• User

    azienda estera che produce e commercializza in Italia

    buongiorno, un'azienda estera extra UE, quindi senza partita IVA italiana, può far produrre in Italia e commercializzare (al dettaglio o all'ingrosso) in Italia e/o dentro territorio UE?
    a prima vista io direi di no, però riflettendo e seguendo l'esempio sotto:

    Un'azienda estera (extra UE) che chiamerò A può certamente produrre all'estero e vendere ad azienda (B) su territorio UE (che funge da importatore). I beni arrivano quindi in dogana, B li importa pagando relative tasse, dazi, iva, ecc...e poi B può tranquillamente rivendere.
    Però potrebbe funzionare anche all'opposto, ovvero B produce e vende ad A, quindi B manda la merce in dogana italiana, esente da iva, la dogana gli rimanda la bolla vistata (in modo da garantire che la merce sia effettivamente uscita dal territorio e quindi giustifichi la fattura iva esente). Quindi con fattura e bolla, B può giustificare l'accredito che A gli ha fatto dall'estero. E fin qui è tutto regolare.
    Però A potrebbe anche ordinare un servizio a B, anzichè un bene tangibile, quindi A emette fattura per "servizio" e non esiste quindi bolla doganale.

    Quindi abbiamo appurato che A può sia acquistare che vendere a B senza che entrambi violino alcuna legge.
    A questo punto allora, chi vieta ad A di ordinare prodotti a B (pagandoglieli magari come servizi anzichè come prodotti, così da non rendere necessaria bolla vistata, altrimenti A dovrebbe pagare l'iva).
    Poi A quei prodotti li vende a:

    • privati (senz'iva perchè A è azienda estera)
    • aziende (senz'iva perchè A è azienda estera) facendo risparmiare al cliente eventuali dazi, iva, ecc... Magari facendogli anche una fattura per "servizio" e non bene tangibile.

    Dove sbaglio?
    So bene che ci sono delle leggi e che vanno rispettate, ma se non ho fatto errori nel mio esempio, è possibile per azienda estera, far produrre e commercializzare su territorio UE.
    Mi piacerebbe un parere di esperti. grazie


  • User

    ho provato a leggere il tuo quesito e non mi è molto chiaro cosa tu stia chiedendo

    la tua domanda è:

    1. vuoi sapere se una società extra-ue, può produrre o far produrre beni in europa e poi rivenderli (sempre in europa)?
      esempio: la Ford (americana), apre uno stabilimento in Germania e produce la Focus che vende in Italia

    2. vuoi sapere se una società extra-ue, può produrre o far produrre beni in europa e venderli in esenzione IVA dichiarando che sono importati?
      cioè sei interessato a capire come funzionano le triangolazioni?

    @eleiand73 said:

    A questo punto allora, chi vieta ad A di ordinare prodotti a B (pagandoglieli magari come servizi anzichè come prodotti, così da non rendere necessaria bolla vistata, altrimenti A dovrebbe pagare l'iva).

    intendi dire, ad esempio, che io produco un frigorifero e lo fatturo come 'consulenza per la conservazione degli alimenti'?


  • User

    @superpanzer said:

    ho provato a leggere il tuo quesito e non mi è molto chiaro cosa tu stia chiedendo

    la tua domanda è:

    1. vuoi sapere se una società extra-ue, può produrre o far produrre beni in europa e poi rivenderli (sempre in europa)?
      esempio: la Ford (americana), apre uno stabilimento in Germania e produce la Focus che vende in Italia

    non esattamente. Se la Ford "apre" uno stabilimento in Germania, richiede l'equivalente tedesco della partita Iva italiana (non so come si chiami). Io ho specificato che l'azienda extra UE non ha e non vuole avere partita IVA.
    Ma continuando con il tuo esempio, ipotizziamo che la Ford USA anzichè aprire da sola, deleghi un terzista nella produzione della Focus in Germania. Un terzista, quindi non una controllata, nè una JV. Quel terzista poi emetterà fattura alla Ford USA (senz'IVA) ma poi la Ford USA penso sia obbligata ed esportare il bene fuori UE. Corretto?

    @superpanzer said:

    1. vuoi sapere se una società extra-ue, può produrre o far produrre beni in europa e venderli in esenzione IVA dichiarando che sono importati?

    no, non dichiara che sono importati, i beni sono già sul territorio. In caso di dichiarazione di impotrazione, immagino debba pagare dazi e iva, senza contare che si tratterebbe di una falsa dichiarazione, quindi non legale. Inoltre non ci sarebbero nemmeno documenti doganali.[/QUOTE]

    @superpanzer said:

    cioè sei interessato a capire come funzionano le triangolazioni?

    cioè? Mi puoi spiegare meglio come vedresti una triangolazione in questo esempio? Questo credo possa essere interessante.[/QUOTE]

    @superpanzer said:

    intendi dire, ad esempio, che io produco un frigorifero e lo fatturo come 'consulenza per la conservazione degli alimenti'?

    intendo dire:
    a) azienda extra UE ordina produzione frigorifero a terzista in italia
    b) terzista lo produce ed emette fattura per "consulenza"
    c) azienda extra UE vende il prodotto all'interno dell'UE (dichiarando frigorifero in fattura) ma essendo azienda extra UE non c'è iva in fattura. Senza contare che che non ci sarebbero costi di importazione.


  • User

    @criceto said:

    Tremendo caso di "esterovestizione" e di frode fiscale .... tra l'altro grossolano ed immediatamente "pizzicabile" da parte degli enti preposti.

    puoi essere più dettagliato?
    in quali punti non rispetta le regole?


  • User Newbie

    ciao,

    Io credo che il caso sia:

    Azienda estera compra dei beni da un'azienda italiana e li rivende all'interno della UE. Corretto?

    Sono interessato alla risposta


  • User Newbie

    Quindi nel caso che un'azienda, mettiamo con sede in UK, acquisti dei beni prodotti dietro suo ordine da un'azienda italiana e li rivenda ad un'altra azienda italiana (la merce resta in italia ed e' solo business to business), com'e' inquadrata la faccenda?


  • User Newbie

    Il documento parla solo di triangolazioni con esportazione, nel caso in questione non ci sarebbe nessuna uscita di merce dal'italia ma bensi' il produttore italiano (ITA1) sarebbe solo un terzista che realizza un oggetto sotto specifiche e marchio dell'azienda estera (EXUE) la quale acquista il bene e lo rivende direttamente all'azienda cliente italiana (ITA2).
    In definitiva tutto il lavoro di organizzazione logistica, proprietà del marchio e brevetto del prodotto sarebbero effettuati da EXUE.

    Non riesco a trovare niente a riguardo, sembrerebbe che l'azienda EXUE abbia bisogno di un rappresentante italiano per poter effettuare ciò ma non ne capisco il motivo se tutta la trattativa ed il lavoro di organizzazione logistica è effettuato dall'azienda EXUE.

    BOH


  • Super User

    Queste non sono tematiche legali, ma fiscali.

    Probabilmente un commercialista che conosce i patti internazionali e le relative possibilità di import export, anche del bene in questione, può rispondere correttamente.