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gestione immobile in comproprietà
Salve, approfondisco una domanda posta in precedenza perché le idee chiare sono pochissime in proposito...
Sono divenuto proprietario per 1/9 di un immobile a seguito di una successione ereditaria.
tra noi coeredi e comproprietari non c'è chiarezza sul da farsi. L'immobile è attualmente concesso in affitto a terzi.Le domande più urgenti sono:
chi può, tra i comproprietari, avere rapporti con l'amministrazione condominiale e con il locatario?
Che succede se dei comproprietari interagiscono in maniera non coerente, ovvero, per esempio, se uno di essi comunica in un certo modo con l'inquilino e uno in altra maniera, lo stesso dicasi per i rapporti con il condominio, manifestando volontà non concordanti, insomma?cosa ci converrebbe fare, in soldoni?
grazie!
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Le norme che regolano la comunione sono gli articoli 1100 e seguenti del codice civile, in particolare gli articoli 1102, 1103, 1105 e 1108.
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La ringrazio, sono articoli abbastanza chiari pure per un profano come il sottoscritto, sebbene mi rendo conto vadano interpretati ed attuati con buon senso e, suppongo, meglio se con l'aiuto di un legale.
In sostanza se ben capisco, ognuno dei proprietari, a prescindere dalla propria quota, potrebbe apportare miglioramenti allo status del bene (per esempio aumento del canone di affitto, lavori di ristrutturazione se li paga di tasca propria) e non peggioramenti (concedere diminuzioni del canone d'affitto, per esempio). La vendita invece è vincolata alla volontà comune di tutti i proprietari.
Di conseguenza anche uno dei proprietari con quota minoritaria se lo ritiene opportuno può contattare l'amministrazione del condominio di cui l'immobile fa parte, partecipare alle assemblee e votarvi, etc.
E' così?