• Contributor

    @filtro ma è comunque mischiato al targeting per profilazione.

    Io te lo dico: ho fatto un botto di campagne con targeting per profilazione.

    Lato inserzionista funzionano come la 💩 💩 💩 💩 💩 💩

    Una valanga di impressioni un tanto al chilo, clic fatti per sbaglio e (non sorprendentemente) conversioni zero. Giusto giusto un (minimo) impatto sulle ricerche di brand, in quei casi in cui il volume di impressioni era veramente alto. E questo anche se escludo completamente le app mobile che sono 💩²

    Questo finché un giorno ho detto: basta rete Display che non sia basata su liste di remarketing. Mi fido solo dei pubblici che costruisco IO. Anche i lookalike non funzionano mica tanto bene.

    E se Google dice che FLoC funziona al 95% come i cookie di profilazione, beh... per me è un 5% di 💩 in più.

    Io sinceramente mi domando com'è che i big spender non si siano mai domandati come stanno spendendo il loro budget. Allocano ai centri media e poi boh, alla fine qualcosa arriva. Per carità, se i soldi piovono sul mercato alla fine è buono per tutti eh. C'è tutta una catena di man in the middle da foraggiare e tutti abbiamo il pane da portare a casa.

    Però io ho il punto di vista del consulente e lavoro spesso in condizioni di budget "corto", per cui la mia prima preoccupazione è quella di farlo fruttare senza disperderlo.

    Ma onestamente si vedono in giro cose abbastanza ridicole e tutto il circo sulla profilazione per me è largamente sovrastimato.

    Non avvantaggia davvero nessuno, né editori, né inserzionisti: rimane solo il proprietario del carrozzone.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal Martino mi hai frainteso: la prima chiamata è solo content targeting no profilazione, la seconda è profilazione: Floc, IG ecc. ecc.

    però leggi la documentazione prima di rispondere, altrimenti parliamo del nulla.

    la profilazione è prospecting, consideration, awarness se la valuti al pari del remarketing ed a performance è come valutare le keywords brand vs le keywords generiche e stupirsi che il conversione rate è più basso.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    @kal Martino mi hai frainteso: la prima chiamata è solo content targeting no profilazione, la seconda è profilazione: Floc, IG ecc. ecc.

    però leggi la documentazione prima di rispondere, altrimenti parliamo del nulla.

    la profilazione è prospecting, consideration, awarness se la valuti al pari del remarketing ed a performance è come valutare le keywords brand vs le keywords generiche e stupirsi che il conversione rate è più basso.

    La documentazione l'ho letta, e anche riletta per essere sicuro di non essermi perso nulla. E ho letto anche i commenti alla documentazione.

    Ci sono due richieste che vengono inviate, in modo non correlato.

    Ma sempre due richieste vengono fatte all'adserver. Non è che una è più bella dell'altra. Vengono fatte in modo separato per impedire che le informazioni di un'asta (contestuale) possano essere incrociate con quelle dell'altra (per interessi), con diversi accorgimenti kafkiani (IP blindness, opaque iframes) per tamponare possibili correlazioni.

    L'adserver poi risponde con due offerte di asta separate che poi vengono messe in competizione localmente sul browser.

    Il mio astio (puramente professionale) deriva probabilmente dal fatto che Google Ads se le inventa tutte pur di far espandere l'audience agli inserzionisti, in barba a qualunque logica di pianificazione e gestione del budget.

    Per capirci, sta roba qua: https://support.google.com/google-ads/answer/190596?hl=it

    Il punto è che, così com'è adesso, le campagne a targeting contestuale non girano. Sono chiaramente castrate dall'adserver, che privilegia DA DESIGN le aste sul programmatic.

    Il design di TURTLEDOVE non cambia di una virgola questo paradigma. L'ad server può tranquillamente inviare le aste per gli interest group (che sono per l'appunto separate e quindi note all'adserver in partenza) con un modificatore di offerta smarmellato sottobanco ed invisibile all'inserzionista, giusto per accaparrarsi l'inventory.

    Anche perché alla fine è occupando l'inventory che fai impressioni ed è con le impressioni che poi vai a chiedere i soldi all'inserzionista.

    Il programmatic è fantastico per fare impressioni e sostanzialmente nient'altro (vedi post precedenti).

    Finché non cambia questa cosa, non riuscirò ad averne una buona opinione.

    Mi spiace.


