• User Newbie

    sembra assurdo, ma a me sembra sia molto in voga tra politici e giornalisti, insomma... mis embrano validissime ragioni per starne lontano!!1 auahauau perdonatemi, ma non ho resistito. Io personalmente non riesco ad avere interazioni significative. Magari é per mia incapacità, ma non mi piace. Lo uso per tenermi informato...


  • User Newbie

    @giorgiotave mah... credo che la questione sia complessa: intanto è un social dove è difficile per sua natura discutere, ha un costo di investimento d'attenzione e impegno all'ingresso più alto, a meno che uno non voglia offendere a manetta e RT solo i propri idoli.

    Inoltre in Italia è in fase molto calante, restiamo sempre meno, meno giapponesi, ormai stanchi e provati dallo stare su molti social.

    D'altra parte sono convinto che se riusciranno a dare strumenti utili, riprenderà piede anche qui.
    La chiave è sempre la stessa: fatti adottare dalle generazioni più giovani e forse avrai un futuro 😉


  • User

    Ciao @giorgiotave !

    Come ben sai, io vivo su Twitter, e Twitter da sempre mi ha dato grandi soddisfazioni.

    Però, purtroppo, concordo con te: "Twitter in Italia non decollerà mai".

    Poche persone sanno usarlo davvero, e quelle che lo usano, lo fanno senza sfruttarne appieno le possibilità che offre.

    Il problema, credo, risiede nel peccato originale di considerare Twitter solo come un luogo in cui leggere notizie e non dove discutere in modo civile.

    Si leggono tweet, e se per caso si decide di scriverne qualcuno, spesso è per replicare airosamente contro qualcuno o qualcosa... e questo ha creato un circolo vizioso per cui chi leggeva ha smesso di leggere e quei pochi che avevano anche solo una debole intenzione di creare contenuti su Twitter, ha desistito.

    Ed è un peccato, davvero. Perché su Twitter si possono fare discussioni meravigliose senza usare i coltelli, perché si possono scoprire contenuti prima che essi siano diffusi in altre reti sociali e perché ormai Twitter non è più solo sinonimo di 140 caratteri.

    Come sai, e come ho detto prima, io "vivo" su Twitter. E ci "vivo" quasi esclusivamente per la mia professione di SEO.
    Twitter è il metodo più veloce per conoscere di cosa si parla nella SEO a livello globale, il più efficace per incominciare a stabilire relazioni con altri SEO in ogni angolo del mondo (non solo anglosassone) e, quindi, ampliare i propri conoscimenti grazie al confronto.
    Ed anche solo perché Twitter è il medium preferito dai Googlers per comunicare e dialogare varrebbe la pena usarlo.

    Certo, esistono anche i fenomeni "SEO Twitter" e "SEO Drama" , che è la versione SEO della parte più brutta di Twitter, con troll e risposte irrispettose... ma esiste una gran "polizia" interna, e spesso situazioni sgradevoli sono risolte in modo efficace.

    Twitter permette creare contenuti ottimi... penso ai thread e penso a Spaces, ed ottenere risultati immediatamente visibili.
    I thread sono un'ottima maniera di riciclare in un formato differente contenuti che abbiamo creato per il nostro sito o che abbiamo presentato sotto altri formati (esempio, un video o uno speech).

    Spaces è fantastico per creare in modo molto semplice streaming live, che sono immediatamente raggiungibili nella piattaforma.
    Per esempio, per me è diventato un appuntamento fisso e un piacere enorme far parte dello Spaces SEOFOMO di Aleyda Solís, dove discutiamo con altri SEO (Barry Adams, Gerry White, Areeji Abuali, Judith Lewis e altri) le notizie SEO della settimana anteriore (ogni lunedi tra le 18:00 e le 19:00).

    Ed è una pena che siano veramente pochi gli altri italiani che, oltre a me, fanno un uso attivo di Twitter, contribuendo e dando a conoscere che esiste la SEO anche in Italia. Penso ad Andrea Pernici e Riccardo Mares.


  • User Newbie

    E' sempre stato il mio social preferito anche quando agli inizi lo comprendevo ancora poco. Mi affascinava ugualmente.

    Nel tempo, mi ha insegnato l'arte della sintesi come spesso suggeriva anche Luisa Carrada nei suoi libri. Parliamo quindi dell'epoca dei 140 caratteri (veri cinguettii). Ma anche dopo averli raddoppiati seppur con l'aggiunta dell'estensione delle discussioni.

    Sarà forse perché adoro scrivere e resto ancora oggi un nostalgico del caro vecchio blogging personale oramai quasi del tutto estinto ovunque (forse sostituito da un inaspettato ritorno alla newsletter).

    Lo scorso anno comunque decisi di "ripulire" tutti i miei tweets. Ancora oggi pubblico e cancello anche dopo aver interagito con altri utenti.

    Ammetto però di aver poco seguito l'evoluzione tecnologia della piattaforma tra superfollow, shop, spaces e quanto verrà aggiunto.

    P.s. Dimenticavo: lo uso solo sul piano personale mentre in quello professionale - nonostante vari tentativi - non ho ottenuto validi riscontri (forse per via del settore di riferimento).


  • User Attivo

    Molto molto di nicchia qui in Italia, è comunque un buon punto di contatto con il mondo del giornalismo, qui da noi tutti i giornalisti hanno un profilo twitter.

    Ma in generale la frammentazione sui social è massima e credo che peggiorerà in futuro.


  • User Attivo

    Serve più droga per farlo diventare uno strumento col quale influenzare le masse.


  • Moderatore

    Personalmente ne faccio un uso del tipo "rassegna stampa del mattino" per raccogliere i titoli più importanti dei vari ambiti che mi interessano (webmarketing, vino, neuromarketing, ...). Confermo la poca presenza italiana, se non relegata a qualche giornalista. Forse erroneamente, non ritengo ora sia un momento propizio per usarlo come creator, almeno non se si lavora sul pubblico italiano.
    E visti gli sviluppi che twitter ha avuto negli ultimi mesi, sostengo sia un vero peccato...


  • User Newbie

    Ci sono delle cose che ultimamente mi sono piaciute molto e che ho pensato che altrove non potessero avere la stessa efficacia. Come ad esempio i Thread di Nico Piro che hanno aggiornato efficacemente giorno per giorno sulle vicende afgane i giorni del ritorno dei Talebani.


  • User

    Per me i "problemi" sono principalmente due.
    Il primo è che Twitter è un social più "difficile" da curare anche se lo si usa in modo passivo come utente privato.
    Ci vuole molta pratica e molta pazienza nel capire effettivamente chi seguire, e se non si usano le liste diventa molto dispersivo. La seconda cosa è che in realtà le Community anche italiane ci sono ma sono difficili da trovare.
    spesso sono legate a nicchie particolari e spesso non vengono notate, o comunque comunicano in un contesto internazionale e diventa complicato "percepirle".


  • User Attivo

    Negli ultimi anni sembra diventato un rifugio dei " Non Cielo Dicono " .