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    Esami universitari, riconosciuti ma non validi

    Non so se la sezione è quella giusta, credo di si vista la mia seguente domanda, in caso contrario vi chiedo di scusarmi.

    Il quesito è: vi sono norme giuridiche che tutelano lo studente universitario sull'avvenimento sotto riportato?

    Uno studente proveniente da Ateneo di Torino sostiene, superandoli, tot esami. Per motivi personali l'anno accademico successivo decide di trasferirsi di Ateneo facendo valere il diritto di riconoscimento degli esami già dati.
    Questi vengono, seppure non tutti, riconosciuti dichiarando superati alcuni esami del percorso di studi nel nuovo Ateneo, quindi registrati nel suo statino personale.

    Nel nuovo anno accademico esce un bando di concorso che vi riporto a seguire:

    I contributi, assegnati in base a una graduatoria predisposta secondo un regolamento di cui si possono avere
    informazioni presso la segreteria del XXXXX, saranno erogati nel Luglio del 2009, previa verifica dell'avvenuta
    frequenza a non meno del 70% delle lezioni dei corsi previsti al primo e secondo semestre del primo anno e a
    condizione che entro la suddetta scadenza siano stati superati almeno due esami.

    Lo studente, seppure senza nulla scritto (lo giurerebbe davanti a chiunque), in un primo colloquio informativo aveva ottenuto, alla domanda "Io avrei degli esami riconosciuti, sono validi?", la risposta: "Si, nessun problema. Dovresti comunque darne almeno uno visto che in ogni caso non raggiungi i crediti necessari con quelli...".
    Quando si è recato in segreteria per l'ottenimento dell'assegno gli è stato detto: "No non ne hai diritto. Gli esami che ti hanno riconosciuto non li riteniamo validi, non li possiamo considerare.". A questa risposta, di tutt'altro tenore rispetto alla prima è seguita una lettera di protesta indirizzata al presidente della propria facoltà e all'ente emanante il bando.

    Non è nota la percentuale della frequenza. Anche perchè è impossibile da calcolare visto che vi sono esami riconosciuti e delle quali materie non era necessario frequentarne le lezioni.

    Stessa cosa dicasi per la casa dello studente.
    Per richiederla al secondo anno, l'unico requisito (indicato nel regolamente interno che hanno consegnato il giorno in cui si è preso possesso della casa) sono i venti crediti. Anche qui non vi era indicata alcuna voce su "esami riconosciuti da precedente carriera non sono ritenuti validi al fine del concorso ecc.".
    Alla richiesta dello studente "posso presentare domanda per il secondo anno?" la risposta è stata, anche qui: "No. Gli esami riconosciuti non sono ritenuti validi".
    Lo studente è iscritto al primo anno, come matricola.

    Ora la mia domanda è: visto che gli esami sono stati riconosciuti dal consiglio di classe, dietro opportuna domanda su documento con tanto di marca da bollo, è giusto che lo studente venga privato di questi due suoi diritti? Vi è qualcosa legato alla giurisprudenza che può aiutare lo studente al raggiungimento del loro ottenimento, avendone verificato anche la percentuale di frequenza?