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"Il melone non è un'invenzione di Monsanto"
**24 maggio 2011 ** - L?Ufficio europeo dei brevetti concede alla multinazionale il brevetto su una varietà di melone resistente ad un virus, ottenuta con la MAS.?Il melone non è un?invenzione di Monsanto?, commenta Fabrizio Fabbri, direttore scientifico della Fondazione Diritti Genetici.
L?Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha concesso alla multinazionale Monsanto il brevetto per una varietà di melone ottenuto attraverso la selezione assistita da marcatori molecolari (MAS), una tecnica con cui si selezionano varietà vegetali con particolari caratteristiche senza ricorrere alla transgenesi. A denunciarlo è stata una coalizione che riunisce oltre 160 organizzazioni della società civile, ?No patents on seed?, contrarie alla brevettabilità della materia vivente.
Il 4 maggio 2011 l?EPO ha infatti riconosciuto alla Monsanto il brevetto EP 1 962 578 riguardante i semi e i frutti di una varietà di melone resistente al virus CYSDV (Cucurbit yellow stunting disorder virus), ottenuto introducendo un gene per la resistenza all?agente patogeno derivato da una pianta della specie Cucumis melo varietà agrestis, che cresce spontanea in molte aree dell?Africa e dell?Asia.
Lo scorso dicembre, però, l?Ufficio brevetti aveva stabilito che semi e piante prodotti con metodi di selezione convenzionale, quale il melone in questione, non possono essere brevettati.
?Il prodotto della Monsanto non è brevettabile perché non è una ?invenzione? ? commenta Fabrizio Fabbri, direttore scientifico della Fondazione Diritti Genetici - ma una pianta ottenuta attraverso la selezione assistita da marcatori molecolari (MAS), una tecnica che utilizza le conoscenze di biologia molecolare vegetale per selezionare varietà con particolari caratteristiche senza ricorrere alla tecnica del DNA ricombinante?.
?L?Ufficio europeo dei brevetti dovrebbe attenersi alla Direttiva europea 98/44, la quale esclude dalla brevettabilità piante e animali riprodotti con ?procedimenti essenzialmente biologici? ? continua Fabbri ? e invece continua ad ignorarla?.
?Lo scorso anno, ad esempio ? spiega il direttore scientifico della Fondazione - l?Epo ha confermato il brevetto già concesso nel 2002 all?azienda britannica Plant Bioscience sul metodo di selezione e produzione di semi ibridi di broccoli ad alto contenuto di glucosinolati, sostanze fitochimiche presenti soprattutto nelle Brassicacee e ritenute attive nella lotta contro il cancro. Anche in quel caso, poiché non si trattava di modifica del patrimonio genetico della pianta ma di un metodo di selezione assistita da marcatori, visto che l?elemento anticanceroso è già presente naturalmente nei broccoli, secondo la Direttiva 98/44/EC e l'articolo 53(b) EPC (European Patent Convention), il brevetto non doveva essere concesso?.
?La Fondazione Diritti Genetici sostiene il ricorso alla MAS ed altre tecnologie alternative alla tecnica del DNA ricombinante per la selezione varietale - prosegue Fabbri - ma ritiene che le forzature interpretative del concetto di invenzione, che giustificano la brevettabilità degli organismi viventi, rischiano di creare attorno a questa tecnologia un clima di sfiducia e diffidenza al pari di quanto accaduto per gli OGM?.
?Per questo ? conclude il direttore scientifico della Fondazione ? lanciamo un appello al mondo della ricerca affinché prenda una posizione netta contro la concessione del brevetto industriale a varietà ottenute con la MAS per rimarcare la differenza tra chi persegue genuini scopi di ricerca finalizzati al benessere generale e chi invece cerca solo nuove opportunità di speculazione?.