Concordo in ordine sparso con alcune cose lette sopra, con altre meno. La verità è che la nostra povera Italia è in mano a persone che non sanno cosa fanno, o forse lo sanno bene, purtroppo.
Confrontarsi con gli USA è deleterio, nonostante io non approvi molte cose che avvengono lì (prima di tutto la sanità e l'istruzione), è indubbio che negli USA ci si è volti verso la rete con l'intenzione di usarla e sfruttarla al meglio. Basti pensare che le maggiori aziende del mondo che giganteggiano nella rete sono proprio americane.
In realtà l'istruzione negli USA non è proprio il massimo, come risulta da recenti prove realizzate da enti non governativi. E' un dato di fatto che negli USA si utilizzano molti studiosi stranieri. Ad esempio vanno per la maggiore i matematici indiani. E qui andiamo sul concreto.
I paesi che di recente hanno avuto un vero e proprio boom economico, anche in tempi di crisi, sono la Cina e l'India. Guarda caso due paesi che hanno profondamente riformato il loro sistema scolastico, producendo in un paio di generazioni un folto gruppo di giovani dotati di avanzata istruzione, specialmente nelle nuove tecnologie e materie collegate. Sono famosi, come dicevo sopra, i matematici e gli ingegneri indiani.
E l'Italia ?
Secondo il famoso test P.I.S.A. dell'OCSE gli studenti italiani sono agli ultimi posti, mentre in Europa i laureati sono il 21%, il Italia solo il 12%. 2 italiani su 3 non leggono più nulla dopo le scuole, andando a rimpinguare le statistiche degli analfabeti di ritorno (pare che l'Italia sia prima in questa particolare classifica).
E da parecchio che i governi italiani fanno a gara a riformare il sistema scolastico, ma alla fine il tutto si limita ad un taglio di fondi e al cambio di nome di qualche cosa. Niente di serio. Se adesso davvero eliminiamo anche tutto ciò che ha a che fare con internet, allora penso che l'Italia farà ben presto la fine dell'Argentina. Del resto il commissario europeo Viviane Reading asserisce che il 40% del PIL viene dalla rete e tecnologie collegate. In Italia, invece, stiamo ancora alla produzione di tessuti, quando i cinesi li producono a metà prezzo. Non siamo più concorrenti con loro, e abbiamo perso il treno delle nuove tecnologie.
La scuola deve prima di tutto dare le basi, ma soprattutto deve educare l'individuo. Il resto non ha importanza, viene dall'esperienza. L'Italiano un italiano che vive in Italia lo impara per strada, volendo. La scuola deve formare la mente, dare tutti gli strumenti agli alunni perchè sappiano come studiare qualsiasi cosa, come incasellarla nella loro mente, come affrontare i problemi, qualunque essi siano. Poi su tutto ciò si innestano, in una seconda fase, le cose utili, e lì si intende che devono essere utili non solo per l'individuo, ma anche per il paese. Quindi l'inglese che si parla ovunque nel mondo, i computer, che si usano dappertutto, internet che ti consente di raggiungere una quantità di conoscenza prima impensabile.
Non sono cose inutili, ma oserei dire indispensabili, perchè senza queste conoscenze minime un essere umano oggi è tagliato fuori, sia dal mondo del lavoro che dalla società.
Infatti, oggi le informazioni viaggiano in rete. In un mondo pesantemente controllato e censurato, se non sei in rete non hai le informazioni di base, non sai le cose, non hai le notizie, hai solo le opinioni di chi esce ogni giorno nella TV. In poche parole sei controllato e controllabile!
Puoi anche esprimerti nell'italiano più forbito e corretto, ma non hai gli strumenti per capire la realtà che ti circonda, quindi non sei in grado di partecipare alla vita pubblica.
