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    Piano casa: una possibilità di autonomia

    Una delle conseguenze della crisi economica che ci ha colpiti nell?ultimo anno e mezzo è sicuramente quella che riguarda il mercato immobiliare in particolare quello relativo alle nuove abitazioni e agli investimenti da parte dei giovani.

    Proprio per arginare questo fenomeno è stata infatti elaborata e approvata nella primavera de 2009 il decreto legge piano casa. A causa del precariato e comunque della difficoltà nel trovare lavoro i giovani infatti si trovano in difficoltà nel trovare l?autonomia che ad una certa età è necessaria per mantenere il buon equilibrio familiare e favorire l?autonomia dei giovani. Ma non solo, il piano casa può divenire un?ottima alternativa nel caso dell?arrivo di un figlio oppure nella necessità di accoglienza all?interno della casa di un anziano o di un parente bisognoso di cure.
    Grazie al piano casa però si possono trovare delle alternative che, se non sono al pari di una casa autonoma, ci vanno molto vicino. Questa legge infatti permette di ampliare l?abitazione familiare dal 10 al 20% permettendo quindi di ricavare delle abitazioni autonome da una parte della casa familiare. Questa legge in particolare si rivolge a quattro distinte tipologie di intervento che prendono in considerazione ognuna una tipologia di abitazione particolare distinguendone le caratteristiche e suddividendole in particolari categorie ognuna della quali normata peculiarmente.
    La prima tipologia è quella che fa riferimento al recupero edilizio e il riutilizzo di volumetrie abbandonate e sottoutilizzate. E? questo il caso di garage comunicanti con le abitazioni che se opportunamente restaurati e rivalorizzati possono divenire spazi utili magari per un figlio in arrivo o per collocare oggetti e armadi che altrimenti in altri punti della casa occuperebbero troppo spazio e sarebbero di ingombro alla normale routine familiare.
    Il secondo tipo di intervento previsto è quello che fa riferimento al vero e proprio ampliamento fino al 20% del volume complessivo di edifici residenziali mono e bifamiliari ma anche di edifici trifamiliari che però abbiano una volumetria esistente non superiore ai 1000 metri cubi.
    Il terzo tipo di intervento è quello che riguarda la demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi con un bonus volumetrico sino al 30% aumentabile fino al 35% in presenza di spazio sufficientemente verde attorno all?abitazione oppure una dotazione in alberi e vegetazione a fusto che copra almeno il 25% del lotto in cui sorge la casa.
    La quarta tipologia di intervento è quella che riguarda in particolare i quartieri di edilizia residenziale pubblica, quindi gli alloggi che vengono attribuiti a famiglie bisognose da parte degli enti pubblici previa valutazione del reddito e delle condizioni familiari.
    Ovviamente molte sono le particolarità che devono essere prese in considerazione quando si prende in esame l?idea di poter ampliare il proprio edificio residenziale. L?importante però è sempre appoggiarsi ad adeguati enti preposti a tale scopo che possono valutare le condizioni migliori e gli ambiti idonei di applicazione di tale normativa che, ad un anno dall?entrata in vigore non ha riscosso molto successo dal punto di vista delle richieste e delle proposte di progetto.

    A cura di Martina Celegato
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