• User Newbie

    Contratto firmato, preventivo e fattura

    Salve a tutti, questo è il mio primo post!

    Sono titolare di una ditta. Diversi mesi fa un mio cliente mi commissionò un lavoro piuttosto oneroso: firmammo un contratto e uno dei punti di questo contratto prevedeva la firma, da parte di entrambe le parti, del preventivo. Purtroppo però per negligenza (ero alle primissime armi e questo era uno dei miei primi lavori) il preventivo, ahimé, non è stato firmato. Tuttavia il mio cliente pagò la prima tranche del corrispettivo stabilito, mediante assegno e a seguito di emissione di regolare fattura bollata (il pagamento è quindi ampiamente dimostrabile).

    Pur avendo eseguito tutto quello che era stato previsto dal contratto e dai suoi allegati e pur essendo anche stato molto indulgente nei confronti dei mancati pagamenti del cliente, quest'ultimo poco tempo fa ha dichiarato di non essere soddisfatto del lavoro (benché questo sia stato eseguito secondo tutti i punti previsti dal contratto, a regola d'arte) e di non voler pagare quanto dovuto (una parte doveva essere corrisposta dopo trenta giorni dalla stipula del contratto, e sono passati molti mesi senza che io abbia mai visto pagare quanto dovuto, e una parte al completamento del lavoro).

    Mi piacerebbe sapere, da qualche esperto del settore, se ci sono gli estremi per un'azione legale nei confronti del cliente e se la mancata firma del preventivo può costituire per lui un appiglio per non corrispondermi quanto dovuto. Ho già sentito un legale, che mi ha detto che il primo pagamento da parte sua è equivalso ad aver accettato il preventivo (anche se, ripeto, non è stato firmato come prevedeva il contratto), ma vorrei conoscere anche altre opinioni al riguardo.

    Un sentito ringraziamento in anticipo!


  • User

    Come giustamente è stato detto da un collega, il pagamento di parte del corrispettivo, oltre a costituire riconoscimento di debito, induce a ritenere che il lavoro eseguito sia stato accettato dal committente.
    Lei proceda con un ricorso per decreto ingiuntivo (basato sulle scritture contabili, ovvero fattura ed estratto autentico del Registro Iva come previsto per legge). Probabilmente il decreto verrà opposto (di fatto instaurando un giudizio ordinario, con tempi e costi tipici dei nostri Tribunali) ma starà comunque a controparte contestare le ragioni di credito.
    Cordialmente, Avv. Pozzi


  • User Newbie

    Gentile avvocato Pozzi,

    la ringrazio vivamente della Sua risposta. Valuteremo ora il da farsi, perché quello che vorrei evitare è proprio il giudizio ordinario dal momento che purtroppo sono a conoscenza, per esperienza diretta, dei costi e soprattutto dei tempi della nostra giustizia.

    Le auguro una buona giornata.


  • User

    Nel caso intendiate procedere con una ingiunzione di pagamento, i tempi si aggirano sui 30 giorni per ottenere il provvedimento.
    Dalla notifica decorreranno i 40 giorni previsti per legge che consentono alla controparte di fare eventuale opposizione.
    In difetto il decreto diverrà esecutivo e sarà pertanto possibile, dopo la notifica dell'atto di precetto, procedere esecutivamente.
    I costi sono rappresentati dalle spese vive (contributo unificato, marche da bollo per iscrizione e per richiesta copie autentiche e spese di notifica dell'ingiunzione) nonchè dagli onorari che il professionista che vi assiste pretenderà per l'espletamento della sua attività.
    Di certo saranno comunque importi inferiori rispetto a quelli che sosterreste in caso decideste di procedere con un giudizio ordinario (anzichè con l'ingiunzione sopra citata).
    Cordiali saluti