- Home
- Categorie
- Società, Web e Cultura
- Società e Impegno Civile
- File sharing, peccato mortale?
-
File sharing, peccato mortale?
Domenica il confessore mi ha detto che scaricare Office da BitTorrent e simili non è considerato peccato mortale, in quanto non sussiste peccato se la casa madre ha reso palese la possibilità di pirateria del suo stesso software per permetterne la diffusione di massa e poi farsi pagare da chi è tassativamente obbligato a farlo (enti pubblici e grandi imprese).
Ergo, non c'è danno alla proprietà intellettuale (settimo comandamento: rispetta le cose degli altri).
Il sacerdote mi ha detto che è invece diverso quando scarichiamo App per iOS, bypassando l'AppStore e facendo quindi jailbreak del sistema, poichè la maggior parte di quelle App non sono fatte da multinazionali che speculano industralizzando pesantemente i processi, ma da piccoli sviluppatori nelle proprie case, che ti chiedono un prezzo onesto (nonchè irrisorio) per il lavoro svolto.
Voi cosa ne pensate?
-
Penso che il tuo parroco usi l' Office piratato per fare i libretti della Messa
Scherzi a parte , ho sempre pensato che dal punto di vista cattolico la pirateria fosse un peccato , ma effettivamente non l' ho mai chiesto a un prete ...
-
A quanto pare dipende dal caso...
-
Concordo con cerini_pablo.
Non mi sembra affatto palese la volontà della casa che detiene i diritti d'autore di Office di far piratare il suo software, anzi, le iniziative sia per informare gli utenti sia per individuare e reprimere la pirateria sono molto evidenti.
Basta dare un'occhiata al sito della Business Software Alliance ad esempio e leggere le iniziative che quotidianamente vengono portare avanti in collaborazione con la Guardia di Finanza.Il fatto che su piattaforma pc sia "facile" scaricare un software da canali illegali unito al fatto che sia difficile contrastarlo tecnicamente non alleggerisce la coscienza a cospetto di Dio né depenalizza il reato secondo le leggi dell'uomo.
Questo in contrasto con quanto avviene sul'Apple store che invece è tecnicamente una piattaforma chiusa e controllata all'origine.Sempre parlando di facilità, secondo questo punto di vista sarebbe moralmente giusto copiare tutti i contenuti che si trovano sul web (perché basta un copia e incolla) e recare un danno come sta avvenendo ultimamente in questo settore?
Non capisco poi il discorso sulla multinazionale, un reato è un reato a prescindere contro chi lo si attua o della sua forza economica. Il settimo comandamento, che per la Chiesa Cattolica è "Non rubare" e non il più blando "rispetta le cose degli altri" non si applica in base alle fasce di reddito, quindi non dipende dal caso.
Valerio Notarfrancesco
-
Ma fare copia e incolla non è peccato.
È come conservare nella tua memoria quanto hai letto.
-
E' peccato, è reato e cagiona un danno (tra i danni quello da penalizzazione da parte di Google per contenuti duplicati) se lo ripubblichi su un altro sito web senza il consenso esplicito dell'autore che detiene tutti i diritti sull'opera (testo, grafica, audio, video).
Valerio Notarfrancesco
-
Salve, anche io condivido la posizione di vnotarfrancesco.
Se vengono copiati dei contenuti e ripubblicati su un altro sito web senza avere il permesso dell'autore effettivamente è un "furto", e quindi si commette peccato.
In ogni caso mi è capitato di leggere da qualche parte che "la pirateria informatica" di ogni tipo rientra tra i peccati da confessare. Quindi in teoria, è sempre peccato, indipendentemente dalla facilità con cui si possono ottenere i software.