• User Attivo

    1 unica newsletter da inviare a 50.000 destinatari

    Non capisco i vari mailchimp & Co e i loro prezzi.

    Ma se si vuole inviare 1 sola newsletter all'anno, a 50.000 destinatari... che prezzo fanno?
    Come interpretarli visto i prezzi esageratamente differenti?

    http://mailchimp.com/pricing/growing-business/
    Pay as you go
    453.44? one time
    50,000 email credits

    https://www.mailup.it/prezzo/email/
    Web
    2.130?/A

    https://it.sendinblue.com/pricing/
    BRONZO
    29? / mese
    60 000 email / mese.


  • User Attivo

    Ciao, riguardo a MailUp ti correggo perchè nel nostro caso il prezzo varia a seconda della velocità di invio. "Purtroppo" abbiamo un modello di pricing originale e difficile da capire, spero con questo esempio di chiarire meglio.
    Poichè spedisci una sola email all'anno, immagino che se questa arrivi oggi o domani non ti cambi molto, quindi potresti usare un tempo di invio che non è 3 ore (che è il valore predefinito nel nostro modulo) ma magari 12.
    Se provi a giocare un po' con il simulatore, vedrai che spedendo ad esempio in 50 ore (con una velocità quindi di 10.000 email in 10 ore) il prezzo scende fino a €350/anno (ed in realtà ti permetterebbe di spedire fino a 8 milioni di email, nel caso avessi altre esigenze). Attenzione che con MailUp non è ammesso l'invio ad indirizzi per cui non si ha un consenso preventivo, esplicito e informato (quindi niente liste acquistate o indirizzi recuperati in giro), il nostro abuse desk è molto severo e ti bloccherà l'invio se non rispetta i nostri termini d'uso.
    Bisogna dire anche che da un invio singolo ad una lista di medie dimensioni non mi aspetto risultati stratosferici.


  • User Attivo

    I prezzi sono effettivamente esageratamente differenti tra i vari fornitori (e ce ne sono anche tanti altri oltre a quelli che citi).

    Il motivo principale è che avere una lista "medio-grande" ed inviare una sola volta (una volta all'anno a livello di pricing equivale ad "una sola volta", per tutti i player) da alcuni provider non è visto di buon occhio, perchè chi invia una sola volta in un anno spesso non ha il consenso dei destinatari e quindi vuole fare SPAM, perchè (parliamo sempre di probabilità) se avesse raccolto il consenso da decine di migliaia di utenti ad inviare loro email allora gli converrebbe senza dubbio tenere "fresco" questo consenso inviando ALMENO una email ogni 2-3 mesi.

    Per questo motivo alcuni provider usano pricing meno "aggressivi" nei confronti di chi vuole spedire una volta sola.

    Detto questo, sempre per lo stesso motivo, ti chiedo se ti va di spiegare che tipo di lista è e perchè necessiti di contattarla una sola volta in un anno.. non pensi che una persona che ti ha dato il conenso oggi e che potenzialmente vede la tua prima newsletter fra un anno possa non ricordarsi più di averti lasciato il consenso oppure non essere più interessata? Oppure ci sono altri canali di comunicazione? Quando si spedisce di rado succede anche che moltissime email risultano poi abbandonate e queste caselle non più funzionanti influiscono sulla reputazione, altro ostacolo per chi invia "raramente".

    Riguardo ai prezzi "reali" con Sendinblue potresti optare per una versione a "Crediti prepagati" che costa 100€ per 50.000 crediti: costa meno dell'abbonamento che hai indicato tu a meno che non pensi di attivarlo solo un mese e poi lasciarlo scadere, per poi attivarne uno nuovo l'anno successivo e ripartire da zero.

    Ad esempio con VOXmail un pacchetto di crediti per inviare 50.000 email "una tantum" costa 240€+IVA mentre un abbonamento per inviare 500.000 email al mese ad un massimo di 50.000 iscritti costa 250€+IVA trimestrali o 750€+IVA annuali: come vedi l'abbonamento che ti permette di contattare tutte le volte che vuoi la tua lista per un trimestre costa praticamente lo stesso del pacchetto prepagato che ti consente di contattarli una volta sola.

    L'esperienza di molti provider è che chi invia una sola volta o invia molto molto raramente tende a generare più problemi (di spam, di reputazione, di assistenza) rispetto a chi invece usa la piattaforma con costanza.

