiamato stamattina e che mi hanno entrambi confermato quanto detto sopra. Il fisco italiano deve fallire e lascire stare la povera gente.


  • User

    Il non essere iscritti all'AIRE non implica il dover per forza pagare le tasse in Italia.
    La prova della residenza fiscale ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni diventa più difficile ma non impossibile.

    Inoltre è vero anche il contrario, cioè che il fisco ha disconosciuto la residenza all'estero di persone iscritte all'AIRE.

    [...]


  • User

    @comm-internazionale said:


    esattamente quello che mi hanno confermato i miei commercialisti 😉

    P.S.: sarebbe bello sapere come e' andata ai partecipanti a questa conversazione. E cominciata un bel po' di tempo fa quindi magari riportare delle esperienze pratiche potrebbe essere interessante.

    ciao a tutti.


  • User Newbie

    Salve,

    vivo in UK da piu' di 10 anni con consorte (inglese) e 2 figli (inglesi) e non lavoro.
    Sono residente in Italia (senza iscrizione AIRE)e possiedo una macchina, che tengo in Italia da usare durante le mie vacanze e una casa che risulta come mio luogo di residenza.

    Non presento nessuna dichiarazione dei redditi in UK e nessuna in Italia. Sono perseguibile dal fisco italiano per qualche infrazione?

    Grazie .


  • User Newbie

    Salve a tutti,
    sò che ne avete già straparlato ma leggendo tutti i vostri commenti mi è venuta una paranoia mortale.
    Dunque vi spiego velocemente.
    Ho vissuto 4 anni in Olanda e a Gennaio mi sonpo trasferita a Londra.
    le ultime parole famose furono '' tanto ci rimango solo per 6 mesi....'' poi non so come ma la situazione mi è scivolata di mano.

    Ho mantenuto sempre la mia residenza in Italia (nel senso che non mi sono mai iscritta all'AIRE) perchè mi sono sempre detta che sarei ritornata presto e considerando che in Italia non ho alcuna proprietà (nè case, macchine e nemmeno più il motorino) e in Italia risulto non occupata, nessuno è mai venuto a bussare alla mia porta chiedendomi le tasse.

    Adesso non sò che fare:

    1. Potrei iscvrivermi all'AIRE ma stavolta sono veramente sicura del fatto che tornerò a casa presto quindi non sò se sbattermi con tutta questa burocrazia.

    2. Mantenere le cose come sono e pagare le tasse arretrate SE ce ne fossero (per che cosa dovrebbero mai tassarmi??mi hanno già dissanguato per bene in Olanda).

    A chi posso rivolgermi per compilare eventuali moduli e scartoffie varie?

    O ancora credete che sia necessario che lo faccia?

    Grazie infinite in anticipo e scusate l'ignoranza ma questo non è proprio il mio settore!

    Ale


  • User Newbie

    Buon giorno a tutti!
    Ho letto questa lunga ed interessante conversazione e vorrei fare una domanda anch'io per quanto riguarda la "doppia imposizione" delle tasse sul lavoro effettuato all'estero...spero davvero che qualcuno di voi possa aiutarmi.

    Sono un ragazzo italiano (con residenza in italia) e lavoro da un paio di anni circa in Canton Ticino come "collaboratore scientifico temporaneo" (solo 7 mesi all'anno) con regolare permesso di lavoro temporaneo ("Permesso L") della durata del contratto...ma ogni anno non si sa se l'anno dopo verrò riconfermato.

    Pago le tasse regolarmente nel paese in cui lavoro (ho le imposte alla fonte su ogni busta paga) e vorrei chiedere se anch'io devo pagare le tasse in Italia per il mio lavoro svolto in Svizzera. Lavorando 7 mesi all'anno, supero i 183 giorni che nei precedenti post avete scritto...

    Il mio stipendio non è uno stipendio "normale" con il quale si potrebbe vivere in Svizzera, infatti alloggio (con regolare "permesso di alloggio") dalla mia ragazza di cittadinanza svizzera che molto gentilmente mi ospita e così dividiamo le spese...Non potrei permettermi neanche un affitto con quello che prendo perchè corrisponderebbe, come potere d'acquisto, ad 800 euro al mese in Italia....se poi mi tocca pagare anche doppie tasse, allora paradossalmente ci guadagno di più a rimanere a casa con i miei senza lavorare. :dull:

    Per il fisco italiano, infatti, risulto ancora a carico dei miei genitori, non avendo un lavoro fisso e abbastanza remunerato da potermi rendere autonomo.

