• Super User

    ...facile che c'è da capire 🙂

    Sono lieto che sia facile per te.

    Questo ti permetterà di parlarci vivamente del riferimento all'eterno ritorno di Nietzsche a noi, coattazzi strafatti di vinavil al bostik che non conosciamo Nietzsche 😄


  • Moderatore

    @Andrez said:

    .... a noi, coattazzi strafatti di vinavil al bostik che non conosciamo Nietzsche 😄

    ZNORT! Non più coattazzo di me, tieniti il tuo latte più e lascia il Vinavil a me.:lol:


  • User Attivo

    [CENTER]**Scheda del libro **[/CENTER]

    1. Autore: Milan Kundera

    2. Titolo: L'insostenibile leggerezza dell'essere. (Nesnesitelná lehkost bytí)

    3. Casa Editrice e luogo d'edizione: Adelphi - Milano.

    4. Data 1° edizione e ultima: maggio 1989 - giugno 1994

    5. Traduzione di: Antonio Barbato

    6. Tipo di Narrazione (prima o seconda persona): in terza persona, ed a volte in prima.

    7. Genere del componimento: romanzo biografico riflessivo con critiche ed analisi sul comportamento dei personaggi.

    8. Note biografiche e bibliografiche:
    Milan Kundera è nato in Cecoslovacchia. Nel 1975 si stabilisce in Francia. Di lui oltre "L'insostenibile leggerezza dell'essere" (1985) sono apparse presso Adelphi le seguenti opere: "Lo scherzo" (1986), "La vita è altrove" (1987), "L'arte del romanzo" (1988), "Amori ridicoli" (1988), "Il valzer degli odii" (1989), "L'immortalità" (1990), "Il libro del riso e dell'oblio" (1991) e "Jaques e il suo padrone" (1993).

    9. Periodo storico, luoghi e personaggi:
    il punto di riferimento temporale è l'invasione russa della Cecoslovacchia del 1968, i luoghi non sono ampiamente descritti ed i personaggi principali sono: il medico chirurgo Tomá?, sua moglie Tereza, il giovane Franz e la pittrice Sabina.

    10. Riassunto:
    Tomá? è sempre stato legato a diverse donne, dopo essersi separato dalla moglie era convinto di non dover tornare con un'altra con la quale condividere la propria vita, finchè non conosce Tereza.

    E' a causa di una serie di coincidenze che lei gli si presenta e forse proprio per questo lui si sente attratto. Non riuscirà più a sopportare la "leggerezza" di una vita senza una donna fissa, ma poi stando con Tereza non riesce neppure a sopportare la "pesantezza" di rimanerci e infatti continua ad andare anche con altre donne.

    Tereza è una persona debole e stava con lui per un grande bisogno di sentirsi amata e protetta; scappata dalla madre che la teneva prigioniera in un mondo in cui le persone dovevano essere tutte uguali, va a vivere con Tomá?. Lui però la fa soffrire andando con altre donne e Tereza cercava qualcuno che la facesse sentire unica invece Tomá?, per quanto le volesse bene, non poteva farlo, così le regalò un cane che assunse per lei un ruolo importante nella sua vita.

    Tra le amanti di Tomá? spicca Sabina la quale è un'artista ed è molto simile a lui, nella sua vita è sempre stata attratta dalla ribellione. Ha tradito i genitori quando era piccola, non sopportava che a scuola le facessero fare quadri realistici, lei voleva spaziare, cercava Picasso e nei suoi quadri rappresentava tutto ciò che per lei la gente non voleva accettare, guardava oltre il semplice disegno.

    Sabina aveva un'altro uomo e questo era Franz che era sposato, con una figlia che non sopportava perchè simile alla madre; entrambe non sono capaci di capire cosa vogliono dalla vita e vivono facendo le stesse cose e convincendosi di essere felici.
    Franz così decide di lasciare la moglie per Sabina, ma proprio per questo ella decide di lasciarlo.
    Egli poi andò in guerra e si fece ammazzare.

    Sabina partì per non dover sopportare che tutti sapessero di loro due.
    Tomá? e Tereza andarono a vivere in campagna dove trovarono la pace e la serenità prima della morte.

