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Codice ATECO 620909 per inizio attività hosting
Buona giornata a tutti.
Mi piacerebbe sapere, in uno scenario come quello attuale, come iniziare un'attività di hosting con il codice ATECO 620909 (si accettano consigli con formule diverse).
Ovviamente la mia non sarebbe un'esperienza nata dal nulla, anche se inizierei con zero clienti perché dovrei/potrei successivamente trasferire un numero buono di utenza e iniziare l'attività vera e propria.
Ho 47 anni, impiegato nell'amministrativo di un'azienda, e quindi già "tassato" con contratto a tempo indeterminato.Mi interessa instradare su server presi in leasing futuri registranti nuovi domini, non eludendo in nessun modo il fisco. Altrimenti sono costretto a rinunciare all'attività in Italia per operare all'estero, dove è tutto immediato. Non è però facile impattarsi con problemi eventuali, perché servirebbero alla bisogna consulenze di avvocati esperti in diritto internazionale e ..non sarebbe facile.
La mia domanda è: conscio che serve l'iscrizione alla CCiAA che ti porta all'INPS e quindi alla P.I., cosa comporta come spese fisse? Sono disposto ad un colloquio con eventuali esperti che contattandomi privatamente posso "adottare" come consulenti, siano essi commercialisti o comunque operanti nel settore fisco/P.I ecc..
Grazie a tutti per l'interessamento e gli eventuali consigli
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Buonasera Salvo e benvenuto nel forum.
Se non mi sbaglio esiste un codice Ateco più specifico per l'attività di hosting.
In tutti i modi, i costi fissi per una ditta individuale, sono i diritti camerali dovuti annualmente alla CCIAA di competenza (88 euro), i contributi fissi INPS pari a circa 3000 euro annui e le tasse dovute in base al reddito prodotto (quindi difficile da quantificare).Saluti.
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Quindi che io sia già dipendente a tempo indeterminato, e che paghi già i contributi, non allevia l'ulteriore peso fiscale? Lo dico perché due giorni che rastrello il web e sovente mi imbatto in questa opzione (chiamala opzione) che fissa un imponibile sul venduto, ma non comporta competenze extra. Perché non so se posso rientrare nel regime dei minimi a 47 anni, ma a parte questo i limiti imposti da tale regime son tanti, e tutti gli acquisti (server, software ecc...) sono fatti all'estero. Solo le fatture emesse sarebbero italiane.
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Visto che ha un lavoro a tempo pieno, già le versano i contributi ed è esentato da un ulteriore obbligo contributivo. Però non ha i requisiti per essere artigiano perchè l'artigiano lavora in via prevalente nella propria impresa. Quindi, siccome già ha un lavoro dipendente a tempo pieno, non ha i requisiti per l'iscrizione all'Albo artigiani.
Per quanto riguarda l'adesione al regime dei minimi, l'età non è un problema. Potrà usufruire del regime dei minimi per 4 anni d'imposta più l'anno in cui aprirà la partita iva (il vantaggio è per i giovanni in quanto possono restare nel regime dei minimi fino al 35esimo anno d'età. Quindi, ad esempio, un 20enne potrà restare nel regime dei minimi per 15 anni).
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Vi ringrazio per le risposte, sono anni che ad intermittenza leggo tutte le congetture legate ai codici statistici, ma non vedo mai attinenze precise e mirate. Anni fà mi è successo con la descrizione di webmaster, proverbialmente la più travagliata da inserire(artigiano o consulente? Questo è il dilemma) adesso invece googlo da una settimana e capisco che anche per l'hosting service ci sono problemi di inquadramento, ma la cosa più raccapricciante è che devi trovare anche l'impiegato giusto che ti veicola bene, altrimenti rischi cantonate e sanzioni.
Segno inequivocabile che l'Italia non è ancora tarata per i servizi net come strumenti di lavoro, assolutamente, né per fornirli, né per inquadrarli.