    Spero che possiate aiutarmi a capire questa cosa e a risolverla al più presto, nel frattempo vi ringrazio a priori per le eventuali risposte... :smile5:


  • User Newbie

    Buon giorno a tutti!
    Ho letto questa lunga ed interessante conversazione e vorrei fare una domanda anch'io per quanto riguarda la "doppia imposizione" delle tasse sul lavoro effettuato all'estero...spero davvero che qualcuno di voi possa aiutarmi.

    Sono un ragazzo italiano (con residenza in italia) e lavoro da un paio di anni circa in Canton Ticino come "collaboratore scientifico temporaneo" (solo 7 mesi all'anno) con regolare permesso di lavoro temporaneo ("Permesso L") della durata del contratto...ma ogni anno non si sa se l'anno dopo verrò riconfermato.

    Pago le tasse regolarmente nel paese in cui lavoro (ho le imposte alla fonte su ogni busta paga) e vorrei chiedere se anch'io devo pagare le tasse in Italia per il mio lavoro svolto in Svizzera. Lavorando 7 mesi all'anno, supero i 183 giorni che nei precedenti post avete scritto...

    Il mio stipendio non è uno stipendio "normale" con il quale si potrebbe vivere in Svizzera, infatti alloggio (con regolare "permesso di alloggio") dalla mia ragazza di cittadinanza svizzera che molto gentilmente mi ospita e così dividiamo le spese...Non potrei permettermi neanche un affitto con quello che prendo perchè corrisponderebbe, come potere d'acquisto, ad 800 euro al mese in Italia....se poi mi tocca pagare anche doppie tasse, allora paradossalmente ci guadagno di più a rimanere a casa con i miei senza lavorare. :dull:

    Per il fisco italiano, infatti, risulto ancora a carico dei miei genitori, non avendo un lavoro fisso e abbastanza remunerato da potermi rendere autonomo.

    Spero che possiate aiutarmi a capire questa cosa e a risolverla al più presto, nel frattempo vi ringrazio a priori per le eventuali risposte... :smile5:


  • User Newbie

    Salve,

    sono residente all'estero, iscritta AIRE, e lavoro per una organizzazione americana. La mia organizzazione non versa imposte sul mio reddito. Il paese in cui lavoro ha firmato un accordo sulla doppia tassazione con l'Italia. Ma pagare le tasse in questo paese e' molto complesso e mi obbligherebbe a farmi versare lo stipendio qui in valuta locale, mentre ora viene versato sul mio conto italiano. Cosa dovrei fare? In quale paese devo pagare le tasse? Grazie


  • User Newbie

    Buongiorno a tutti,

    Tanto per complicare la discussione vi descrivo la mia situazione:
    ? Lavoro in Italia da 2 anni (pagando le tasse e contributi qua), ma ho mantenuto la mia residenza a Budapest dai miei per vari motivi. 1) in 2 anni ho fatto 3 traslochi (sono in affitto) e finché non decido o trovo una casa definitiva non volevo cominciare a fare la lunga procedura del trasferimento della residenza 2) i proprietari di casa in cui abito/abitavo non mi volevano permettere di metterci la residenza e di conseguenza non ho bollette e niente a carico in Italia.
    ? Ho un immobile di proprietà a Budapest in affitto, ma la maggior parte delle bollette vengono a nome mio domiciliate sul mio conto corrente ungherese (sembrava più facile e semplice così)
    ? Visto che non ho la residenza in Italia, non ho potuto pendermi la macchina con la targa italiana, quindi ero costretta comprarmela in Ungheria e sto pagando tutto là (assicurazione, kasko ecc). Lo so che non va bene, visto che uso la macchina qua, ma non potevo fare altrimenti.
    ? La vera complicazione viene adesso. Il mese prossimo mi scade il contratto qua e verrò assunta da un?altra società che a la sede all?estero (in un terzo paese dell?UE), ma io dovrò svolgere il mio lavoro in Italia. Come devo fare? Residenza in Ungheria, domicilio in Italia contratto di lavoro altrove? Un po? complicato. Ma visto che vorrei usufruire i servizi sanitari ecc in Italia come devo fare? Pagare tutto in Italia? Pagare solo la differenza in Italia? Anzi mi viene il dubbio se devo pagare qualcosa anche in Ungheria?
    ? Se andassi con queste domande dall'Agenzia delle entrate mi sa che andrebbero in manicomio. Già ASL non riesce a gestire la mia situazione (ma questa è un'altra storia)

    Vi ringrazio in anticipo qualunque riscontro.


