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Cani liberi in parti comuni.
Vivo in una casa indipendente di due piani , di cui il piano terra vive mio suocero, al primo piano , io e al secondo mia cognata. Mia cognata , da qualche anno lascia nelle parti comune ? scale, giardino, androne- i suoi due cani (maschio e femmina) liberi di girare tutti i giorni per una decina di ore giornaliere e questo si ripete per 5 giorni su 7 tutto l?anno. Il problema si pone in quanto anch?io possiedo un cane maschio e non va d?accordo con l?altro maschio, anzi se si incontrano scoppia la rissa (e? già successo), pertanto ciò rappresenta una grande limitazione di movimento sia mia che del mio cane. Al riguardo posso citare alcuni esempi, ma la lista sarebbe lunga: per esempio se devo portare fuori il mio cane per i propri bisogni, devo prima preoccuparmi di vedere dove sono gli altri due, isolarli con molta difficoltà e dopo posso uscire. Ma lo stesso problema ce l?ho quando rientro per attraversare le parti comuni. Se vengono ad effettuare la lettura del contatore del gas devo sempre prima isolare i cani, badare che il mio non esca e poi far entrare l?incaricato. Quindi reputo che i miei paritetici diritti vengono calpestati. Al riguardo sono già usciti i vigili ed hanno appurato quanto da me sopra descritto, ma il loro referto non e? disponibile prima di 60 giorni ma intanto giornalmente devo subire tutta una serie di inconvenienti. Chiedo oltre quello che ho fatto, cosa posso fare per risolvere in maniera più celere ed in termini legali se necessita?
Grazie per una Vostra gentile risposta.
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consiglierei di tentare una conciliazione non contenziosa attraverso il giudice di pace.
Non è obbligatorio aderire, ma se ciò avvenisse presumibilmente i problemi si risolverebbero.
Anche per una questione di spese.
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Cesarini, la controparte non vuole sentire ragione e si arroga il diritto di fare e disfare a suo piacimento continuando a calpestare il mio diritto paritetico e credo che dal giudice di pace non si risolverebbe il grosso problema.
Ti ringrazio della tua gentile risposta e nel contempo ti auguro delle felici e serene festività.
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Se la situazione dei rapporti è così compromessa non rimane che rivolgersi al giudice in via contenziosa, invocando, a mio avviso, il rispetto del principio dell'art.1102 Codice Civile ed il divieto di atti emulativi.
Auguri di Buone Feste e di serenità per l'avvenire, comunque.