• Super User

    premesso che mi spiace per la situazione ai limiti del paradosso...

    io ho lavorato per 3-4 anni con PIVA ma con un rapporto continuativo (leggi: tutti i giorni fisso mensile) con una sola società.
    Adesso lavoro sempre per la stessa società ma senza rapporto continuativo (leggi: mi chiamano quando hanno bisogno dei miei servigi)
    in sostanza ho solo loro come cliente...a parte 2-3 fatturine l'anno per altre cosette da nulla...
    non mi sono mai posto il tuo problema in effetti...mi sa che è l'ennesimo lato oscuro di una legge fatta con buone intenzioni...


  • User

    Grazie per il supporto...

    a questo punto condiamo la notizia con altri particolari.

    A quanto pare se il fisco dovesse rilevare che tra un libero professionista con partita iva e un'azienda vi sia un contratto riconducibile in tutto o in parte a lavoro subordinato, può pretendere la conversione retroattiva del contratto a lavoratore dipendente e così, a seguito della relativa incongruenza per illecita amministrazione fiscale di un contratto ridisegnato, la relativa restituzione dell'iva messa in detrazione in quanto non dovuta. Tutto con valore retroattivo.

    Riassumendo, si perde il lavoro e si finisce con il pagare sanzioni come se si fosse un delinquente che ha evaso il fisco (anche quando non è vero)... altro che tutela dei lavoratori.

    Felicità allo stato puro dunque. 😞


  • User

    Mi sto informando per l'apertura di una S.A.S. con un'altro socio...

    Potrebbe essere una soluzione secondo voi?
    Non rappresentando più un libero professionista, ma costituendo una ragione sociale a titolo d'impresa, non dovrebbero più sussistere i vincoli della legge Bersani...

    Ne avete riscontro?

    Grazie


  • Super User

    Ciao Bites, l'idea può essere valida. Ma mi sembra più economico mantenere la tua posizione individuale e fatturare anche ad altri soggetti parte dei Tuoi compensi.

    Ciao


  • User

    l'interposizione di fatture non costituisce discontinuità...

    per tanto è irrilevante che vi siano più clienti se poi si configura una presenza fissa per anche uno solo di essi...

    La libera professione con questa finanziaria è quasi destinata a morire.


  • Super User

    Non capisco cosa tu intenda per interposizione. Se il rapporto principale vede l'alternarsi periodico con altri, seppur più piccoli, non si ha esclusività.
    Questo è il mio pensiero. Non altro. Ciao.


  • User

    Ti riporto uno stralcio della legge...

    I principali requisiti richiesti, perché si delinei l?esercizio di arti e professioni, sono quelli dell?abitualità e della continuità.
    Giova precisare che la continuità non va intesa nel senso che la professione debba svolgersi senza interruzioni, poiché si può avere continuità anche quando l?attività è svolta per periodi limitati di tempo, purché l?esercizio della stessa sia destinato a ripetersi.
    L?altro requisito richiesto è inoltre, come sopra detto, quello della abitualità, ossia della reiterazione nel tempo, in difetto del quale il reddito in esame costituirà un ?reddito diverso?.
    Infatti l?art 67, comma 1, lett. l, TUIR, affermando che:?Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell?esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo o in accomandita semplice, né in relazione alla qualità di lavoratore dipendente: i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere?, traccia la distinzione tra il reddito di lavoro autonomo e il reddito diverso in parola, proprio sulla base dell?elemento dell?abitualità.
    Il requisito dell?abitualità, inoltre, assume notevole importanza anche in relazione alla sottoposizione degli adempimenti previsti dalla disciplina dell?I.V.A..
    Infatti l?abitualità è condizione necessaria per la qualificazione del requisito soggettivo di cui all?art. 5 del D.P.R. 633/72, ovvero vi è coincidenza tra la definizione di attività di lavoro autonomo ai fini imposte dirette e imposta sul valore aggiunto.
    Conseguentemente il lavoro autonomo occasionale non configurerà il presupposto impositivo ai fini della IVA.


  • User

    se consideri la reiterazione nel tempo come attività riproposta nelle medesime condizioni, anche se infrapposta ad altre fatture per altri clienti, si ritorna nel concetto di abitualità...

    Questo significa che ai fini della nuova finanziaria non conta quanto c'è di mezzo, ma quanto ogni cosa si ripropone...


  • Super User

    Mi spiace ma non capisco cosa vuoi dire.
    Vuoi spiegarmelo ancora?
    Grazie. Ciao.

    p.s. L'unicità del cliente committente può far ritenere che sia dissimulato un rapporto di lavoro dipendente. Questo è un principio giuridico da sempre esistente..
    La legge Biagi e la normativa seguente hanno radicalizzato la repressione sul punto.
    Facendo si che si superi l'esclusività della committenza si supera la presunzione di simulazione. Spero di essermi fatto capire.


  • User

    Clienti: A, B, C, D

    Fatture:
    A
    A
    A
    B
    A
    C
    B
    A
    D
    A
    B
    C
    A
    D
    D
    A
    A
    A

    A = frequenza praticamente fissa, tutti i giorni (lunedì-venerdì) in assistenza...

    Ergo... le fatture B, C, D non determinano discontinuità

    A diventa fattore di continuità


  • Super User

    Leggo il tuo esempio e mi pare proprio chiaro. Non ravvedo però la possibilità di sussumere il caso di specie nella norma da Te citata.