  • User Newbie

    Buongiorno a tutti.
    Negli ultimi 10 anni ho lavorato all'estero come dipendente per circa 300 giorni all'anno. Sono sempre stato residente in Italia ed ho sempre pagato tutte le tasse dovute. Adesso ho la possibilità di iniziare una attività propria in Polonia. Mi sono state prospettate due possibilità : a) aprire una partita IVA in Polonia e lavorare come libero professionista b) fondare una srl unipersonale ( sempre in Polonia ). Nel primo caso avrei ( si spera ) degli utili tassabili in Polonia, nel secondo caso potrei ricevere dalla Società un onorario come amministratore e percepire gli utili come dividendi alla fine del primo anno di esercizio (Ovviamente la società pagherebbe in Polonia le tasse sugli utili ottenuti ). Dato che rimarrei ( solo dal punto di vista fiscale ) residente in Italia, vorrei sapere quali sono le leggi che regolano queste situazioni e particolarmente quanto dovrei pagare di imposizione in Italia sugli emolumenti come amministratore e sui dividendi. Tengo a precisare che dal punto di vista fisico sarei all'estero per circa 280 giorni all'anno, con appartamento in affitto, ufficio, conto in banca, e tutto quanto possa essere riconducibile ad una base fissa, mentre in Italia tornerei di quando in quando e non svolgerei nessuna attività lavorativa o professionale. Potrei o meno iscrivermi all'AIRE ma questo non cambierebbe (credo) la mia posizione fiscale.
    Spero di non aver sbagliato discussione, perdonatemi ma è la prima volta che entro nel forum 🙂
    Grazie in anticipo a chi mi può dare qualche delucidazione


  • User Newbie

    Salve io ho piu o meno lo stesso problema perche' ho studiato un anno in inghilterra, mantenendo la residenza in italia, ma ho anche occasionalmente fatto delle ricerche per alcune NGOs che mi sono state retribuite, ancorche' pagate su conto inglese e quasi interamente spese li....dove pago le tasse?devo pagare le tasse? In inghilterra per redditi cosi bassi non e' necessario ma onestamente non saprei in italia la convenzione purtroppo dice che:

    Art. 21. **Studenti e apprendisti **
    Le somme che uno studente o, un apprendista il quale è, o era immediatamente prima di soggiornare in uno Stato contraente, un residente dell'altro Stato contraente e che soggiorni nel primo Stato contraente al solo scopo di compiervi i suoi studi o di attendere alla propria formazione professionale, riceve per sopperire alle spese di mantenimento, di istruzione o di formazione professionale, non sono imponibili in detto primo Stato a condizione che tali somme provengano da fonti situate fuori di questo Stato.

    quindi sono imponibili in Italia? ed a che titolo?la tipologia di contratto quasi neanche esiste da noi e poi che cambio dovrei applicare? Il pound ha oscillato parecchio rispetto all'Euro.

    Sono parecchio confusa!


  • User Newbie

    Buongiorno a tutti!

    Io mi trovo invece a vivere una situazione leggermente diversa da quelle descritte precedentemente (e forse un po' più "rara"):io sono cittadino Italiano residente in Italia e a breve potrei essere assunto da un'azienda inglese per continuare a svolgere la mia professione in Italia ma percependo una retribuzione direttamente dal Regno Unito.
    La domanda è: a che tipo di tassazione vado incontro? Premesso che credo di aver capito che comunque continuando ad essere residente in Italia e, soprattutto, continuando a lavorare in Italia, dovrò continuare a pagare al Governo Italiano esattamente le stesse tasse che pago attualmente come qualunque dipendente italiano, mi chiedo se il mio futuro reddito sarà assoggettato a trattenute ulteriori (magari all'origine) da parte del Governo Britannico!!! Dovrò pagare le tasse 2 volte?!?!?! nel caso in cui effettivamente ci fosse qualche trattenuta all'origine da parte del Governo Britannico, in che porzione inciderebbe su un ipotetico "stipendio lordo annuo"?
    Soprattutto: come verrà gestito il versamento dei contributi pensionistici INPS? Sarà l?INPS a richiederli direttamente all'azienda inglese? Oppure sarò io a dover prevedere versamenti "volontari"? In tal caso potrò anche astenermi dal momento che l'azienda inglese prevede già il versamento di contributi ad un fondo pensione britannico?
    Per finire qualcuno mi saprebbe dire se sia possibile (o ancora meglio scontato) che, lavorando io in Italia, l'azienda inglese mi assuma in accordo ad un CCNL italiano (con tutte le tutele e normative del caso)?

