• User

    studio associato di fatto

    Alcuni sostengono che la costituzione di uno studio associato tra giovani professionisti (con un'attività tutta da avviare...) sia poco vantaggiosa dal punto di vista fiscale...e che una tale organizzazione sia ancor più nel mirino degli accertamenti...e con ricavi di congruità da studi di settore notevolmente superiori a quelli generati per i professionisti individuali.
    Queste considerazioni sarebbero per certi versi lo specchio della nostra realtà attuale...ma considerando che noi due professionisti avremmo definito la ripartizione dei costi e dei ricavi al 50%, come potremmo ovviare alla definizione formale di uno studio associato?

    Potremmo aprire due p.iva e poi di fatto operare come un'associazione di fatto?
    In questo caso "tutte le spese" andrebbero fatturate da un professionista all'altro...in ragione del 50%?
    E per le parcelle?Dividersi i clienti con un criterio che ripartisca equamente i ricavi tra di noi?

    Quali i rischi?

    Cosa ne pensate?

    Vi ringrazio.


  • Consiglio Direttivo

    Ciao STU e Benvenuto nel Forum GT.
    Se invece di fare uno studio associato avete deciso di rimanere con due partite iva individuali non vedo problemi. Per la divisione delle spese come dici tu basta fatturarle da un professionista all'altro.
    Per la divisione dei compensi, naturalmente dipenderà da come vi accorderete.

    Ciao :ciauz:


  • User

    Ok ma vorrei che qualcuno potesse indicarmi un modo non farraginoso di ripartizione dei compensi.

    Come suddividere con precisione le parcelle da emettere perchè il fatturato di ciascuno sia esattamente al 50% dell'intero ammontare dei compensi?

    e poi...cosa più importante...Il Fisco potrebbe , sulla base dei dati contabili, capire che si tratta di uno studio associato di fatto e sanzionarci di conseguenza?

    Grazie mille.


  • Super User

    No, direi che lo studio associato di fatto, non l'ho mai sentito.

    La ripartizione dei compensi avverrà a fine anno con fatturazioni tra di voi (da valutare in rapporto anche all'addebitabilità del contributo previdenziale).

    Mi sembra il metodo più comodo.

    Paolo


  • User

    Scusami Paolo,

    ma penso non mi sia chiaro il metodo che gentilmente mi proponi.

    Durante l'anno le parcelle le dovremmo emettere entrambi magari su clienti diversi...come se ognuno avesse i propri...

    Poi a fine anno? E per gli addebitamenti della cassa?

    Ti ringrazio in anticipo se vorrai pazientemente spiegarmi questi dettagli; vorremmo iniziare con le idee chiare evitando errori di valutazione.

    Inoltre, vorrei da te un consiglio spassionato...Studio associato si o studio associato no...?Piuttosto che queste forme ancor più ibride e complicate da gestire?

    Grazie


  • Super User

    Il mio consiglio spassionato è: visto che avrete nella sostanza una comunanza di clienti, di mezzi, di costi e di obbiettivi... fate lo studio associato... che salvo le spese notarili (ed due o tre dichiarazioni fiscali in più) vi costa come esercitare da liberi professionisti singoli.

    Un metodo per ovviare, ma non perfetto è quello di fatturare separatamente ai vari clienti (mantenendo un equilibrio di fatturato e costi fra voi due) e conguagliarVi tra voi con fattura di fine anno la parte necessaria a raggiungere il 50-50%..... possibilmente tenedo tale fatturazione di fine anno molto bassa.

    Paolo


  • User

    Grazie Paolo.

    Ovviamente gli studi associati sono esclusi dal regime forfettone della finanziaria 2008, vero?
    Strana concezione di questo governo...
    Si propende sempre più verso la realizzazione di associazioni tra professionisti...però i regimi agevolati non sono per loro...nemmeno per studi da due...con il "tutto" da costruire...

    Però la grande novità dell'anno:il credito di imposta per studi associati da 4 a 10 professionisti...Parliamo di strutture già più complesse...E i piccoli? Come al solito pagano per i grandi...

    Quindi non ci resta che adottare il regime di tassazione ordinaria con contabilità semplificata...Concordi?

    Grazie ancora


  • Super User

    Ad oggi direi di si.

    Il nuovo credito sembra ben appunto non applicabile e neppure il regime nuovo dei minimi.

    Paolo