    Continuo a pensare che, qualora si concretizzi la fattispecie concreta da Te rappresentata, non si possa in alcun modo contestare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato.
    Resto aperto a considerare eventuali aspetti da me tralasciati.
    Fammi sapere. Ciao.


  • User

    La società in cui svolgo assistenza tecnica (cliente finale quindi, non l'agenzia di servizi che mi fa da intermediaria), ha appena negato la possibilità di svolgere il mio lavoro presso di loro in qualità di azienda SAS.

    Il motivo?
    Sono titubanti sulla fattibilità in quanto hanno "il timore" che un eventuale controllo possa sollevare dubbi o irregolarità non previste.

    Incredibile ma vero... ritengono (*) che sia una situazione sul filo del rasoio... quando invece da altri miei riscontri anche legali, si parlerebbe di due realtà diverse (una azienda è una cosa, il libero professionista è un'altra).

    Non solo, altri miei colleghi sono passati proprio alla costituzione di SAS e SNC proprio per non dover incorrere in questi problemi e i loro clienti li hanno ben ricevuti a braccia aperte di fronte a questa unica soluzione.

    E pensare che per la società di servizi intermediaria non vi erano problemi...

    Da venerdì sarò DISOCCUPATO.
    GRAZIE ALLA NUOVA FINANZIARIA E ALLA LEGGE BERSANI.

    Note
    (*) Devo però sollevare da questa critica il capo della divisione e le stesse risorse umane che hanno fatto moltissimo per tenermi. Il parere negativo è giunto dal loro rappresentante legale per il lavoro.


  • Super User

    @Nobytes said:

    rappresentante legale per il lavoro.
    Cos'è??

    Mi spiace per la Tua vicenda ma, credo, non ci sia il pericolo di cui Ti hanno parlato. Forse le motivazioni sono altre e questa è solo la leggenda metropolitana utilizzata per giustificare scelte aziendali di tipo "economico".
    Buona fortuna.

    CIao.


  • User

    non direi... sarei stato io la scelta economica... in quanto s.a.s.
    L'altra proposta è farmi assumere dall'agenzia di servizi e il cliente sarebbe disposto pure a sostenere costi superiori dovuti al diverso inquadramento.

    A me potrebbe anche stare bene, il problema è che l'agenzia intermediaria ci fa non poca cresta e mi ha offerto un'assunzione da "quasi fame", nonostante abbia alzato i costi sul cliente.

    Detto questo il cliente ha "incomprensibilmente paura" di qualcosa di assurdo e si metterebbe persino a pagare di più... ma chi ci sta in mezzo ci ricama non poco...

    Non ricordo il termine corretto che hanno usato per indicare il loro "rappresentante legale" del lavoro, o quale consulente interno in materia...
    Sta di fatto che questo "simpatico signore" ha sentenziano in modo a me sfavorevole... Una persona che non è nemmeno dell'azienda. Una figura che non fa altro che esprimere pareri senza cognizione di causa... e qui mi fermo per non adare oltre.


  • Super User

    non direi... sarei stato io la scelta economica... in quanto s.a.s.
    L'altra proposta è farmi assumere dall'agenzia di servizi e il cliente sarebbe disposto pure a sostenere costi superiori dovuti al diverso inquadramento.

    A me potrebbe anche stare bene, il problema è che l'agenzia intermediaria ci fa non poca cresta e mi ha offerto un'assunzione da "quasi fame", nonostante abbia alzato i costi sul cliente.

    Seguendo il ragionamento svoltomi, non capisco il timore della committenza nei tuoi confronti e non nei confronti dell'agenzia intermediaria. Il problema descritto in quei termini vale più per loro che per te. Non ravvedo pertanto la fondatezza dell'interpretazione fornita e da Te descritta.

    E lo dico da addetto ai lavori.

    Non ricordo il termine corretto che hanno usato per indicare il loro "rappresentante legale" del lavoro, o quale consulente interno in materia...
    Sta di fatto che questo "simpatico signore" ha sentenziano in modo a me sfavorevole... Una persona che non è nemmeno dell'azienda. Una figura che non fa altro che esprimere pareri senza cognizione di causa... e qui mi fermo per non adare oltre.

    Trattasi probabilmente del "Consulente del Lavoro", figura professionale avente come oggetto il trattamento dei rapporti giuslavoristici dell'azienda.
    Mi pare quindi che la consulenza, sulla gestione dei possibili rapporti di lavoro che vedono quale datore, il cliente sia sua specifica competenza.
    La sua interpretazione invece mi pare da non condividere.

    E lo dico sempre da tecnico.

    Ciao


  • User

    ed io condivido pienamente la tua opinione...

    il loro "consulente del lavoro" non ha capito un benemerito tubo... la sua ultima è stata che al massimo mi potrebbero offrire un contratto (solo per consulenza diretta senza intermediari) di un anno... ma poi non si potrebbe rinnovare... (ma comunque resta titubante)...

    ma che mi hanno preso per uno stagista che passati i 6mesi + 6 non possono esservi ulteriori rinnovi?

    Per sottolineare l'assurdo... un lavoratore a tempo determinato (a progetto) può "esercitare" per un massimo di 36 mesi, quindi 3 anni, dopo di che o passa ad assunzione a tempo indeterminato o si chiede ai sindacati di settore l'autorizzazione a rinnovare per il quarto anno successivo...

    Secondo il "consulente del lavoro" quindi una S.A.S. è al pari di uno stagista e al contratto è inferiore a quello di un lavoratore a progetto...

    Dai diciamolo... "si droga" e non poco sto tizio... 🙂