    11. Commento:
    L'insostenibile leggerezza dell'essere è un libro particolarmente incisivo sulla riflessione della nostra vita di tutti i giorni e del comportamento psicologico e istintivo di qualsiasi persona che si comporta in base a stimoli sia interni che esterni concernenti sentimenti, azioni e perciò modi di comportarsi a seconda delle situazioni che ci circondano.

    Mila Kundera ha colto questi aspetti racchiudendoli in due storie d'amore significative, legate l'una all'altra da avvenimenti adulterini e situazioni superficialmente pesanti che si rivelano, in fondo, umane e perciò giustificate.
    Lo scrittore ha usato un lessico di facile comprensione ed un metodo brillante nella costruzione del testo, infatti il libro presenta diversi flash back inseriti nella narrazione stessa, anche se a causa di questi è facile fare confusione ed inoltre, perchè il testo è diviso in tanti capitoli completamente separati l'uno dall'altro, se non da particolari che sorgono durante lo svolgimento.
    La vicenda risente dell'invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968 e questa porta lo svolgersi degli avvenimenti dalla svizzera, dove i due personaggi si rifugiano, per poi ritornare in patria e ritirarsi in campagna.

    Gli ambienti circostanti sono descritti raramente proprio perchè l'autore si è basato soprattutto sul tramandare le sensazioni, gli stati d'animo, la paura e l'amore dei personaggi, i quali rappresentano la figura di qualsiasi persona reale; con i suoi difetti, abitudini, desideri condizionati particolarmente dall'infanzia passata.

    Kundera ha voluto sottolineare quanto le cose possono cambiare sotto diversi punti di vista, esaminando gli avvenimenti accaduti e meditando proprio durante lo svolgersi dell'azione, impostando così una vera e propria riflessione sulla vita.
    Ovviamente le tematiche affrontate sono l'amore e tutti i sentimenti e le sofferenze interiori che ne fanno parte e gli istinti che portano alle decisioni migliori anche se a volte spietate o crudeli; inoltre viene sottolineato il passaggio che esiste tra l'altruismo e l'egoismo rappresentato in modo naturale e giustificato ed in ogni modo umano.

    L'intero romanzo è retto, inoltre, dal caso che rappresenta ovviamente tutto quello che avviene una volta sola e per certe coincidenze, questo viene chiamato dall'autore "leggerezza dell'essere" proprio per il fatto che è un avvenimento che non si ripeterà più e lascierà all'uomo l'interesse di riprovare o di cercare qualcos'altro di così insostenibile. Mentre viene definito pesante tutto ciò che si ripete metodicamente tutti i giorni, dal quale si tende a sfuggire per raggiungere qualcosa di ignoto, qualcosa che non ci obbliga a comportarci in modo piatto e conformista.

    Ed è qui che si spiega il motivo Beethoveniano "Ess muss sein!" (deve essere) attraverso il bisogno di cercare quello che si ha perso, pur di perdere ciò che, apparentemente, è positivo; alla fine di tutto si sente la mancanza di ciò che è stato pesante per poi rivelarsi leggero una volta raggiunto.
    E' stato veramente originale il modo di descrizione e narrazione di Kundera; il fatto di presentare al lettore una situazione vista dagli occhi di un personaggio per po ripresentarla sotto l'aspetto di un altro personaggio ed infine riflettere tramandando i pro ed i contro di quello che è successo.

    Tutto questo è narrato in modo schietto, senza tabù e così si crea un'atmosfera di completo realismo che aiuta ad immedesimarsi nel racconto ed a capire meglio quei concetti che scritti diversamente non sarebbero stati tali.
    Proprio sotto questo aspetto sono rimasto colpito, del fatto di scrivere le cose come stanno, vere e pure; Kundera potrebbe presentarsi, a qualche lettore, un tipo 'sbruffone', ma al contrario è un uomo che ha capito, è un uomo particolarmente saggio, consapevole di tutto quello che circonda il nostro modo di essere, senza pro e contro, cioè uniforme.

    E' interessante poi la figura tipo "della persona kitch" che è, più o meno, in ognuno di noi; è una realtà un pò cruda che bisogna accettare, non perchè indispensabile, ma perchè dalla quale non si riesce a sfuggire, anche nel minimo modo.
    Siamo circondati da persone che possono avere cose comuni a noi e viceversa, inoltre il nostro carattere è influenzabile, per il fatto che qualsiasi individuo, anche una volta nella vita, si è comportato allo stesso modo di un altro.
    Sta poi nella persona stessa accrescere ciò che ha avuto dentro con quello che preferisce, dipende poi dalla forza o fragilità del carattere e del proprio io.

