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Traduttore editoriale e Web Writer; partita iva?
Ciao a tutti,
tento di porre la questione anche qui, dopo che ho fatto letteralmente il giro dei commercialisti che conosco e che mi hanno segnalato degli amici. Risultato: poco chiaro.
Attualmente lavoro come traduttore editoriale per una casa editrice specializzata; traduco libri, con annessi e connessi sotto il profilo fiscale (saprete meglio di me che praticamente si tratta di diritto d'autore: non è necessaria P.IVA, non si pagano i contributi INPS, ecc.). A questa attività, che da sola non mi garantisce un reddito sostenibile in prospettiva futura (ora vivo ancora dai miei, che pagano tutte le bollette, ma se Dio vuole un giorno non troppo lontano vorrei creare una famiglia tutta mia), unisco quella di web writer per un paio di siti internet, che mi pagano in ritenuta d'acconto.
Diciamo che unendo questi due tipi di entrate arrivo a circa 10 mila euro netti l'anno, e qui casca l'asino. Una parte delle entrate come detto rientra nel regime fiscale del diritto d'autore (a quanto ho capito molto nebuloso in Italia), mentre l'altra è da ritenuta d'acconto; ovviamente nella dichirazione dei redditi finiscono insieme e superando i 5000 euro annui da quel che ho capito, e da quel che mi ha detto il commercialista oggi, sono tenuto ad aprire la partita iva.
Però, aprendo la partita iva con un tipo di entrate del genere da quanto ho sentito finirei col guadagnare praticamente la metà.
La domanda è: ha ragione il mio commercialista, cioè se voglio essere in regola devo aprire la partita iva anche a costo di lavorare quasi gratis ogni anno, oppure ho qualche alternativa?