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diritti e doveri scomparsa parente stretto
Salve
mi sono registrato a questo forum e scrivo praticamente per conto della mia compagna cui è scomparso l'anziano zio, ricoverato da tempo in un ospizio per sacerdoti.In totale lei e sua madre, sorella del defunto, sono state contattate dall'ospizio e invitate a farsi carico delle spese del funerale, in quanto, suppongo, come parenti piu strette dello stesso. È stato loro detto, che a fronte della presentazione della ricevuta presso la banca del defunto zio saranno rimborsate se vi saranno fondi sufficenti.
A margine aggiungo che il defunto era sacerdote in pensione le cui sostanze, dal momento del ricovero in ospizio, sono state totalmente gestite dalla Chiesa e che le due succitate parenti mai hanno avuto troppe informazioni sulla sua situazione patrimoniale, né hanno mai inteso interferire nello stretto rapporto tra l'anziano sacerdote e la Chiesa stessa.
Le mie domande sono in sostanza queste:
È dunque corretta la richiesta, da parte dell'ospizio, di prendersi carico delle spese funerarie?
Quali sono i diritti e i doveri delle due congiunte?
E generalmente in tema di diritto ereditario come possono, le due, tutelarsi al fine di un corretto andamento delle cose?Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti a tutti.
M.
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Ciao max. benvenuto nel Forum Gt.
Credo che le due signore dovrebbero rivolgersi ad un esperto di diritto canonico (non ecclesiastico) perchè la Chiesa ha regolamenti interni vincolanti. Professionisti con questa specializzazione se ne trovano in corposa misura a Roma.
..le mie conoscenze risarlgono all'esame che diedi illo tempore e quindi non mi azzardo a dare un parere definitivo.
In linea generale (seguendo la normativa generale) posso solo dirti che la sorella è erede del defunto e quindi dovrebbe informarsi sulla consistenza dell'eredità, dopodiche decidere se accettarla o meno.
Si dovrebbe però conoscere quali vincoli il defunto ha posto con la Chiesa.
Quello che mi appare assolutamente singolare è che la sorella debba anticipare le spese funerarie quando il conto corrente è gestito dalla Chiesa o, se non gestito, possa disporne senza aver accettato l'eredità.
Il consiglio, pertanto, è quello di farsi dare dall'organizzazione religiosa cui apparteneva tutte le notizie patrimoniali di cui essi dispongono e, sicuramente, rivolgersi ad un legale che abbia dimestichezza con questioni relative ai religiosi.
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Gentilissimo giurista
grazie del benvenuto e della cortese risposta.
Non ero a conoscenza del fatto che un'eredità possa essere accettata o meno. Questo vale a dire che, per ipotesi, se fossi il più prossimo parente di qualcuno che, morendo, lasciasse una montagna di debiti, potrei rifiutarmi di prendermene carico? Su chi potrebbero rivalersi in tal caso i creditori?Nel caso da me citato sarebbe importante comunque una indagine patrimoniale e da chi potrebbe essere condotta?
Preciso comunque che il contesto è genuinamente rurale e di sicuro non ci sono in ballo grandi possedimenti o patrimoni ma semplici questioni affettive e di principio. Le due donne sostengono da anni viaggi per fare visita all'ormai deceduto parente, che, come lei adombra, è stato probabilmente già da tempo spinto a donare la sua pensione e i suoi averi alla sua grande famiglia spirituale. Immagino che vi saranno consuetidini e scarsità di interessi materiali tali da non far ricorrere a consulenze legali. Era mia intenzione consigliare loro un argomento di carattere legale da opporre a una richiesta, quella dell'ospizio, che mi pare ingiusta, nella sostanza.
Grazie ancora.Max
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In caso di morte di un parente di cui si è eredi legittimi o testamentari, se si ha già conoscenza della situazione precaria patrimoniale si rifiuta l'eredità oppure la si accetta con beneficio d'inventario (cioè si accetta l'eredità sono nel suo attivo).
Se il patrimonio de de cuius non è sufficiente a pagare i debiti e l'erede non accetta l'eredità i creditori rimarranno insoddisfatti.
Quando il patrimonio è sostanzioso e si intende procedere ad una indagine, in genere, ci si rivolge ad un notaio che farà le opportune verifiche.
Nel caso in discorso, se non vi è interesse a consultarsi con un legale, le signore si facciano dire dall'organizzazione competente quale sia la banca dove il defunto teneva i propri risparmi e si consultino con un addetto dell'istituto di credito per avere la conferma del pagamento delle spese funerarie da addebitare sul conto corrente.
Naturalmente, vista l'urgenza, dovranno attivarsi in questo senso nell'immediato.
Argomentazioni giuridiche purtroppo non ve ne sono a favore perchè, se il defunto non possedeva nulla spetta al parente più prossimo occuparsi dei funerali (e la sorella è un parente di secondo grado) a meno che non rinunci all'eredità.
Le spese funerarie del defunto sono giuridicamente qualificabili come debiti dell'asse ereditario.
Quella che ho citato è la norma generale..non saprei dire se, in diritto canonico, esista una clausola di salvaguardia che costringa la Chiesa ad occuparsi dei funerali del proprio sacerdote nel caso in cui egli abbia donato in favore della stessa.
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Aggiorno.
Tra gli effetti personali c'e' un testamento olografo in cui l'estinto dichiara di lasciare ogni avere alla sua ex parrocchia. Si tratta di un cc bancario e due libretti di risparmio. Un estratto conto del 2010 riporta cifre di decine di migliaia di euro. Puo la sorella opporsi in qualche modo?
