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Differenze tra figli
Buongiorno, chiedo cortesemente un parere relativamente ad un tema che mi dà qualche preoccupazione. Io e mia sorella siamo più o meno coetanee (34-35 anni). Io mi sono laureata, lavoro e vivo fuori casa da quasi 10 anni e sono sposata, e naturalmente mi occupo personalmente di tutte le mie spese senza nulla chiedere a nostra madre. Mia sorella non ha terminato gli studi e vive nella casa di nostra madre, che, avendone la possibilità, la mantiene completamente coprendo tutte le sue esigenze economiche (dal cibo, al vestiario, agli hobby), senza ricevere in cambio nemmeno il più banale aiuto (per qualsiasi necessità vengo interpellata io, e lo faccio volentieri). I nostri rapporti sono buoni, e desidero che rimangano tali. Ciò che mi preoccupa tuttavia è che nostra madre non è più giovanissima, e mia sorella, che grazie a mia madre conduce una vita del tutto al riparo da preoccupazioni economiche, non cerca un lavoro. Per l'esattezza, mia sorella non è disposta ad accontentarsi di un lavoro qualsiasi, ma vorrebbe un lavoro qualificato, senza tuttavia fare il minimo sforzo per avere la qualifica necessaria. Di fatto non ha alcun progetto di vita, e passa le giornate alternando momenti di svago (passeggiate, letture, sport) a momenti di sconforto per non aver preso la laurea che le avrebbe forse consentito di aspirare al lavoro qualificato che desiderava. Viceversa io lavoro mediamente 10-12 ore al giorno da 10 anni, anche perché sulla casa in cui vivo con mio marito è acceso un mutuo molto oneroso di durata trentennale, coperto dal mio intero stipendio. Nostra madre, spinta dalla preoccupazione per il futuro di mia sorella, sta pensando di darle in comodato d'uso la casa in cui vive, che è un appartamento di notevole pregio e valore economico, circa 4 volte il valore dell'appartamento che ho acquistato sottoscrivendo un mutuo insieme a mio marito. Vorrei capire quali sarebbero le conseguenze di questo atto, in termini ereditari, e inoltre vorrei capire se dal punto di vista legale è corretto che una figlia che non cerca lavoro sia mantenuta in tutto e per tutto dalla madre.
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Il comodato d'uso è un prestito non una donazione, quindi non dovrebbe far testo ai fini ereditari. Alla fine del comodato l'appartamento torna nelle disponibilità della madre.
Nel caso non ci sia un coniuge la quota (su 2 figlie) in assenza di testamento è 1/2 a testa, oppure in presenza di testamento 1/3 a testa e un ulteriore 1/3 che può essere assegnato a piacimento (quindi una figlia può anche avere 2/3 e l'altra 1/3).Se non erro eventuali donazioni si considerano già parte dell'eredità. Quindi se una figlia riceve in donazione un appartamento del valore di 200.000 euro, e la quota di eredità che le tocca è 210.000 ricerà solo 10.000 euro di eredità.
Inoltre fanno parte anche eventuali spese sostenute per solo un figlio durante la vita. Per esempio se a uno è stato concesso di studiare all'università e all'altro no, quest'ultimo avrà una quota maggiore di eredità, idem per spese di nozze molto differenziate tra figli etc..Sono ricordi di studi di tanti anni fa, quindi chiedo scusa per il linguaggio poco tecnico. Di sicuro un legale saprà rispondere con molta più esattezza e non mancherà di correggermi.
Ai fini dell'eredità comunque non rileva se uno dei figli ha un mutuo o ha più bisogno dell'altro, così non rileva se uno dei figli è stato più "disponibile" verso i genitori e l'altro non se ne è curato. Così come non è rilevante che uno dei figli sia uno scansafatiche e l'altro un diligente lavoratore, ai fini ereditari, entrambi hanno pari diritti. (eccetto reati gravi)
Se non nella facoltà del genitore che può aiutare il figlio più bisognoso dandogli massimo 1/3 della quota oltre a quella legittima, ma non è un obbligo.
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Grazie per il parere.