    VOXmail applica regole simili a quelle di Mailup e vieta l'uso della piattaforma per inviare a liste di email per le quali non sia stato raccolto un consenso diretto: questo garantisce anche di mantenere buona reputazione dei propri server e garantire a tutti i clienti di trovarsi in un "circolo buono", visto che poi gli IP sono condivisi e quindi è importante avere idea di chi potrebbero essere i "compagni di IP". Altri fornitori invece consentono l'uso di liste pubbliche, acquistate o addirittura vendono loro stessi pacchetti di indirizzi email: a mio parere (per esperienza) questo porta ad avere molti più problemi con i filtri antispam.


  • User Attivo

    Grazie, siete stati chiarissimi.

    In realtà ho detto 50.000 all'anno per meglio capire cosa costi inviare ogni blocco di email... ma il cliente avrebbe necessità di fare 4 invii da 50.000 all'anno.

    Non ho chiaro alcune cose però:

    1. come si chiamano gli invii in termine tecnico (cioè si dice di inviare un blocco di 50.000??)
    2. come funzionano le piattaforme sopracitate? Se si tratta per esempio di cliente.com... si deve configurare la piattaforma scelta (mailup, voxmail ecc..) e configurare con parametri e dns del dominio cliente.com.... oppure si utilizzano nuovi parametri dettati dalla piattaforma di turno?
    3. eventuali penalizzazioni o blacklist, le prende la piattaforma o cliente.com ??

    Grazie per eventuali chiarimenti


  • User Attivo
    1. puoi semplicemente dire che devi fare 4 invii da 50.000 ciascuno

    2. non è necessario configurare nulla, l'email del mittente è quella del cliente, mentre i link contenuti nel messaggio avranno un URL di tracking legato alla piattaforma. Nella edizione PRO puoi anche personalizzarlo (es. news.fiat.com), ma non mi pare sia una tua esigenza. Se però vuoi fare le cose bene, per una migliore deliverability, dovresti assicurarti che sul DNS del dominio usato come mittente delle email ci sia il record SPF ben impostato. Su quello abbiamo un wizard che ti aiuta, perchè controlla che sia tutto a posto e nel caso ti spiega cosa fare. Con l'edizione ENTERPRISE puoi anche setup più sofisticati, ma non vorrei complicare troppo.

    3. Entrambe, dipende da caso a caso. Blacklist o scoring/reputazione possono essere associate al dominio del mittente (quindi del cliente), al dominio usato per il tracking (quindi della piattaforma), al dominio dove le immagini sono ospitate, all'IP che spedisce (quindi della piattaforma), al dominio DKIM (quindi della piattaforma). A volte può essere anche uno specifico messaggio con uno specifico contenuto a venire penalizzato (cioè a finire nella cartella spam). Comunque di solito con MailUp succede che è il nostro abuse desk a sospenderti la piattaforma ancora prima che le email siano uscite tutte.


  • User Attivo
    1. Io direi "ho una lista di 50.000 indirizzi e devo fare 4 invii l'anno", qualunque fornitore ti capirà ("per un totale di 200.000 email inviate"). Per alcuni fornitori è importante la velocità di invio, quindi specifica anche in quante ore al massimo vuoi che ogni invio sia recapitato a tutti i destinatari da quando fai partire la spedizione, tipo "ho una lista di 50.000 indirizzi e devo fare 4 invii l'anno con consenga entro 2 ore".
    2. Dipende dalla piattaforma: in genere puoi inviare senza configurare nulla. Alcune piattaforme permettono alcune personalizzazioni che richiedono alcune configurazioni del dominio mittente (aggiunta di record nel DNS).
    3. Argomento vastissimo: se scegli una "buona piattaforma", cioè una che sta attenta a che clienti entrano e che non siano spammer, allora difficilmente i server del fornitore avranno problemi di blacklist e la deliverability dipenderà prevalentemente da ciò che invii e cosa fanno i tuoi utenti quando ricevono le tue email. Certo, non mancano i fornitori inaffidabili che spediscono le tue email con server che sono in blacklist. Vuoi un modo per "discriminare"? Prova a contattare il fornitore e chiedigli se ti vende indirizzi email e se puoi usare la sua piattaforma con indirizzi email acquisiti da terzi... se ti dice di sì allora puoi dedurre che "più probabilmente" partiranno email di qualità peggiore dai suoi server e quindi "più probabilmente" potrà crearti problemi invece che risolvertene

    Chiaramente non si può generalizzare e non è l'unico indizio, ma dovessi scegliere io farei così, visto che l'alternativa è scegliere quasi a caso o basandosi sul costo, se pensi che comunque il costo di queste piattaforme paragonato al tempo per costruire la lista o al tempo per decidere cosa scrivere nelle newsletter e altro, alla fine non è così significativo.