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No, non può. I legittimari sono solo figli, genitori, coniuge.
Se ha lasciato ogni cosa alla parrocchia è la parrocchia che deve occuparsi delle esequie.
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Gentilissima
ancora grazie. Ho del resto provveduto in questi giorni, totalmente a digiuno della materia in precedenza, ad approfondirla, ricavandone la stessa conclusione.Tuttavia non posso non segnalare di avere assistito personalmente ad una scena che mi ha insospettito.
Durante la consegna degli effetti personali del defunto alle piu prossime parenti (sorella e nipote di cui sopra) veniva loro consegnata esclusivamente una copia dell'ultimo testamento, mentre il precedente, compresi una serie di documenti amministrativi quali estratti conto bancari etc, venivano presi in consegna da altra persona, precisamente un sacerdote che si era incaricato di organizzare esequie, sepoltura e altre necessità formali nei giorni precedenti. Incombenze alle quali le due parenti non potevano far fronte nell'immediato data la grande distanza della loro residenza dal luogo ove viveva il defunto.A mio avviso tali documenti avrebbero dovuto essere consegnati alle signore. Credo dunque di aver assistito, mi perdoni se uso termini impropri, ad una frettolosa ed errata procedura, in aperta violazione del diritto.
Non so se le due interessate avranno in futuro coraggio e animo di intentare procedimenti che rivendichino il loro diritto. Il contesto, come dicevo, è umile e paesano per cosi dire.
Di certo al loro posto non esiterei personalmente ad ordinare quantomeno una perizia calligrafica che riguardi i testamenti redatti nel 2007 e nel 2008, il primo dei quali era loro totalmente favorevole e il secondo invece negava loro ogni diritto ereditario.Puzza di bruciato, insomma, mi sento in animo di dire, da testimone esterno. A pensar male si fa peccato com'è noto ma sarebbe secondo ancora peggio lasciare convivere in futuro le due signore con un dubbio che la loro stessa coscienza a mio avviso al momento attuale fa fatica ad ammettere.
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Purtroppo max, mi pare di capire che la tranquillità delle signore è scossa dall'evento... ed un giudizio che verifichi l'autenticità del testamento è un procedimento che le coinvolgerebbe emotivamente in modo poco tollerabile per loro.
Peraltro, sono quasi certa che il testamento sia autentico... la Chiesa tende ad impossessarsi dei beni dei loro sacerdoti e di certo non li farebbe ricoverare nelle loro case di riposo se non hanno "dato".
Le signore, si spoglino totalmente dalla vicenda...non essendo eredi non hanno alcun obbligo.
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Capisco e concordo, seppur parzialmente poiché credo ci sia la possibilità che le interessate potrebbero in futuro maturare un sentimento ancora peggiore derivante dall'idea di non essersi tolte ogni dubbio sulle reali volontà del decuius. Del resto ho notizia che la nipote consulterà a breve un avvocato, fortunatamente.
Le chiedo solo due cose prima di considerare chiuso il thread, ringraziandovi per questa mia prima esperienza su un forum legale:
- la mancata consegna dei documenti amministrativi - compresi i testamenti ritrovati e consultati comunemente dalle parenti e da persona terza (l'organizzatore del funerale, che si allontanava con il 'malloppo') può configurarsi in un reato o in azione comunque illecita e dunque riparabile attraverso la riconsegna alle interessate di tali documenti, richiesta legalmente ed eseguita anche in maniera coatta?
- può un soggetto terzo ed estraneo alla vicenda (il sottoscritto ad esempio, che comunque è stato testimone oculare di diversi eventi significativi ed è egato affettivamente alla nipote e quindi estraneo fino a un certo punto) farsi carico di un'iniziativa legale in proprio, iniziativa ragionevole a mio avviso solo dopo che una perizia calligrafica mettesse in serio dubbio l'autenticità dell'ultimo testamento?
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La prima domanda è piuttosto impropria. Se vi è un testamento, esso deve essere pubblicato: Quindi il problema testamento si risolve così.
Non capisco quali siano gli altri doc. amministrativi cui alludi...bisogna prima stabilire chi è l'erede prima di fare qualsiasi azione.
Alla seconda domanda si deve rispondere no. Il gterzo testimone farà il teste, se del caso, ma non può proporre azioni perchè non possiede la legittimazione ad agire (non ha interesse alla sentenza).
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@giurista said:
La prima domanda è piuttosto impropria. Se vi è un testamento, esso deve essere pubblicato: Quindi il problema testamento si risolve così.
Non capisco quali siano gli altri doc. amministrativi cui alludi...bisogna prima stabilire chi è l'erede prima di fare qualsiasi azione...Ma come si fa a pubblicare un testamento se qualcuno non porta l'olografo dal notaio? Quindi la domanda diventa: chi avrebbe avuto diritto o dovere di portare i documenti dal notaio? Per inciso i documenti amministrativi di cui si tratta sono dihiarazioni dei redditi, estratti conto bancari e libretti di risparmio intestai al decuius.
E a margine in un caso del genere, una stanza d'ospizio contenente effetti personali del decuius può restare occupata da detti oggetti per mesi, ovvero finché un notaio deliberi a chi spettano?
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La pubblicazione della sentenza è un onere a carico di chi vuol far valere il testamento in suo favore.
I documenti non rimarrebbero nella stanza, ma sotto custodia dell'amministratore.
Le signore, visto che han ricevuto copia del testamento, dovrebbero decidere se agire per impugnarlo o meno costringendo chi lo detiene ad azionare il testamento.