• User Newbie

    Lite con il vicino per il parcheggio su suolo pubblico

    Buongiorno a tutti,
    sono nuovo del forum e mi sono appena presentato nell'apposita sezione.
    Vi scrivo per cercare di risolvere un problema che persiste ormai da qualche mese: ho comprato da qualche mese una casa singola con giardino, posizionata però in una zona non isolata ma con altre case vicino. La casa che ho acquistato è stata per tanto tempo disabitata (era in vendita da un paio di anni) e i vicini hanno preso l'abitudine, visto che la casa non era abitata da nessuno, di parcheggiare l'auto davanti la mia recinzione. Allora, preciso che: non mi parcheggiano davanti al cancello (ci mancherebbe altro), quindi non mi impediscono di uscire e entrare a casa, però visto che sto facendo i lavori e spesso arrivano elettricisti, pittori, muratori ecc... non so dove far parcheggiare le loro auto/furgoni e, per logica, quel posto è il più consono per farli parcheggiare perchè è vicino al mio cancello e davanti la mia recinzione.
    Nonostante mi sia più volte raccomandato con i vicini di non farli parcheggiare, almeno per qualche settimana, visto che sto facendo dei lavori e ho sempre la casa piena di gente, loro fanno orecchie da mercante e continuano imperterriti a parcheggiare lì, "forti" del fatto che quello è considerato suolo pubblico.
    Effettivamente, dopo essere stato in comune, l'ufficio preposto mi ha indicato (dopo ever visto il disegno castastale della casa) che quel posto è considerato come "parcheggio di suolo pubblico" e quindi chi prima arriva puo' parcheggiarci.
    Ora, il fatto è questo:

    -il parcheggio non è delineato da nessuna striscia o riga bianca che ne delimita i confini
    -è sopra una specie di marciapiede (non proprio, è tipo una gettata di cemento un pochino rialzata)vicino alla strada
    -non c'è nessun cartello che indichi che sia un parcheggio o che indichi che quello è suolo pubblico

    I miei vicini dicono che essendo suolo pubblico, nessuno può dir loro di non parcheggiare lì, ma visto che mi hanno risposto in maniera maleducata e poco consona, ormai è diventata una questione di principio, a costo di non mettere più la macchina neanche io in quel parcheggio, ma non voglio più vedere la loro macchina lì...E' proprio davanti alla recinzione del mio giardino e mi urta.

    Cosa posso fare?

    -posso chiedere autorizzazione a farlo diventare parcheggio privato?
    -posso chiedere autorizzazione a mettere un passo carrabile lì davanti?
    -non essendo delineato da nessuna striscia che delimita il posto, se chiamassi i vigili potrebbero portar via l'auto del vicino?
    -se, per assurdo, mettessi due "pezzi di ferro" sporgenti, per evitare che parcheggino lì, potrebbe essere "ostruzione" di spazio pubblico?

    Non so più che fare, ormai è una questione di principio, contro la maleducazione e l'invidia della gente.
    Forse non potete capirmi, ma visto che la mia è una casa un po' più di "lusso" delle altre, i vicini hanno una invidia folle e fanno di tutto per ostacolare la nostra vita. L'altro giorno ad esempio è arrivato un camion per scaricare dei mobili, si è messo davanti al mio cancello, senza dare problemi a nessuno ma essendo un camion grande, una parte delle ruote posteriori si trovava sopra il suolo di proprietà di uno dei vicini: questo è uscito e si è messo a urlare dicendo che se non spostava subito "quel coso" avrebbe chiamato i vigili per ostruzione di passaggio. Tenete conto che erano le 11 di mattina, il camion per scaricare i mobili ci avrebbe messo si e no 10 minuti e poi se ne sarebbe andato...Morale della storia, ci è toccato litigare di nuovo con il vicino (è un pensionato, non fa nulla dalla mattina alla sera, tranne affacciarsi dalla finestra ad ogni minimo movimento per vedere cosa succede e soprattutto per vedere come può farci qualcosa appena "sgarriamo").

    Aspetto vostri preziosi consigli :wink3:!