    Grazie mille in anticipo a chiunque mi volesse aiutare a sanare questi miei dubbi.
    :arrabbiato:


  • User Newbie

    Buon giorno a tutti.
    Vorrei contribuire con l'esperienza vissuta sulla mia pelle al problema della tassazione per i residenti italiani all'estero.
    Premetto che quanto vi segnalo deve essere preso con prudenza verificando nel paese in cui vivete le regole applicate e le modalità di tassazione e convenzioni attuali esistenti.
    Parlo di una famiglia con figli minori, se i figli sono maggiorenni o frequentano l'università o non si vogliono trasferire le cose sono differenti.

    Ad ogni modo ci sono 3 (tre) punti chiave da considerare per essere considerati residenti all'estero e devono essere tutti e TRE RISPETTATI.
    1- Iscrizione AIRE : se conviventi o con moglie/marito e figli, l'iscrizione deve essere effettuata da tutti i membri della famiglia, la mancata iscrizione anche solo dei figli non fa decadere lo status ma vi complica la vita, ed in ogni caso il comune di residenza dovrebbe farlo d'ufficio per i figli minorenni, idem per la moglie.
    2- Lavorare all'estero per più di 182 giorni +1 - ad ogni modo se lo fate solo per un anno e poi rientrate vi consiglio di valutare la possibilità di considerarvi con doppia residenza che è cosa un po diversa.
    3- risiedere effettivamente all'estero (prova eventuale fatture bollette ricevute d'affitto etc.) e rientrare sporadicamente in Italia (van bene le ferie Natale e Pasqua ma non per 5 mesi... tanto per intenderci), cioè il centro vitale (famiglia, lavoro, scuola dei figli) è all'estero e non in Italia.

    Tanto per intenderci se io sono all'estero ma la mia famiglia e rimasta in Italia e la mia casa di proprietà è in Italia e all'estero sono solo in affitto, e rientro ogni 15 giorni in Italia ,non sono residente estero ma avrò la doppia residenza che è una cosina un po differente da quanto stiamo trattando. In Italia si chiama domicilio.:o

    Bene, fatto e capito questo vediamo cosa abbiamo in Italia di nostro:

    • Conto corrente bancario - Chiudere il conto e aprirne uno come residente estero. Potete tenere attivo il vecchio cc per un po ma poi è d'obbligo farlo perchè non siete a posto con le trattenute fiscali e anche la banca non lo è.

    • Titoli azioni BTP etc... - vanno girati tutti sul conto residente estero.
      Se prima avevate i titoli depositati nel Monte titoli spa che provvedeva al pagamento e alle ritenute per vostro conto (conto amministrato), come residente estero dovrete dichiarare interessi dividenti plusvalenze sul modello unico e pagarci le tasse residue (conto dichiarativo).
      Stesso importo andrà dichiarato nel paese di residenza estera con relativa quietanza di tassa già pagata da portare in detrazione ,per effetto dei limiti della doppia tassazione, vedere le convenzioni in atto.

    • Proprietà immobiliari - la prima casa se acquistata ai sensi dell'art.67 TUIR continua ad essere prima casa se vi avevate stabilito la residenza prima di trasferirvi all'estero. Se durante il trasferimento all'estero l'affittate il reddito andrà dichiarato in Italia, cosi come andranno pagate IMU Tassa rifiuti etc.
      Se non la affittate (per alcuni anche se l'affittate ma io andrei cauto) per l'Italia rimane la vostra prima casa per cui nulla cambia.
      L'eventuale reddito per l'affitto andrà dichiarato anche nel paese di residenza estera e avrà lo stesso trattamento degli interessi sui titoli, si somma.

    • Auto moto etc - il comune una volta che vi ha iscritti all'AIRE dovrebbe comunicare i dati alla motorizzazione la quale dovrebbe mandarvi a casa gli adesivi da applicare sul libretto e patente (per le vecchie in formato cartaceo), pagare bollo e assicurazione se non tenuta in box. Alcuni dicono che bisognerebbe richiedere anche la targa come escursionista estero ma non ho trovato sufficienti indicazioni in merito e continuo ad informarmi.