    F 2 Risposte
  • Moderatore

    @kal non è l'adserver a castrare (l'adserver non può fare nulla)
    è l'adnetwork e l'asta relativa

    il programmatic è tutto ad asta (se escludiamo i private deal, ma quella è un altra storia) le due chiamate vanno in parallelo per evitare che si sovrappongano e vanno in asta su tutti gli inserzionisti (esattamente come oggi, ma la chiamata è una sola)

    Ad oggi (ed anche in futuro) vincerà il CPM più alto (non determinato dal adserver a priori, adsever può solo impostare un floor sotto il quale non accettare l'asta e dare precedenza agli ordini diretti o private deal)

    adserver non può impostare nessun modificatore di offerta può solo mettere dei floor, quindi vince chi paga di più: certo tutti noi paghiamo di più in remarketing.


    kal 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal one more thing contextual è programmatic, non è un altro canale


  • Contributor

    @filtro Ok, mi devi perdonare se faccio confusione coi termini.

    Però ammetterai che c'è confusione quando Google è SIA adnetwork (Google Ads) CHE adserver (DCM)?

    Cosa impedisce a Google di dire: hey Google Ads, manda fuori ai client le richieste di asta per gli interest group COME SE biddassero (poniamo) 2x o 3x? E poi correggi di nuovo in entrata in modo che l'inserzionista comunque non paghi più di quando biddato e l'editore non si veda riconosciuto di più di quanto pattuito? Questo al solo scopo di prenotarsi tutto l'inventory?

    Chiaro, l'editore ha sempre la facoltà di impostare i floor e quindi con questo in qualche modo l'editore si tutela (di fatto relegando il rimanente all'invenduto... come peraltro già succede ora).

    A meno che non ci sia qualche meccanismo di trasparenza che m'è sfuggito.


  • Moderatore

    @kal DCM no è l'adserver per publisher, EX DCM è l'adserver per gli advertiser.

    Per i publisher l'adserver è AdManager.
    Le aste no avvengono nel adserver ma nel AdExchange.

    Dentro ad AdExchange non partecipa solo Google, ma tutte le SSP collegate e tutte le DSP collegate. (Ad Esempio Criteo partecipa dentro Adexchange di Google)

    Perché Google dovrebbe far moltiplicare per 2 le aste per le audience?
    A google come a tutti gli editori interessa che i cpm base delle aste aumentino quindi metto in competizione sullo stessa impression più elementi che vinca il targeting contestuale o che vinca la audience google e l'editore guadagnano uguale basta che il CPM sia alto.

    Per Google (e per tutte le adTech) è molto più interessante dare modo agli advertiser di targetizzare una impressione in diversi modi così ci sono più elementi in asta.

    Facciamo un esempio anche lato search un errore che viene fatto da n mila specialisti campagne brand e campagne DSA

    Prima della campagne DSA potevo entrare in un'asta solo scegliendo le keywords, oggi con DSA posso entrare in aste senza scegliere le keywords.
    Uno degli errori che vedo più spesso fare è dimenticarsi di mettere il nome del brand come keyword negativa nelle campagne DSA. Magicamente quelle campagne hanno performance di conversione incredibili, in realtà tutte le conversioni arrivano da query brand che ho visto pagare con CPC 10 volte più alti delle campagne brand basate su keywords.

    Google senza inventarsi strani artifici da te descritti ha aumentato le revenue semplicemente aggiungendo elementi all'asta.

    Stessa cosa con Interessi, remarketing, contestual targeting: ho 3 modi per andare in asta sulla stessa impressione, questo automaticamente aumenta il CPM di base del asta.

    Stai cercando di immaginare fare truffaldini di Google o di altri, quando esistono modi molto più semplici per guadagnare di più sulla singola impressions.

    L'audience targeting l'ho usato in modo profittevole, l'ho usato anche in Google Ads Display(è su questo il buon Tinti è maestro del display Network), l'ho usato in Adform, in Google DV360, certo non aveva obiettivi di performance, tranne in Adform che per un qualche motivo riesce a farmi pagare programmatic puro a cpc come Google Ads, ed ai tempi di iprospect qualche soddisfazione me la sono tolta con il team programmatic


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    Stessa cosa con Interessi, remarketing, contestual targeting: ho 3 modi per andare in asta sulla stessa impressione, questo automaticamente aumenta il CPM di base del asta.
    Stai cercando di immaginare fare truffaldini di Google o di altri, quando esistono modi molto più semplici per guadagnare di più sulla singola impressions.

    Io so solo che tutte le campagne che ho provato a far girare SOLO in contestuale, senza "targeting automatico", non hanno mai girato. E questo nonostante offerte alte e budget congrui.

