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    Contabilità Sezionali

    Salve,

    vorrei esporre il caso di una S.r.l. che ha iniziato la sua attività ponendosi sul mercato come consulente per nel campo del desing & styling (campo abbigliamento)
    Inizialmente ha messo in contatto cliente e fornitore prendendo delle provvigioni su quanto il primo acquistava dal secondo, ponendosi come un consulente. Di qui' il rifiuto dell'Inps di iscrivere la società alla gestione commercianti.

    In un secondo momento, la società ha inziato a comprare la merce (dagli stessi fornitori ai quali prestava consulenza) e rivederla (agli stessi clienti ai quali il fornitore di cui sopra la rivendeva). A questo punto non vi é dubbio che la società svolga commercio all'ingrosso, pertanto tenuta all'iscrizione alla gestione commercianti. L'Inps in fatti la stà iscrivendo.

    Ritenete che detta società debba tenere una contabilità con i sezionali, dividendo la parte di mero commercio da quella di pura consulenza?

    Se interpretiamo la consulenza come l'esercizio di un'arte o una professione direi di se.... ma se questa venisse vista come un compenso riconosciuto a titolo di provvigione ( e quindi una attività commerciale ) forse la contabilità a sezionali potrebbe essere evitata.

    Ringrazio in anticipo chi vorrà arricchire la discussione con un contributo.

    commercio all'ingrosso di abbigliamento e nel contempo prende provvigioni sulla produzione delle collezioni é interessata alla tenuta della contabilità con i sezionali?

    L'art.36 D.P.R. 633/1972 sancisce che che é necessario allorquando ci sia concomitanza di esercizio di impresa e arti o professioni.

    Che il commecio sia attività di impresa non vi é dubbio, ma le provvigioni su quanto prodotto?


  • Bannato User Attivo

    Avere una doppia numerazione per le fatture emesse (commercio e provvigioni) ed un sezionale in più con un registro riepilogativo per le liquidazioni ritengo non sia un problema anzi.