• User Newbie

    Patto di non concorrenza

    Buongiorno a tutti,
    vorrei un vostro consiglio su ciò che mi sta accadendo.
    Ho lavorato 15 anni come area manager per una multinazionale che mi ha fatto firmare un patto di non concorrenza al momento dell'assunzione. Il patto prevedeva che in caso di cessione rapporto, non potevo lavorare per la concorrenza per 2 anni. Altrimenti mi avrebbero pagato il 15% del mio stipendio annuo alla fine dell'anno trascorso senza produrre concorrenza.
    Ora cercherò di essere più chiaro possibile:
    da 1 anno mi sono licenziato dall'azienda A per andare all'azienda B. Queste due aziende stanno brillantemente collaborando da 20 anni. Ora la vecchia azienda non mi vuole pagare ciò che mi spetta dal patto di non concorrenza perché ritiene improvvisamente che l'azienda B (dove lavoro ora) è una sua diretta concorrente. In effetti, per essere pignoli, c'è una piccolissima percentuale di concorrenza ma potrei tradurla in circa il 2-3% del fatturato dell'azienda A.
    Dopo 1 mese dalle mie dimissioni, mi avevano spedito una raccomandata dicendo che non mi avrebbero pagato nulla perché lavoravo per un concorrente. Ho risposto per raccomandata che non ritenevo la mia posizione in concorrenza con loro e che mi aspettavo che tenevano fede al patto. Ora che l'anno è passato e mi devono pagare, mi hanno mandato un'altra raccomandata come la prima.

    Se considerassero la mia nuova azienda come diretta concorrente, dovrebbero farle causa per avermi assunto, ma non lo hanno fatto. Penso che stiano solo cercando di evitare di pagarmi ciò che mi spetta per puro rancore nei miei confronti.

    Che consigli mi date?

    Ringrazio anticipatamente


  • User Newbie

    Capisco, ma a questo punto chiedo se si possa chiamare "concorrenza diretta" una sovrapposizione di una minima percentuale di fatturato.


  • User Attivo

    da 1 anno mi sono licenziato dall'azienda A per andare all'azienda B.

    Dopo 1 mese dalle mie dimissioni, mi avevano spedito una raccomandata dicendo che non mi avrebbero pagato nulla perché lavoravo per un concorrente.

    Il patto di non concorrenza non è applicabile in caso di dimissioni del lavoratore (Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza del 15 maggio 2007, n. 11104).


  • User Newbie

    @Web Designer said:

    Il patto di non concorrenza non è applicabile in caso di dimissioni del lavoratore (Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza del 15 maggio 2007, n. 11104).
    Spiegati meglio: significa che se ho dato io le dimissioni non posso pretendere nulla o il contrario? :surprised:


  • User Attivo

    Salve, le ho indicato la sentenza di cassazione del 15 maggio 2007, n. 11104, solo per metterla a conoscenza. Tuttavia, dalla lettura della stessa, sembrerebbe a suo favore, ma la prenda con riserva di inventario.


  • User

    Se posta qui per filo e per segno la clausola del patto di non concorrenza posso darle una risposta più precisa e suggerirle come muoversi.


  • User Newbie

    Sono a posto così... Grazie 1000 a tutti


  • User Attivo

    Salve, sarebbe utile per tutti sapere come ha risolto.[?]
    Saluti.


  • User Newbie

    @Web Designer said:

    Salve, sarebbe utile per tutti sapere come ha risolto.[?]
    Saluti.
    Ho messo tutto in mano ad un avvocato 🙂


  • User

    Salve,pongo il seguente quesito.E' obbligatorio registrare all'ufficio delle entrate una sentenza civile? Se non la registro potrei ricevere richiesta di pagamento maggiorate da interessi di mora tramite equitalia? Grazie


  • User Newbie

    Salve,
    vista l'intestazione della discussione ho pensato bene di chiedere qui un vostro aiuto.

    Sono dipendente di una società di consulenza informatica da 10 anni.
    All'inizio mi costrinsero a firmare un pnc se volevo essere assunto a tempo indeterminato retribuendomi con una piccola rata mensile di valore sotto il 10% lordo del mio stipendio. Le penali previste erano commisurate in 5000 euro più la restituzione di tutto ciò che avevo percepito se per 1 anno non evitavo la concorrenza diretta alla mia società.
    Premetto che io sono un consulente informatico e ho sempre lavorato per terzi senza mai passare un solo giorno di lavoro presso la mia ditta (non conosco nemmeno gli uffici...) quindi tutto il mio sapere e le mie conoscenze le devo esclusivamente a me. Non sto qui a citare corsi di aggiornamento pagati di tasca mia per rimanere al passo con i tempi...

    Dopo 10 Anni mi ritrovo senza il cospicuo superminimo assorbibile, con il quale ero partito, perchè completamente azzerato dagli aumenti contrattuali ed il bonus per aver accettato un trasferimento in una città diversa, praticamente dimezzato (eroso anno dopo anno causa restrizioni economiche della mia società).

    In oltre 10 anni di lavoro il mio stipendio è aumentato di pochissimo e sono ben al di sotto dell'aumentato costo del denaro. In pratica il valore del mio stipendio attuale è inferiore a quello che percepivo 10 anni fa.

    Ho ricevuto una comunicazione dall'azienda che vogliono tagliarmi anche i ticket pasto... Io vorrei andarmene ma non voglio cambiare cliente presso il quale lavoro da 8 anni perchè vicino casa e perchè mi trovo davvero bene.
    Quindi avevo pensato di dimettermi e farmi assumere da una diversa azienda che offre servizi di consulenza informatica in questa stessa ditta-cliente.

    A cosa vado incontro ? Devo rimetterci anche 5000 euro più tutte le 120 rate di pnc percepito finora ?
    Volevo aggiungere che hanno in mano il mio TFR dal 2002 al giugno 2007

    In attesa ringrazio anticipatamente
    Saluti

    Enzo