    Semplicemente non partono, fanno numeri ridicoli. Roba da 10% del budget giornaliero nonostante una strategia di offerta massimizza i clic (per la serie: bidda quel che ti pare ma falla girare).

    Ne ho dedotto che fossero frenate a monte, per qualche motivo.

    E questa cosa succede da quando Google ha iniziato a spingere forte sul targeting per interessi, diciamo dal 2015 in poi.

    Questo punto comunque secondo me non descrive bene la situazione:

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    A google come a tutti gli editori interessa che i cpm base delle aste aumentino quindi metto in competizione sullo stessa impression più elementi che vinca il targeting contestuale o che vinca la audience google e l'editore guadagnano uguale basta che il CPM sia alto.
    Per Google (e per tutte le adTech) è molto più interessante dare modo agli advertiser di targetizzare una impressione in diversi modi così ci sono più elementi in asta.

    Il problema di base è che ci sono molte più impression da riempire che inserzionisti che le riempiano. Tu guardi solo la parte alta del mercato, con relativamente poche pagine competitive, dove quello che dici ha perfettamente senso... ma c'è una coda lunga enorme di pagine fuffa piene di annunci pubblicitari che totalizzeranno probabilmente il 99% dell'ad inventory.

    Quelle pagine, se io andassi solo con il contestuale, non riceveranno MAI manco UNA impression di inserzionisti.

    Quindi per Google è molto più utile ed interessante spammare in giro i miei annunci Display senza alcun riguardo per contesto e posizionamento, riempiendo così un inventory altrimenti invenduto.

    Stessa cosa ad esempio succede con gli annunci nelle applicazioni mobile.

    Un tempo era facile escludere le app dalle campagne Display (indispensabile se non vuoi bruciare tutto il budget pubblicitario sotto ai ditoni della gente che clicca per sbaglio). Oggi per escludere le app devi mettere a manina 800 spunte per escludere tutte le categorie una per una.

    (almeno era così l'ultima volta che ho guardato)

    Quindi ti contesto un po' il fatto che il primo interesse degli ad network sia quello di massimizzare il ritorno sulla singola impression.

    Il primo interesse degli ad network (Google in testa) è e rimane quello di riempire l'inventory e non rimanere con gli spazi invenduti, con buona pace degli interessi degli inserzionisti. In misura minore sta cosa vale anche per gli editori oltretutto: per loro sarebbe oro poter andare 100% gestito e senza intermediari.

    Il 90% del margine sta lì.

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    L'audience targeting l'ho usato in modo profittevole, l'ho usato anche in Google Ads Display(è su questo il buon Tinti è maestro del display Network)

    Non nego che ci possano essere dei modi per far girare delle campagne profittevoli anche con il targeting per audience. Ma sono eccezioni e non la regola.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal l'obiettivo degli adnetwork è soddisfare l'advertiser: la viewability è ad oggi più importante di molto altro.
    preferisco non riempire un inventory se quella inventori non è di qualità, ad esempio oggi in DV360 posso mettere una regola che sotto una certa viewability media la campagna non deve erogare.

    In Google Ads, Google è in una situazione limite: va in asta a CPM nel Network (ora Adsense e Adex sono la stessa cosa) ma al advertiser fa pagare a CPC: il modello deve fare molta attenzione a dove mostrare gli annunci.

    Stai disegnando Google e le SSP solo come delle arraffa soldi, mentre prima di tutto devono fare un lavoro di qualità altrimenti perdono clienti.

    Stai valutando un sistema in base alla tua esperienza.
    Il mercato va verso la qualità certo poi ci sono situazioni limite come in tutto, ma pensare che in base alla tua visione per quanto professionale, comunque limitata hai stabilito che il contestual targeting è bloccato e che il programmatic è una truffa (solo buono a fare impressions) io la trovo una visione distorta.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    Stai disegnando Google e le SSP solo come delle arraffa soldi, mentre prima di tutto devono fare un lavoro di qualità altrimenti perdono clienti.

    Guarda, te la sposerei volentieri sta cosa... ma semplicemente non è vera. Non per Google perlomeno.

    Google si trova da anni in una posizione dominante del mercato in cui riveste più ruoli contemporaneamente.

    E' un monopolista di fatto o comunque ha posizioni enormemente dominanti nei mercati:

    • dei motori di ricerca
    • degli adserver (Ad Manager)
    • della analitica digitale (GA)
    • dei browser (Chrome)
    • dei sistemi operativi mobile (Android)
    • delle piattaforme video (quasi dimenticavo YouTube!)

