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La FAP ACLI prosegue nella campagna a tutela dei giovani pensionati
La povertà ha diverse sfaccettature, quella a cui sta guardando la FAP è una importante: quella dei futuri pensionati poveri.
Ad oggi sono 51 mila le persone che non sono più in grado di lavorare o si trovano a fronteggiare situazioni di straordinaria necessità, per invalidità, inabilità o perché superstiti alla morte del coniuge o del genitore.
Per effetto della Legge 335 del ’95 (Riforma Dini) che ha introdotto il sistema di calcolo delle pensioni esclusivamente contributivo non prevedendo l’integrazione al trattamento minimo della pensione, questi soggetti si trovano a percepire una pensione media di circa 150 € al mese, ben sotto la soglia di povertà.
La FAP ACLI propone quindi una legge, una norma di civiltà. Quattro articoli per portare una modifica sostanziale alla riforma dell’assistenza previdenziale e per adeguare le pensioni al livello di pensioni sociali.
“La proposta riguarda l’adeguamento al trattamento minimo vitale anche per le pensioni liquidate con il solo sistema contributivo. Questo significa che la legge 335 del 95, Riforma Dini, purtroppo ha escluso una platea di persone anche giovani che non godono di pensioni degne di questo nome” afferma Serafino Angelo Zillo, Segretario Nazionale FAP ACLI.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, la FAP ACLI ha lanciato qualche mese fa sui social la campagna “E se piove?” per far riflettere sull’ingiustizia sociale e sulla violazione dei diritti costituzionali di questi cittadini. Dopo il successo della campagna, la FAP ACLI è pronta per attuare la seconda fase di questo progetto.
“La seconda fase – prosegue il Segretario Nazionale FAP ACLI - si articolerà con modalità diverse e sarà presente su tutti i territori regionali del nostro paese affinché ci sia l’opportunità di presentare e di socializzare non solo ai parlamentari e agli amministratori locali, ma anche con la platea di tutti i cittadini, il significato vero e ultimo di questa proposta di legge”.
“Si tratta di calare la proposta nelle singole realtà per farla diventare molto più impegnativa e motivare le autorità competenti, in primis i legislatori, affinché si possa tradurre in legge” conclude Zillo.