• User Newbie

    i limiti in un contratto a progetto

    mi trovo con un contratto a progetto da dover firmare, ma sempre meno convinto. queste le perplessità maggiori.
    a. i datori di lavoro ci vogliono fare lavorare anche dei weekend,senza retribuzione extra. Possono farlo?senza alcun prezzo sugli straordinari e senza calcolare alcun rimborso? nel lavoro a progetto non ci sono vincoli d'orario o di giorni settimanali?possono chiamarti quando comoda a loro, in qualsiasi momento purchè sia nell'arco di tempo di durata del contratto??
    b. i datori di lavoro vogliono l'esclusiva della nostra collaborazione. Se il contratto a progetto per definizione non è un contratto a rapporto subalternato, è possibile fare questo? Un collaboratore non può svolgere attività esterne? il datore di lavoro può vincolarlo dicendo che 'non può svolgere dell'attività concorrenziale'?? Resta inteso che il collaboratore, pur lavorando anche autonomamente, non divulga all'esterno informazioni riservate dell'azienda.
    c. è possibile esigere tanto e chiedere un impegno totale, quasi come si trattasse di fare un voto, quando offri un lavoro senza nessuna crescita professionale e di durata di soli 4 mesi??


  • User Attivo

    Buonasera rododendro
    Il problema che sollevi è alquanto ampio e richiede una risposta articolata.
    Le garanzie che enumeri sono tipiche del rapporto di lavoro dipendente che gode di diritti e salvaguardie che non sono riscontrabili negli altri rapporti di lavoro. Rientrano in questo contesto l’orario di lavoro, l’articolata retribuzione, gli straordinari, le ferie, le trasferte, i diritti sindacali, ecc.
    E’ comunque noto che molti datori di lavoro, vista la reale rigidità di questo tipo di rapporto, hanno utilizzato altri tipi di contratti, come quelli di co.co.pro. per avere, almeno inizialmente, una maggiore flessibilità d’impiego.
    E’ altresì noto che altri datori di lavoro hanno utilizzato questo istituto soltanto per avere le “mani libere” senza avere nessuno scrupolo.
    Detto questo il rapporto di co.co.pro è regolato da un contratto unico stipulato tra il prestatore ed il committente in cui sono elencati i diritti, gli obblighi, il progetto, la durata, il compenso e gli altri elementi del contratto. E’ libera scelta di entrambe le parti di accettare o meno i termini dell’accordo che, ovviamente, sono sempre più favorevoli verso la parte contrattualmente più forte, che in questo caso è il datore di lavoro.
    In ogni caso il contratto che regola il rapporto deve rispettare le norme elementari previste dal rapporto di co.co.pro con il concreto rispetto delle stesse, e cioè progetto effettivo, assenza di orario di lavoro, autonomia, nessun obbligo di “presenza” se non relativa allo svolgimento del rapporto e alla necessità di confrontarsi con le altre funzioni aziendali, ecc., con queste precise caratteristiche:
    -assenza di coordinamento con l’attività del committente;
    -mancanza di inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale;
    -completa autonomia del lavoratore circa il tempo ed il modo della prestazione;
    -carattere episodico dell’attività prestata.
    In assenza di queste caratteristiche il rapporto può trasformarsi in un normale contratto di lavoro dipendente.
    Ovviamente per raggiungere questo risultato occorre instaurare una vertenza e seguirla poi in sede giudiziaria.
    Devi valutare se questo percorso è nelle tue intenzioni e se hai la volontà di perseguirlo fino in fondo, accettando anche il rischio di un sconfitta, o se semplicemente accetti di lavorare, in maniera difficile, per quattro mesi.
    Saluti e auguri.


  • User Newbie

    Grazie di questa spiegazione concisa ma esaustiva sulla differenza tra contratto a progetto e lavoro dipendente.
    Il probelam è proprio i9l fatto che il lavoro a progetto viene spesso usato nel modo improprio: Anch'io sto alvorando in una scuola paritaria a progetto: e se non mi presentassi in classe neglio orari prestabiliti....?