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Apertura società individuale per lavorare con l'estero
Buongiorno a tutti
Mi accingo a dover cambiare lavoro, per necessità, e avrei la possibilità di lavorare fuori dalla UE come consulente. Io risiedo in Italia ma lavorerei per circa metà dell'anno all'estero. Più o meno due settimane al mese fuori dall'Italia.
Quale potrebbe essere la soluzione più indicata per aprire una società?
Non ho mai fatto altro che il dipendendente, per cui sono assolutamente a digiuno su questo tema.Grazie per le eventuali risposte.
Marco
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Se fiscalmente risiede in Italia, anche aprendo una Ditta Individuale oppure una Società all'estero dovrebbe comunque pagare le imposte in Italia sui redditi ovunque prodotti (spesso, dunque, non è particolarmente conveniente).
Potrebbe, comunque, aprire in Italia una partita iva e, se ne rispetta i requisiti, optare per il regime dei minimi che consente di avere una tassazione pari al 5%, per cinque anni. Non ci sarebbero problemi a fatturare consulenze a clienti esteri.
Tale regime agevolativo, purtroppo, prevede dei limiti di ricavi piuttosto bassi (euro 30.000 su base annua).
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Buongiorno e grazie della risposta
Sarei intenzionato ad aprire una partita iva, come libero professionista in quanto alla fine farò solo consulenze. In questo modo manterrei i miei pagamenti in Italia.
Non credo che potrei rientrare nel "regime dei minimi", in quanto ho 50 anni e devo pagare le tasse ad un livello tale da mantenere i miei contributi INPS allo stesso livello di oggi che sono ancora dipendente (RAL di circa 33.000 €).
Devo solo capire bene come fatturare con una società che ha sede in Senegal e di come posso farmi pagare, senza che lo stato prelevi più del dovuto. Insomma vorrei fare solo le cose in modo molto chiaro e semplice, senza rischiare di perderci dei soldi a causa di qualche cavillo o altro.Grazie di tutto.
Marco