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- Dubbio su prime fatture emesse compilate dal mio commercialista
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La mia attività (insegnante) non ha praticamente alcun costo da dedurre.
Il meccanismo malefico degli acconti l'ho abbastanza capito... ma faccio comunque riferimento a un CAF per i pagamenti e le dichiarazioni.
Sto cercando di evitare il costo del commercialista perchè sono davvero in ristrettezze economiche e l'unica volta che l'ho contattato mi ha "piumata" per dirmi nulla di più di quello che sapevo già....
Credo che l'unica sia spiegarare al committente che dobbiamo pattuire un lordo visto che non mi deve fare la ritenuta e gli dirò che quando lavoro per i privati chiedo un lordo di 20E, che non si allontana troppo dal netto che mi sta propronendo e spero che si possa trovare un accordo...che delirio....
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beh, qualcosa acquisterà. Se non altro i costi di cancelleria (penne, quaderni, etc.) sono giustificabili per un insegnante! Non riesco a credere che non ha mai dovuto acquistare qualcosa durante un intero annuo. Non saprei...anche un nuovo libro (so che si aggiornano in continuazione). Beh, questi sono tutti costi che abbattono il suo reddito con la conseguenza che anche le tasse saranno più basse.
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ho aperto partita iva a fine 2011 e non ho scaricato nulla.
ovvio che libri cancelleria li compro.... ma non sono grandi spese.
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Credo che la cosa sbagliata in principio sia che il committente mi ha fatto un prezzo netto...
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Perchè nella ricevuta essendo nei minimi e non avendo costi l'unica voce che posso indicare oltre l'imponibile è la rivalsa inps... e non l'iva....
Ho un po' l'impressione che il nuovo regime dei minimi avvantaggi il datore di lavoro e non il lavoratore....Fosse una prestazione occasionale sarebbero 14 netti + 20% ritenuta + 2/3 e 1/3 della gestione separata.
Fosse partita iva normale aggiungerei il 20% di iva + rivalsa inps
Fossi dipendente il netto sarebbe davvero netto....
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A questo punto, quando acquisterà "qualsiasi" materiale che è inerente la sua attività si farà fare una fattura. Vedrà che anche le piccole spese, durante tutto l'anno acquisteranno un valore maggiore e le sarà utile ad abbattere il reddito imponibile. Le faccio un esempio. Per il suo lavoro d'insegnamento usufruirà anche di un pc, di una stampante? Bene, anche questi possono rientrare fra le spese inerenti la sua attività. Non lo dico per screditare i CAF (che sicuramente sono utili per servizi di minor importanza e responsabilità) ma sicuramente questi non si impegnano a trovare "soluzioni" adatte al proprio cliente. Il loro compito è semplicemente quello di elaborare meccanicamente i dati ricevuti. Per questo, affidarsi ad un commercialista è la soluzione migliore. Sembra che lo dico per gettare acqua al mio mulino ma mi creda, è cosi. Ho sentito tanti di quei casi da quando esercito la mia professione che non ne ha idea....e poi chi l'ha detto che un commercialista è sempre cosi "dispendioso"...figuriamoci poi per un regime dei minimi.
Comunque se ha bisogno di altri chiarimenti, chieda pure.
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La ringrazio per il consiglio.
Il commercialista a cui mi ero rivolta a tal proposito mi aveva solo detto "Attenzione a non scaricare troppo se il reddito è esiguo perchè il fisco si insospettirebbe"...Spero che il mio committente abbia l'onestà di capire che 14E per diventare netti devono essere qualcosa in più anche se il mio regime non mi consente di indicare 20% nella fattura....
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Attenzione, il regime dei minimi non è soggetto a studi di settore. Comunque c'è una bella differenza fra non scaricare nulla e "più di quanto di dovrebbe". Il giusto insomma!
Esatto, più che altro può fare il discorso della ritenuta. Siccome il suo regime non applica la ritenuta e quindi il suo cliente non dovrà pagarla, si farà accreditare anche quel 20% in più in fattura.
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La ringrazio davvero per avermi risposto. Essendo la prima volta che lavoro per un non privato mi trovo davvero un po' spersa.
Ok, proverò a dirgli
"Lei mi parla di netto perchè è abituato a fare la ritenuta, ma il mio regime non la prevede e prevede che sia poi io pagare l'imposta al momento della dichiarazione, quindi lei mi dovrebbe dare tutti i 17.5E e poi penserò io a pagare le tasse... Sulla ricevuta vedrà scritto che non è tenuto a fare alcuna ritenuta ai sensi della legge tal dei tali. Inoltre avrei diritto alla rivalsa INPS poichè sono iscritta alla Gestione Separata."Facendo i conti si vedrà scritto ipotizzando che io faccia 10 ore:
Prezzo orario lordo = 17.5E
Imponibile per 10 ore = 175E
Rivalsa INSP del 4% = 7E
Marca da bollo = 1.81E
Totale a pagare = 183.81E
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in verità è un pò diverso.
In genere, normalmente, per un attività soggetta ad iva e ritenuta d'acconto la fattura sarebbe:Imponibile: 13,86
Iva sull'imponibile (21%): 2,91
Totale: 16,77
Ritenuta sull'imponibile (20%): 2,77
Netto a pagare 14,00 (questo è il netto che intendono loro)Questo significa che a lei daranno 14 euro, poi verseranno una ritenuta di 2,77 euro per un totale complessivo di 16,77. Però avranno anche a credito un iva di 2,91. Quindi il costo per loro sarà 13,86 (16,77 - 2,91).
Secondo me a questo punto le chiederanno una fattura strutturata in questo modo
Imponibile 13,86
Netto a pagare 13,86con la solita dicitura dei minimi* "non soggetta ad iva e alla ritenuta ai sensi etc. etc."
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La rivalsa INPS invece è facoltativa. Però ovviamente tutto sta ad esporre anche la sua situazione e magari potrà pattuire un compenso diverso.
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Intende dire che le diciture giuste per la fattura dei minimi sono
"Imponibile", "Netto a pagare" ed eventualmente "Rivalsa INPS"?
D'accordo.Quindi a loro non conviene avere un lavoratore nei minimi perchè non possono scaricare l'Iva?
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intendo dire che loro si regoleranno di conseguenza a seconda dei casi. Ho un cliente web designer (quindi altro tipo di professionista) ma con lo stesso problema. Non è lui che decide il compenso ma è la società per cui lavora che decide quale deve essere il suo compenso per poter collaborare con lui.