  • User Attivo

    Grazie, veramente dettagliate queste spiegazioni 🙂

    Mi resta ancora un dubbio.. siccome avete entrambi detto che con tutte le piattaforme si può inviare senza configurare nulla... come si garantisce la genuinità del mittente? Detto così potrebbe sembrare che chiunque possa inviare per conto di qualsiasi dominio, anche se non ha il via del proprietario del dominio.


  • User Attivo

    @yabeforg said:

    come si garantisce la genuinità del mittente? Detto così potrebbe sembrare che chiunque possa inviare per conto di qualsiasi dominio, anche se non ha il via del proprietario del dominio.

    Ma infatti, da quando esiste l'email esiste la possibilità di effettuare l'invio apparentemente da un indirizzo fittizio qualsiasi... e farlo è banale.
    Poiché si tratta di una delle prime cose che gli antispam controllano, se devi fare mass-mailing inserire un record SPF è il minimo sindacale per garantire un minimo di deliverability.


  • User Attivo

    Esatto... ma quindi ci sarà qualche configurazione tecnica da fare, anche solo per inserire l'spf alla email del cliente.
    Volevo capire questo, appunto


  • User Attivo

    l'SPF non verifica il "mittente" che vedi nell'email ricevuta (From: MIME), ma il "mittente" che ha spedito l'email (MAIL FROM SMTP, o Return-Path).
    Per questo la configurazione del DNS non serve, poichè la maggior parte dei fornitori usa un return-path proprio e quindi pubblica un SPF proprio.

    Allo stesso modi il DKIM è solo una firma e questa firma può essere di chiunque.

    A meno che tu non voglia implementare anche DMARC e quindi dichiarare che ci deve essere un "allineamento" tra il "From: MIME" e la firma DKIM e/o SPF allora non c'è alcuna necessità di configurare i DNS.

    E sì, un ESP può spedire a nome di chicchessia (come chiunque altro) e nel farlo si assume una responsabilità, responsabilità che i riceventi associeranno alla sua firma DKIM o al suo dominio SPF (quello del return-path) e quindi un ESP cercherà di assicurarsi che il mittente usato dal cliente sia un mittente valido e veramente appartenente a quel cliente, visto che per questioni "abusive" ci andrà di mezzo pure lui.

    PS: Sconsiglio l'implementazione di DMARC che risulta avere ancora tantissime controindicazioni. Meglio aspettare un po', visto che pian piano alcuni la stanno implementando e quindi di conseguenza stanno facendo oliare il meccanismo. Ma penso che almeno per 1-2 anni sia meglio tenersi alla larga da DMARC (a meno di non voler blindare un dominio ad uso notifiche bancarie o cose del genere, cosa per cui può aver già senso da subito).


  • User Attivo

    Nel caso di MailUp, per usare un mittente (sia SMS che EMAIL) chiediamo la verifica: in pratica ti mandiamo un email con un link che ci permette di verificare che tu sia il proprietario di quella casella.


  • User Attivo

    Stessa cosa VOXmail e molti altri: il vantaggio non è solo quello di verificare la "proprietà" ma anche di verificare che non si inviino email con indirizzi "noreply", pessima pratica che dovrebbe essere sostituita da un "pleasereply" visto quanto alcuni filtri antispam considerano il fatto di aver ricevuto una risposta all'email (alcuni ti aggiungono in rubrica in automatico solo perchè hai ricevuto una risposta e da quel momento le tue email finiscono in spam molto difficilmente).

    Alcuni, tipo Mailchimp (se non ricordo male e se non è cambiato recentemente), ti chiedono di verificare "il dominio" e poi ti lasciano usare tutte le "local part" di quel dominio, così se hai verificato [email][email protected][/email] ti lasciano usare [email][email protected][/email] anche se non esiste/funziona (può essere comodo per diminuire le "verifiche" ma per la questione noreply non la trovo una "buona soluzione").