    • Altre proprietà immobiliari continuano ad essere tassate come prima ma ricordatevi di denunciarne il reddito e o le plusvalenze in Italia(sotto vedremo cosa fare nel nuovo paese di residenza)

    Bene adesso vediamo cosa comporta essere residenti esteri nel paese scelto: io sono in Canada e quindi parlo del Canada anche se in linea di principio le cose non sono poi così differenti (vedere sempre convenzioni doppie tassazioni)
    Una volta ottenuto il permesso di soggiorno con visto lavorativo durata max 3 anni rinnovabile per altri 2 o ottenuto permesso di residenza definitiva, ci sono un paio di cose da fare subito. Trovarsi un alloggio, affitto o acquisto dipende da voi. Iscriversi all'assistenza malattie (come nostra ASL) fatelo subito perchè ci mette circa tre mesi ad arrivare la tesserina e se state male in Canada vi spennano completamente (pronto soccorso 750 $ca solo per farsi visitare e se devono ricoverarvi avete finito di vivere) Richiedere il numero di Assicurazione Sociale (attenzione a questo numero: è il vostro identificativo, va solo dato allo stato obbligatoriamente e a nessun altro. Se qualcuno s'impadronisce del vostro numero può praticamente fare tutto quello che fate voi solo che poi a pagare sarete solo voi, vi rubano l'identità... per cui OCCHIO!!!), aprire un conto in banca (per tutte le questioni riguardanti le linee di credito si rimanda a forum differenti), iscrivere i figli a scuola etc.etc.
    Pensate sia tutto .....ebbene no.
    Dovete sapere che per quanto riguarda le tasse il Canada (ma anche l'Italia) considera i suoi residenti tassabili per tutto quello che producono nel mondo.
    Quindi anche voi.
    Allora dovreste alla prima dichiarazione dei redditi dichiarare quali, quante e che valore hanno tutte le vostre proprietà lasciate in Italia, come se alla data della vostra partenza voi le aveste vendute sul suolo ITALIANO (anche se non è vero) e le aveste ricomprate il medesimo giorno ma come residente CANADESE.
    Questo perchè il Canada pretende che eventuali plusvalenze introitate dopo il giorno della vostra nuova residenza le si paghino in Canada.
    La complicazione deriva però dal fatto che non esiste in Italia (che io sappia) per i privati cittadini (discorso diverso per le società o ditte) nessun modello fiscale che mi permetta di trasferire dei beni dall'Italia all'estero senza farne una effettiva vendita.:?
    Nemmeno il tanto fantomatico modello RW che nessuno compila, sbagliando. Attenzione ai trasferimenti di denaro dall'Italia all'estero etc. l'omissione del RW vi fa diventare automaticamente evasori.

    Allora che fare se non esiste un modello?

    Ecco alcune indicazioni: Prima casa in Italia.
    Procuratevi una stima certificata da un abilitato comprovante il valore della vostra casa alla data di partenza o il più vicino possibile. Se per caso la vendete, visto che in Italia non pagate plusvalenze se l'avete abitata per più di 5 anni e un giorno ( anche in Canada la prima casa non viene tassata ma dovete dichiarala), avrete la possibilità di dichiarare il valore della plusvalenza dalla data di residenza e non da quella di acquisto.(Anche se non dovreste però in ogni caso pagare imposte in Canada sulla prima casa italiana)
    Seconda casa e titoli.
    Visto che non esiste questo famoso modello dichiarativo procuratevi ugualmente una stima certificata (per i titoli o fondi o azioni basta la quotazione di borsa sui giornali alla data e - del cambio -) .
    Se vendete, le plusvalenze andranno dichiarate e pagate in Italia.
    Lle stesse calcolate dal giorno della nuova residenza in Canada dichiarate e pagate in Canada e allo stesso tempo porterete in detrazione" pro quota-data" quanto pagato in Italia facendo riferimento al valore delle stesse al giorno del vostro trasferimento ( un po complicato e poi voglio vedere chi mi certifica il pagato "pro quota-data", ma così è e cosi funziona):x
    Bene per il momento è tutto. Consiglio: se vi trasferite e lo fate definitivamente vendete tutto e portate via tutto, vi complicate meno la vita.
    Se non vi siete iscritti all'AIRE e la vostra famiglia e i vostri beni risiedono in Italia non dovete cercare di capire cosa sono i residenti estero ,perchè voi siete ancora residenti in Italia, quindi dovrete tassare i redditi percepiti all'estero in Italia e non il contrario.