    GRAZIE

    Alessandro


  • Super User

    Ciao Stadio. Benvenuto nel Forum GT.
    Puoi certamente fare istanza per il parcheggio privato, il passo carraio.
    Non puoi impedire, alo stato, in alcun modo il parcheggio altrui.
    I vigili possono intervenire solo se vi è il divieto di sosta; diversamente la rimozione (o multa) sarebbe illegittima.
    Per la legge, ciò che non è vietato è consentito, Stadio. Di certo i tuoi vicini non sono cortesi, ma questo non è un comportamento sanzionabile.


  • User Newbie

    Grazie Giurista, infatti era ciò che pensavo anche io. Visto che in Comune ci è andata mia madre,a lei hanno detto che non era neanche possibile fare istanza per il parcheggio privato o il passo carraio...Ma mi sembra una cavolata.
    Quale sarebbe la procedura di questa istanza per farlo diventare privato?


  • Giusto per conoscere tutti i dati, il tuo cancello è un passo carraio? non nel senso fisico ma nel senso burocratico.
    Se non lo è rischi che qualche vicino irritato (uno come me per esempio) possa tranquillamente parcheggiare davanti allo stesso.


  • Super User

    Perchè il comune ha detto che non è possibile chiedere il passo carraio?


  • User Newbie

    Criceto, non sono a conoscenza di ciò che mi chiedi, dovrei informarmi. Davanti al cancello non vi è nessun cartello apposto che indica che quella zona è passo carraio....Mi informerò, comunque giusta osservazione.
    Per Giurista: non hanno espresso una motivazione valida, anche perchè ho appena parlato con mia madre e mi ha detto che lei non si è spinta molto oltre con le domande dopo che l'ufficio tecnico del comune le ha risposto in questo modo.
    Vedrò di andare più a fondo alla questione e poi mi farò risentire.
    Comunque grazie mille per i suggerimenti e le "dritte"!
    A presto

    Alessandro


  • User Newbie

    Per consuetudine, specie in luoghi di villeggiatura o in zone in cui insiste un numero limitato di unità abitative indipendenti l'una dall'altra, ciascuno parcheggia la propria autovettura davanti la propria abitazione.
    Come indicato all'art. 1, del Capo I, delle Disposizioni sulla legge in generale (preliminari al Codice civile), sono fonti del diritto: 1) le leggi; 2) i regolamenti; 3) gli usi o consuetudini.
    Queste ultime, sono fonti non scritte non statuali di produzione di norme giuridiche.
    Consistono nella pratica uniforme e costante di dati comportamenti (cosiddetto usus)*, *seguita con la convinzione che quei comportamenti siano giuridicamente obbligatori *(opinio juris ac necessitatis). *Occorre, per aversi un uso come fonte del diritto, la convinzione che quel comportamento generalizzato sia ubbidienza ad una norma di diritto non scritta.
    Le consuetudini, ad esempio, conservano grande importanza nel diritto anglosassone, dove formano insieme alle pronunce dei giudici la cosiddetta Common Law. Alle pronunce dei giudici è, ivi, riconosciuto valore di precedente giudiziario vincolante.
    Nella fattispecie, basta osservare una qualunque pellicola cinematografica straniera, per rilevare che negli Stati Uniti o nel Regno Unito è consuetudine che ognuno parcheggi l'automobile davanti la propria abitazione con annesso giardinetto prospiciente la pubblica via. Ma, si può pacificamente affermare che trattasi di una consuetudine invalsa in tutto il mondo.
    E' una questione di rispetto e di civiltà finalizzata ad evitare l'insorgere di eventuali contrasti tra vicini e dirimpettai.
    Ad ogni modo, ogni decisione circa l'esistenza di una consuetudine e la sua efficacia è rimessa al giudice.
    Le eventuali raccolte scritte di usi o consuetudini, infatti, non trasformano gli usi in fonti scritte; hanno solo valore di prova: provano l'esistenza dell'uso fino a prova contraria (art. 9 preleggi), che può essere data con ogni mezzo.
    Ove necessario, anche se trattasi di suolo pubblico, si potrà ragionevolmente invocare l'esistenza in tutti i paesi del mondo (Italia compresa), della consuetudine di parcheggiare l'auto ciascuno innanzi la propria abitazione e minacciare di adire le vie legali ove ciò venga precluso o impedito o semplicemente messo in discussione da chicchessìa, (essendo la consuetudine fonte di diritto, anche se non scritta).
    Si ribadisce, infatti, che la consuetudine o uso è una tipica fonte del diritto non scritto.
    La caratteristica peculiare della consuetudine è che essa non è il prodotto della volontà di un determinato Organo dotato di potestà normativa, ma una regola che viene a formarsi a seguito del costante ripetersi di un dato comportamento nell'ambito di una determinata collettività.