    E in ciascuno di questi settori ha attuato tattiche di abuso di posizione dominante che sono direi sotto agli occhi di tutti e non credo sia nemmeno in topic mettersi a snocciolarle tutte. Anzi no, una ci sarebbe da menzionare ed è l'accordo "Jedi Blue" che avrebbero fatto con Facebook nel 2018 per manipolare le aste a favore di quest'ultimo.

    A proposito del fatto che Google non manipolerebbe mai le aste.

    Tutto da dimostrare naturalmente, ma le accuse sono pesantine e minano a mio parere in modo molto forte la credibilità di Google stesso... anche perché ho letto dei timidi tentativi di difesa a livello di PR, ma nulla di davvero forte o convincente. Segno che si stanno preparando a difendersi in tribunale.

    In generale l'idea di un Google buono al servizio di utenti ed inserzionisti è da mò che è tramontata.

    E' una corporation e come tutte le corporation tiene in massimo conto solo una cosa: gli asset degli investitori. Il resto passa inevitabilmente in secondo piano.

    E lo dico con la mano sul cuore eh, sono come molti qua dentro un early adopter della primissima ora.


  • Moderatore

    Nuovi importanti aggiornamenti

    Più dettagli su FLOC e privacy sandbox
    https://blog.google/products/chrome/privacy-sustainability-and-the-importance-of-and/

    Ed un sito tutto nuovo sulla privacy sandbox

    https://privacysandbox.com/

    Naturalmente abbiamo le prime osservazioni di tutto. Interessante l’analisi fatta da Lukas Olejnik su Twitter https://twitter.com/lukolejnik/status/1377274245684858885?s=21


  • Moderatore

    E siamo ai nuovi aggiornamenti da Google.
    Viene presentato l'evoluzione di FLoC che sembra superare i limiti legati alla privacy sarà interessante osservar i commenti e le osservazioni delle prossime settimane ecco a voi Topics:
    L'annuncio
    https://blog.google/products/chrome/get-know-new-topics-api-privacy-sandbox/

    le specifiche tecniche
    https://github.com/jkarlin/topics


    giorgiotave 1 Risposta
  • Contributor

    Molto interessante, e sicuramente un passo importante nella direzione giusta. Molto valido l'approccio di trasparenza nei confronti dell'utente che è stato scelto che era uno dei grandi punti deboli di FLoC (gli ID delle coorti oggettivamente nun se potevano vedè).

    Questa parte qua comunque mi ha fatto un po' sorridere:

    While imperfect, this is clearly better for user privacy than cookies.

    Che è un po' come ammettere che il targeting comportamentale nei network di terze parti non è tecnicamente possibile senza che in qualche modo la privacy dell'utente venga in qualche modo sacrificata, poco o tanto che sia.

    (e come da copione, è giusto giusto una noticina in fondo al papiro)

    Io ribadisco che non vedo un grande futuro nel targeting comportamentale fuori dai network di prima parte.

    E non sono il solo a pensarla così, giusto stamani ho letto questo thread su Twitter con un sacco di riflessioni condivisibili:

    https://twitter.com/thezedwards/status/1486007743408263168

    contextual-only is the future of online advertising. imo the bidstream as we know it has ~18 months left.

    Su questo punto ci metto la firma abbastanza tranquillamente.


  • Community Manager

    @filtro se ho capito bene il potere passa al Browser che in base ai siti che navighi stabilisce un interesse e lo aggangia alla pubblicità, ma non passa alcun dato ad altri server?

    @kal cioè, il futuro che si prevede, è basato solo sulla pagina che si sta visitando?

    Scusate se faccio queste domande, ho bisogno di semplificare un attimo la faccenda 😄


    kal F 2 Risposte
  • Contributor

    @giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    @kal cioè, il futuro che si prevede, è basato solo sulla pagina che si sta visitando?

    Sì.

    Il problema grosso che vedo è che per un targeting comportamentale che sia davvero efficace, serve che sia:

    1. "di massa" e che
    2. abbia una granularità sufficiente.

    Ma per essere di massa, in qualche modo va ad invadere la privacy di un grandissimo numero di persone. E la granularità per ovvi motivi è l'opposto della privacy.