Il problema sta tutto qui. In Italia, specialmente in questo momento storico, c'è la tendenza a controllare i cittadini, e ad impedire loro di assumere coscienza della realtà che ci circonda. La gente vuole sapere e vuole capire, ma soprattutto vuole partecipare alla gestione della res publica, perchè ha capito che è cosa sua, di noi cittadini. E questo Obama lo ha capito bene, appellandosi alla rete, e facendosi supportare dalla rete.
Forse proprio per questo in Italia la rete fa paura, internet fa paura, perchè Obama, ma anche altri avvenimenti, altre persone prima, hanno fatto capire chiaramente che un uso corretto della rete porta ai cittadini le informazioni essenziali per capire come funzione la nostra società. E quando il cittadino capisce come funziona la società, si rende conto che certe scelte dei politici non sono dettate da interessi pubblici, ma da egostici, biechi, interessi personali.
Non è un caso che l'Italia è l'unico paese al mondo dove l'accesso alla rete diminuisce (42% oggi a fronte del 43% dello scorso anno), mentre nel resto del mondo si arriva anche al 96% (se non sbaglio Svezia). Non è un caso che in Italia solo negli ultimi 2, 3 mesi, ci sono stete ben 4 proposte di legge per mettere un sostanziale bavaglio alla rete, addirittura asupicando una censura preventiva messa in mano all'esecutivo (nemmeno alla magistratura). Non è un caso che l'Italia sia al 56 posto nella classifica della libertà di stampa redatta da freedom House. Non è un caso che..... potrei continuare all'infinito.
La scuola serve per creare dei cittadini, per educare questi cittadini e per farli partecipare, consapevoli, alla vita pubblica al fine di migliorare le condizioni di vita di tutti. Per fare questo sono necessari strumenti, principalmente conoscitivi, e internet, piaccia o meno, è il più potente di questi strumenti, oggi, libero, pervasivo, multiculturale, anarchico anche se si vuole, ma di sicuro il più efficace strumento di diffusione di cultura e libertà. Si anche libertà, perchè la Cina ci insegna che internet è l'unico strumento che consente alle voce imbavagliate del dissenso di esprimersi in qualche modo. Certamente la TV e i giornali non lo consentono. Ecco, sotto questo profilo la Cina è indicativa, come metodologia di controllo della popolazione. Quegli stessi giovani istruiti per far correre l'economia cinese, talvolta si oppongono alla compressione delle libertà del regime cinese. E lo fanno in rete.
Allora la rete è anche uno strumento di libertà.
Ma internet è ancora di più, è uno strumento di tolleranza. Grazie alla rete io posso parlare con amici negli USA, ma allo stesso tempo posso dialogare con chi si trova nello Sri Lanka, leggere un blog cinese, insomma leggere e capire le usanze, le aspettative, le opinioni, capire la società e il modo di essere di un altro popolo, di un'altra nazione. E così posso capire che in fondo tutto il mondo è sostanzialmente uguale, tutti abbiamo più o meno le stesse speranze, le stesse paure, le stesse idee. Possiamo conoscere lo straniero e capire che non dobbiamo averne paura. Possiamo conoscere il diverso e capire che non dobbiamo rinchiuderlo in ghetti o scacciarlo.
Cose che, purtroppo, nel 2009 ancora si vedono. Italiani che assaltano un campo ROM (nella fattispecie i ROM erano italiani da 3 generazioni almeno!) per incendiarlo, al grido di "dagli allo straniero!". Sono pronto a scommettere che quegli esaltati non avevano mai nemmeno provato a parlarci con quei ROM, non li conoscevano.
Ecco che internet ci consente di ovviare a tutto ciò, conoscendo gli altri, capendo gli altri, imparando a rispettare gli altri.
Ecco perchè internet è essenziale. Ed ecco perchè internet viene osteggiato pensantemente dai nostri governi. Non è solo un mezzo per acquisire informazioni, come non lo era il libro a stampa, inventata da Gutenberg (che mi pare fu scomunicato per questo), oppure il treno (che fu accusato di essere pericoloso perchè metteva in comunicazione genti di paesi diversi).
Internet è un mezzo di conoscenza, democrazia, rispetto, libertà.