  • Jus ... da noi le consuetudini valgono un piffero ...
    Ci sarebbe poi da ridire su una risposta ad un post vecchio di QUATTRO ANNI!!!


  • User Newbie

    Si constata, che "qualcuno" ha compreso poco o nulla di quanto è stato spiegato nel nostro precedente post del 29 Agosto.
    Infatti, se chi replica immotivatamente avesse l'accortezza ed il buon senso di rileggere con maggiore attenzione (magari con un Codice civile alla mano), quanto è stato esaustivamente illustrato, si accorgerebbe che, al rigo 20, è dato leggere:

    "Ad ogni modo, ogni decisione circa l'esistenza di una consuetudine e la sua efficacia è rimessa al giudice"

    ovvero, in parole ancora più semplici: ove insorga contrasto sull'esistenza o meno del diritto del proprietario e/o conduttore a parcheggiare innanzi la propria abitazione (villa, villetta, unità immobiliare indipendente etc.), anche se trattasi di suolo pubblico, spetta solo ed esclusivamente all'Autorità giudiziaria (e non al comune cittadino) stabilire se la consuetudine in questione sia sussistente o meno.

    Per cui, contrariamente a quanto sostenuto da qualche "avveduto e colto" lettore, e per coloro che, in modo arbitrario, suppongono erroneamente che la consuetudine non valga un piff.... e, dunque, non sia vincolante per la collettività, si ribadisce, ancora una volta, repetita iuvant, che l'uso o consuetudine in Italia (e, dunque, anche nel diritto italiano), è una Fonte del diritto *ex *art. 1 delle Disposizioni preliminari al Codice civile, (cd. Preleggi).
    Ne deriva che, di conseguenza, tutti coloro che parcheggiano innanzi le altrui unità abitative indipendenti potrebbero essere citati innanzi ad un qualunque Tribunale monocratico civile, dai proprietari (e/o inquilini) dell'unità immobiliare innanzi alla quale abbiano la pretesa di parcheggiare, e trovarsi convenuti in una causa avente ad oggetto la sussistenza (o meno) della consuetudine di parcheggio.

    Vista la frequenza ed il costante ripetersi, nel vivere quotidiano, di accadimenti analoghi a quelli descritti da Alessandro, per motivi di convivenza civile e di civiltà, si è ritenuto utile ed opportuno intervenire nella discussione, anche a distanza di quattro anni, con il *placet *dell'amministratore del sito.


  • Se avete avuto il permesso dall'amministrazione del forum non ho niente su cui eccepire ... sarebbe stato opportuno ED EDUCATO farlo notare ma non tutti in questi casi lo fanno.

    Venendo invece al punto dolente ...

    Ad ogni modo, ogni decisione circa l'esistenza di una consuetudine e la
    sua efficacia è rimessa al giudice.

    Per tragica esperienza personale (NON TEORICA) il giudice in genere non tiene conto ne di sentenze precedenti ne di consuetudini.

    Mi piacerebbe vedere una multa per eccesso di velocità considerata nulla perché PER CONSUETUDINE tutti in quel tratto di strada vanno piu forte del limite.

    Vorrei anche aggiungere che nel nostro paese ci saranno anche molteplici "fonti del diritto" ma che ad esse ben pochi si abbeverano.


  • User Newbie

    Se in Italia esistono Raccolte ufficiali di Usi o Consuetudini, è lapalissiano che l'Autorità giudiziaria ordinaria, in determinate controversie, ha riconosciuto in passato e può, ad oggi, riconoscere l'esistenza di una determinata consuetudine in un determinato luogo, ma, ovviamente, come in tutte le cause, il buon esito della medesima dipende anche dal procuratore che ci si sceglie...