    Il punto centrale è il fatto di ascoltare sè stessi e di seguire i propri ideali che, giusti o errati, rimangono sempre la cosa migliore da seguire; le persone che riescono a capirsi avranno un'idea più chiara della propria vita ed è qui che entra in ballo l'istinto interiore, ciò che porta un individuo ad agire in un certo modo.

    Rimane però infine l'oppressione di un sistema totalitario, dal quale se si riesce a fuggire si ha già compiuto un passo importante e questo lo si può capire dalla fine del libro dove i due personaggi, Tomá? e Tereza, trovano quello che cercavano in campagna, lontano dal conformismo del loro passato.

    • Skuomno 18.08.1995 - 😄

  • Moderatore

    Bastava in semplice "Bel libro" 😉


  • Super User

    @Dexter said:

    Bastava in semplice "Bel libro" 😉

    Forse in un'altro forum.
    Qui direi proprio di no. 🙂

    Siamo qui per discutere e sentire opinioni no?
    Capisco che tu non te la senta di parlarci del citato Nietzsche, ma mi sembra di capire che non hai afferrato bene lo spirito del ForumGT :ciaosai:


  • Moderatore

    @Andrez said:

    Siamo qui per discutere e sentire opinioni no?
    Capisco che tu non te la senta di parlarci del citato Nietzsche, ma mi sembra di capire che non hai afferrato bene lo spirito del ForumGT :ciaosai:

    E vabbè, ore 0.53 si parla di Nietzsche, anzi no si parla di Kundera e dell'eterno ritorno che li ha accomunati.

    "Se ogni secondo della nostra vita si ripete un numero infinito di volte, siamo inchiodati all'eternità come Gesù Cristo alla croce. E' un'idea terribile. Nel mondo dell'eterno ritorno, su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità. Ecco perché Nietzsche chiamava l'idea dell'eterno ritorno il fardello più pesante. Se l'eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza."

    Se ogni cosa è destinata a ripetesi all'infinito il peso di questo post prevarica le discussioni, sarai destinato a rileggerlo continuamente non potendo cambiare opinione, e porterai questo fardello in giro per il forum, rendendo pesante ogni tuo nuovo post sulle note di Beethoven "Muss es Sein? Es Muss Sein! Es Muss Sein!".

    Ma se ti stacchi dal fardello più pesante e prendi il volo verso l'alto, ti allontani dalla terra e dall'essere terreno, un semplice ZNORT! può pure bastare.:lol:


  • Super User

    🙂


  • Moderatore

    😉


  • User Newbie

    L'ultimo movimento dell'ultimo quartetto di Beethoven è scritto su due motivi: Muss es sein? (deve essere?). Es muss sein! (deve essere!). Perché il senso delle sue parole fosse del tutto chiaro, Beethoven scrisse in testa all'ultimo movimento le parole: Der schwer gefasste Entschluss: la risoluzione presa con difficoltà, la grave risoluzione. La grave risoluzione è unita alla voce del destino (Es muss sein); pesantezza, necessità e valore sono tre concetti intimamente collegati: solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore. L'idea dell'eterno ritorno accomuna Nietzsche all'eroe beethoveniano: la grandezza di un uomo risiede nel fatto che egli porta sulle spalle il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste.
    (Milan Kundera)

    Meraviglioso questo libro, si, credo anche io che per coglierne a fondo alcuni tratti sia necessario rileggerlo più volte.. del resto lo stesso vale per alcuni film, come per esempio "La sottile linea rossa".

    Ciao a tutti! 😉


  • Consiglio Direttivo

    Ciao ElisaMaria e Benvenuta nel forum gt. 🙂

    Grazie per questo tuo interessantissimo approfondimento musical-letterario: una prospettiva inedita di interpretazione e uno spunto prezioso di riflessione.

    Torna pure a trovarci quando vuoi; sarà un onore e un piacere leggerti ancora.

    Saluti e alla prossima.

    :ciauz: