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Disiu.it presenta il frutto dell'amore: il vino di Sicilia
Arterie di sangue scorrono attraverso la Sicilia. E’ il sangue che, da una millenaria tradizione, ha dato vita a sfaccettature culturali, le quali, viste da un caleidoscopico filtro, potrebbero assimilarsi ad una gradazione che va dal rosso intenso al bianco perlato.
Si tratta del Vino di Sicilia, prelibato succo della terra siciliana, amato da quest’ultima e dai suoi raffinati bevitori.
Perciò non è un caso che i termini Venus e Venere abbiano la stessa radice etimologica di “vino”; insieme si originano dalla parola sanscrita “vena”: amare;
l’amore che i siciliani esprimono continuamente per tale bevanda, associandola in diverse e pur contrapposte sfere dell’umano: nel divino e nel profano il Vino della calda Sicilia fa sempre la sua parte.
Nell’altare è simbolo di vita spirituale, nelle tavole è il signore di gustosi e deliziosi manicaretti.
L’abbinamento del vino di Sicilia al piatto tipico di ogni cucina è fondamentale, e non deve dare spazio ad improvvisazioni azzardate. La parola d’ordine è “armonia” : ai piatti dal gusto forte, ricchi di proteine e di grassi, andranno accoppiati vini siciliani altrettanto robusti; ai piatti leggeri si affiancheranno vini siciliani bianchi o rosati, mentre ai dolci, i vini di Sicilia da meditazione come il Marsala o il Moscato.Breve storia del vino in Sicilia
Spetta ai Fenici il primato nell’aver introdotto la pregiata bevanda in tutto il Mediterraneo e, naturalmente, anche in Sicilia.
Ma il ritrovamento di viti dette “ampelidi” scoperte alle falde dell’Etna e nell’Agrigentino, dimostrano la presenza della vite selvatica, facente parte della rigogliosa flora mediterranea, già nell’Era Terziaria.
Con l’arrivo dei Greci nell’Isola ( VIII sec. a.C.), la cultura enoica di questo grande popolo trovó terreno fertile in Sicilia.
In 500 anni di permanenza nell’Isola trasformarono le abitudini dei Siciliani, che divennero veri esperti nella coltivazione della vite.
Sotto i Romani ( III sec. a.C. ), sebbene ristretta a poche zone, la coltura della vite era piuttosto importante: la Malvasia delle Eolie, il Pollio di Siracusa, il Mamertino di Messina venivano esportati ed apprezzati in tutto il mondo latino.
Nei primi secoli dopo l’avvento del Cristianesimo, molte terre della Sicilia passarono sotto il dominio della Chiesa, che continuó a sostenere la viticoltura.
Con le invasioni barbariche ( V sec. d.C. ) si arrestó la produzione, ma l’arrivo del bizantino Belisario nel 535 d.C. permise ai Siciliani, anche se ancora per poco, di dedicarsi all’agricoltura.
Nella prima metà dell’800, i mori invasori dell’Isola, aderenti al Corano, eliminarono in toto la produzione del vino.
Con la venuta dei Normanni in Sicilia dal 1061, la viticoltura rinacque a nuova vita fino a quando nel 1266 Carlo d’Angió per le eccessive tassazioni, incitó il popolo a non impiantare più vigne.
Con gli Aragonesi e poi con gli Spagnoli, l’agricoltura e la coltura della vite si svilupparono enormemente; ma è dal 1773 che la produzione del vino in Sicilia registra un vero e proprio “boom” grazie alla commercializzazione su scala industriale dei vini di Marsala con l’inglese Woodhouse.
Nei secoli seguenti, dopo l’epidemia alla fine dell’800, fu ripristinata la produzione del vino incrementando i tempi fino all’avvento del Mercato Unico Comunitario nel 1970, e con il miglioramento delle tecniche di coltivazione con l’impiego della meccanizzazione ed una intelligente attività di riqualificazione del vino siciliano , da parte dell’Istituto Regionale della vite e del vino; si stimolarono vivi entusiasmi: vennero ad aprirsi nuove realtà produttive, nuove DOC, e si diede l’avvio a quello che in molti chiamano “miracolo siciliano”.
Ed è proprio in questo scenario che la fama dei vini di Sicilia cresce sempre più tanto da entrare a far parte delle gare enologiche più prestigiose.
Infatti, al Vinitaly 2007, il rinomato concorso in cui partecipano i vini di fama internazionale, sono stati premiati, con Medaglia d’oro, d’Argento e di Bronzo, diversi vini dall’esotica provenienza siciliana.
Tra i vini di Sicilia premiati si annoverano: il Catarratto “Terre di Ginestra” 2006 della Casa Vinicola Calatrasi S.P.A. di San Cipirrello (PA) e Il Nero D’Avola “Terre di Ginestra” 2004 della medesima casa vinicola con la vittoria della medaglia d’oro.
Inoltre, da segnalare, la medaglia di bronzo per il Rosso “Maria Costanza” 2001 della Azienda Agricola Milazzo G. Terre della Baronia di Campobello Di Licata (AG).
I premi parlano da sè: che sia un intenso ed elegante Nero d’Avola con i suoi suggestivi profumi e sapori della tipica Sicilia rurale ben rappresentato anche dal prestigioso “Sàgana” dell’azienda Cusumano; o un Insolia gentile coltivata in Sicilia fin dalla notte dei tempi, ancor prima che divenisse terra d’elezione dei rossi e delle uve internazionali, tipico esempio ne è il “Nozze d’Oro” dell’azienda Tasca d’Almerita; o ancora un Syrah di uva vigorosa, che predilige luminosità e terreni particolari per trasformarsi nell’ottimo vino con la particolarità della dominante aromatica speziata che intriga e coinvolge come il “Syrae” Feotto dello Jato; in tutti questi vini di Sicilia, non si possono non apprezzare gli aspetti prettamente qualitativi che emergono dalla loro forma, dal loro colore e dall’essenza che emergono pieni nei sapori a parlarci delle origini con echi suadenti dell’ affascinante e accogliente terra: la Sicilia.
Sono i sapori, gli odori e i profumi che la Sicilia continua a perpetuare ancora oggi e dei quali, in accordo con la sua laboriosa tradizione, Disiu.it Prodotti Tipici Siciliani rende fruibile l’assaggio e il conseguente abbraccio per tutti i tipi di palati: dai decisi e forti ai più teneri e raffinati attraverso un vasto e completo itinerario di grande suggestività.Su Disiu.it Prodotti Tipici Siciliani verrete a conoscenza di antichi e preziosi tesori di cui difficilmente saprete resistere alla voglia di scoperta.
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