    Per andare incontro alle esigenze di privacy (non solo del pubblico, ma anche delle autorità regolatorie!) puoi:

    1. scegliere di ridurre la granularità delle informazioni che vai a raccogliere... ma comunque un certo livello di invasione della privacy resta (vedi il "while imperfect" di cui sopra). Oppure puoi ridurlo al punto in cui diventa inservibile per fare targeting. Primo scenario in cui il targeting comportamentale muore.

    2. assieme o in alternativa, puoi scegliere di renderlo opt-in (invece che opt-out com'è in tutte le proposte finora)... ma in quel caso va a cadere il requisito "di massa". Altro scenario in cui il targeting comportamentale va di fatto a sparire.

    Lo scenario che vedo è che le proposte che vedremo saranno di fatto sempre sotto attacco e si costruiranno nuove proposte di standard sempre più "difensive", finché diventeranno di fatto inservibili per gli inserzionisti.

    L'unica opzione che rimarrà sul tavolo alla fine per me è quella del targeting contestuale... che non richiede alcuna profilazione dell'utente, ma semplicemente l'analisi del contenuto in pagina.

    E le pagine non in grado di generare valore contestuale... beh, rimarranno senza annunci (o con annunci generalisti)! Con un ovvio incentivo per gli editori a costruire del contenuto che sia "contestualizzabile".

    Che poi era quello che faceva il primissimo Adsense, se ricordi. Aranzulla per dire sul targeting contestuale c'ha costruito su tutto il suo progetto, all'epoca.


  • Moderatore

    @giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    se ho capito bene il potere passa al Browser che in base ai siti che navighi stabilisce un interesse e lo aggancia alla pubblicità, ma non passa alcun dato ad altri server?

    in realtà leggendo la specifica è in base ai domini che navighi, ogni dominio verrà classificato autonomamente in base ad una categorizzazione generale che per ora si immagina sia la taxonomia IAB.
    FAcciamo un esempio
    le url
    www.sportwebsite.com
    www.sportwebsite.com/tennis
    verranno classificate come sport generico

    le url invece
    tennis.sportwebsite.com
    tennis.sportwebsite.com/wilbledon
    verrebbero classificate come tennis


  • Moderatore

    Intanto continuano gli annunci.
    The TradeDesk e Liveramp Annuncia EUID alternative ID basato su UniversalID 2.0 ma pensato per l'Europa e il GDPR
    https://www.engage.it/programmatic/targeting-the-trade-desk-lancia-con-liveramp-euid-un-nuovo-id-pensato-per-leuropa.aspx


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @giorgiotave @kal @juanin
    Intanto arriva finalmente la prima proposta da IAB project Rearc (ci hanno messo solo 2 anni, non molto)

    Seller Defined Audience

    Si sta definendo uno standard affinché il publisher (o il sito internet) possa creare delle audience e condividerle nel bitstream attraverso delle etichette.

    E' una proposta interessante perché si sposa abbastanza bene con Topics API di Google, permettendo anche al publisher di avere controllo e sfruttare i propri dati riportando un po' di potere in mano al proprietario del sito.
    Voi che ne pensate?


    juanin giorgiotave 2 Risposte
  • Admin

    @filtro mi pare un approccio interessante che come dice ha molto in comune con le topic API, ma qui si va a un livello successivo.

    Già solo con questo modello mi vengono in mente decine di microsegmentazioni utilissime a fini di advertising che ad oggi il mercato non è neanche lontanamento pronto ad utilizzare.

    Nel mondo dell'ADV ad oggi il targeting sensato è davvero sotto utilizzato e secondo me è li che c'è il vero valore di campagne a grande impatto creativo e data-driven.

    Questo potrebbe essere un punto di partenza...ma il punto di arrivo è nell'educazione di chi fa campagne con questo modello. Ad oggi quando gli hai dato l'unico, il gender e l'age di fatto hai coperto il 90%...ma è ovviamente una modalità un tanto al kilo.


  • Contributor

    Oh, finalmente qualcosa di interessante, credo che si stia andando nella direzione giusta.

    Con una proposta del genere, nel mercato RTB non ci sarebbero più i singoli utenti, ma le audience per publisher. E sia la responsabilità tecnica che quella legale della profilazione ricadrebbe in capo al singolo publisher, come è giusto che sia.

    In questo modo i publisher che riescono a segmentare meglio il LORO pubblico avranno anche un vantaggio competitivo sulla raccolta pubblicitaria, quindi è una cosa comunque che invita all'ottimizzazione ed alla meritocrazia, non è uno sdraiarsi tutti su soluzioni pre-masticate fatte da terzi (che ad oggi lato inserzionista hanno performance vergognose, di poco sopra al puro random).